Ma che diavolo è?

Origliare può aumentare la tua cultura.

Le notizie sono rigorosamente riservate, ma qualche cosa trapela. E noi, poveri mortali, ignari delle regole e delle consuetudini del mondo accademico, incominciamo ad appassionarci nella ricerca e nell’attività di spionaggio.
Esaminiamo dunque i primi indizi faticosamente raccolti ascoltando (lecitamente) brani di conversazione tra i nostri professori.

In primis (il latino è una forma di mimetismo tipica di chi si avventura in territori sconosciuti e minacciosi) l’acronimo: P.R.I.N.
Prin sta per Programma di Ricerca Interuniversitario Nazionale. Non ne sono sicuro ma ho forti sospetti che sia effettivamente così. Ma potrebbe anche essere Progetto di Ricerca di Interesse Nazionale e questa seconda ipotesi mi convince di più.

Secondo indizio: il tema. Nel sito sparse qua e là tra diverse notizie pubblicate compaiono un paio di ipotesi che per coerenza interna si rinforzano. Una prima ipotesi parla di un progetto di ricerca interuniversitario sulle regole della democrazia deliberativa e partecipativa in Italia ed in alcuni ordinamenti stranieri. Una seconda delimita con maggiore precisione il campo e propone “Il federalismo come metodo di governo: le regole della democrazia deliberativa e partecipativa”. Per il momento possiamo ritenerci soddisfatti.

Il terzo indizio riguarda le Università che sono coinvolte. Certamente c’è quella di Trento, poi la Bocconi di Milano, l’università di Ferrara e quella di Perugia e, infine, la Luiss di Roma. Un buon parterre, limitato solo perché i Prin (arieccoli) accettano al massimo cinque università per progetto (o programma?). Peccato perché sembra che molte altre Università italiane e straniere avessero manifestato interesse e, comunque, ci rassicurano, che i ricercatori che parteciperanno proverranno anche da altre università, appunto, italiane e straniere. Un giorno scopriremo da quali e ve lo comunicheremo.

A questo punto ci sono alcune certezze, poche, e i due interrogativi di fondo:

  •  Labsus c’entra o non centra?
  • Che ci azzecca Labsus?

Partiamo dalle poche certezze, che per ora sono quattro.
Prima certezza: il Prin prevede un cofinanziamento tra il Ministero della ricerca e dell’università e le cinque università che ci aderiscono. In quale percentuale? Al momento non lo so, né mi interessa molto. Se vi interessa fatemelo sapere e cercherò di indagare .

Seconda certezza: il Prin non è stato approvato. O meglio è stato approvato dai Consigli accademici (saranno proprio loro?) delle Università. Ora deve esserlo dal Ministero della ricerca. Per noi comuni mortali pensare che lo Stato o una sua articolazione, debba approvare a qualcosa ci fa pensare ai nipoti che ci vedranno, ormai canuti e tremolanti, applicare sul progetto finalmente approvato, ma gli esperti del mondo accademico dicono che invece saranno veloci. Non stiamo parlando della Svizzera, sempre in Italia siamo, ma, insomma in quattro sei mesi si dovrebbe sapere qualcosa. E questo sarebbe, se non altro, un buon segno di civiltà.

Terza certezza: se dovesse passare la durata della ricerca sarà biennale.

Quarta certezza: il direttore scientifico (o il responsabile?) è il professore Gregorio Arena, e il factotum operativo (termine positivo, molto positivo nella "cultura del fare" peculiare di ogni cittadino attivo) il dottore Flavio Cortese, anche lui dell’Università di Trento.

Questa quarta certezza ci aiuta a dare una risposta al primo dei due grandi interrogativi di fondo: ma Labsus c’entra o non centra? (Bighead, non è un refuso, è una raffinatezza). C’entra, c’entra eccome:

  • perché saremo il Gazzettino del Prin,
  • perché la forte coesione culturale tra chi propone il Prin e chi opera in Labsus garantisce la miglior trasportabilità di contenuti tra Labsus e Prin e dal Prin a Labsus.

Quindi Labsus c’entra! Come, è meno chiaro, ma è chiaro che l’iniziativa nasce nell’ambito degli studiosi che gravitano intorno al nostro laboratorio.

Rimane l’ultimo fondamentale interrogativo di fondo, che in romano non è proprio presentabile, e che, quindi, presenteremo nella sua traduzione molisana "ma che ci azzecca Labsus?"
Andiamo più in profondità: qual’è la relazione tra il federalismo come metodo di governo e l’articolo 118 ultimo comma della Costituzione che è il nostro mantra?
L’indizio rilevante della presunta relazione viene dal sottotitolo della ricerca "le regole della democrazia deliberativa e partecipativa". Il tema d’interesse è nella non contrapposizione, bensì nell’integrazione, tra forme diverse di democrazia che in un ordinamento di stato moderno possono e devono convivere. Il cittadino che elegge i propri rappresentanti è una forma di democrazia che può e deve convivere con altre forme di democrazia, ad esempio: il federalismo e la cittadinanza attiva. Quindi Labsus c’entra perché il suo fine è migliorare la fiducia dei cittadini nello Stato, contribuire al buon funzionamento dell’amministrazione pubblica e, soprattutto, creare capitale sociale.

O, almeno questo è quello che ho capito dopo alcuni mesi di origliamento dall’altra parte, quella esterna, della porta del sapere.