Non una peso ma una grande risorsa. Sono sempre più numerosi gli over 65 che anno dopo anno vanno ad ingrossare le fila delle organizzazioni del volontariato, mettendo a disposizione le competenze acquisite.
A rilevare questa tendenza sono l’Auser (Associazione per la promozione e lo sviluppo dell’autogestione dei servizi della terza età) e l’Anteas (Associazione nazionale terza età attiva per la solidarietà): la prima è arrivata a quota 4mila volontari mentre la seconda ne conta 11mila.
Dopo i 65? Cittadini più attivi
I volontari over 65 rappresentano “energie rinnovabili che la società rischia di non sfruttare -dicono all’Auser- energie che si concentrano soprattutto in attività di cura e assistenza, in servizi di trasporto e di ‘domiciliarità leggera’, con settantenni che aiutano i coetanei a far la spesa, li accompagnano all’ospedale per cure o controlli. E che oggi sì dedicano anche al volontariato civico a beneficio dell’intera comunità”. Molti sono gli anziani infatti che curano aree verdi, sorvegliano e offrono informazioni nei musei, nelle biblioteche e negli ospedali o ancora gestiscono la distribuzione di cibo avanzato dagli ipermercati.
L’Anteas ha poi attivato 127 ambulatori sanitari sociali che accolgono anche persone in condizioni disagiate e immigrati: nella città di Cesena ad esempio il Comune offre i locali, l’Asl le strutture tecniche e le divise da infermiere, il resto lo mettono i volontari che si dividono tra infermieri e addetti all’accoglienza.
La riscoperta dei "vecchi" mestieri
Ex metalmeccanici e ferrovieri utilizzano le competenze acquisite in maniera del tutto nuova: 4 volontari Auser a Milano si occupano della manutenzione dei macchinari storici del Museo della scienza e della tecnologia, seguendo le attività dei laboratori sperimentali e contribuendo alla conservazione del materiale in deposito. Proprio tramite le conoscenze ed il lavoro di questi cittadini volonterosi una centrale termoelettrica, datata 1895, è tornata a funzionare. Per riuscirci gli ex operai sono andati a ripescare in Brasile una vecchia cinghia di trasmissione ormai introvabile in Italia.
I volontari Anteas di Cesena invece hanno di nuovo indossato il camice per tornare a svolgere il mestiere di una vita, quello di infermiere: sono occupati in ambulatori sociali per offrire ad anziani, immigrati e famiglie in difficoltà la possibilità di sottoporsi a iniezioni, esami della pressione o della glicemia.
Richiesta di riconoscimento
Aumenta l’impegno dei volontari per il bene comune e c’è un cambiamento di interesse dell’anziano in vista di un invecchiamento attivo, rilevano i presidenti Auser e Anteas. Per gli anziani impegnati nelle attività a favore della comunità lo scorso giugno le medesime associazioni hanno richiesto a livello nazionale dei riconoscimenti formali, proponendo che i comuni mettano a disposizione dei volontari sconti e agevolazioni su servizi e attività culturali. E le stesse amministrazioni vengono avvertite: le attività dei due enti non profit non sono sostitutive dell’intervento pubblico perché il loro contributo è innanzitutto una denuncia rispetto a ciò che non viene fatto.