Nasce a Melpignano l'ultima sfida della sussidiarietà 

Un progetto pensato per le piccole realtà  del nostro Paese. La cooperativa come motore di un'azione collettiva di contrasto al degrado
Buone prassi e sperimentazione: sono queste le parole chiave del discorso tenuto a Bari il 9 aprile scorso dal sindaco di Melpignano Ivan Stomeo, che nella due giorni di incontri – Mezzogiorno di fuoco – organizzata dal Pd per discutere di politiche per il Sud, ha illustrato il progetto di cooperativa di comunità  a cui sta lavorando da qualche mese insieme alle associazioni Legacoop e Borghi autentici d’Italia.
Un progetto pensato per le piccole realtà  del nostro Paese, che vorranno seguire l’esempio di Melpignano, adottando una politica di partecipazione che coinvolga l’intera comunità  nelle scelte volte a migliorare il futuro della stessa.
La cooperativa diviene dunque il motore di un’azione collettiva che costituisce un’opportunità  per il territorio e per le persone che lo abitano, di contrastare il degrado e l’abbandono partecipando attivamente allo sviluppo della comunità , la cui benzina è quel tipo di sussidiarietà  che possiamo definire “indotta” dall’amministrazione comunale, che interviene stimolando l’autogestione ed organizzazione dei cittadini che vogliono associarsi.

Le origini del progetto

Il progetto di cooperativa di comunità , nasce dall’incontro casuale tra Ivan Stomeo (sindaco di Melpignano) e Giuliano Poletti (presidente nazionale dell’associazione Legacoop) a Cefalù, in occasione di un convegno sul turismo responsabile tenuto nel luglio 21, in cui Stomeo rappresentava Borghi autentici d’Italia (associazione di comuni che hanno a cuore il proprio territorio e praticano politiche di partecipazione e salvaguardia dell’ambiente).
Da questo momento in poi, le due associazioni, hanno lavorato insieme per sperimentare il nuovo modello di cooperativa di comunità , del quale si è parlato per la prima volta a Roma, in un incontro fissato per stilare in un documento i punti fermi del progetto, che vede le amministrazioni comunali disposte a destinare ai propri cittadini maggiori spazi di autonomia organizzativa.

Il modello Melpignano

Il progetto della cooperativa di comunità , di per sè innovativo, trova ulteriore originalità  in quello che viene rivendicato con orgoglio dal sindaco Ivan Stomeo come modello Melpignano, caratterizzato dall’idea che si possa partire dal fotovoltaico per gestire altri servizi attraverso una cooperativa di cittadini di cui l’amministrazione comunale fa parte nel ruolo di socio sovventore.
Nel piccolo comune della Grecìa salentina infatti, gli obiettivi del modello cooperativo si realizzeranno attraverso il progetto del fotovoltaico diffuso sui tetti.

Dopo una prima fase in cui il comune ha affidato al Dipartimento di ingegneria dell’innovazione dell’Università  del Salento e alla società  coperativa sociale Officina creativa, il compito di effettuare uno studio di fattibilità  dell’idea progettuale, verificando quindi il piano tecnico dell’azione (l’effettiva possibilità  di costruire impianti fotovoltaici da 3 kilowatt sui tetti di Melpignano), si è passati ad una seconda fase altrettanto importante del progetto, in cui il sindaco e l’amministrazione comunale hanno incontrato in numerose assemblee i vari tecnici, cittadini, giovani e partiti politici per preparare il piano d’azione umano e strutturale, composto da tutti coloro che prenderanno parte alla cooperativa, che si costituirà  ufficialmente entro la fine del mese di maggio secondo il seguente assetto:
  • organi di governo: Presidente, Consiglio di amministrazione, Collegio dei revisori
  • soci sovventori: il comune di Melpignano, Coopfond (società  che gestisce il fondo mutualistico per la promozione cooperativa) e tutte le aziende di Melpignano che vorranno partecipare investendo il proprio capitale;
  • soci lavoratori autonomi: tutti coloro che apportano le loro conoscenze e competanze tecniche al progetto (ingegneri, installatori, manutentori etc);
  • soci utenti: cittadini che voglio ospitare un impianto sul proprio tetto e cittadini che, pur non ospitando l’impianto, vogliono aderire ugualmente al progetto con una quota partecipativa minima di 25 euro, decidendo di auto-organizzarsi per la gestione di alcuni servizi o la creazione di nuovi lavori.

Vantaggi economici e sociali

La terza ed ultima fase è quella che segue alla costruzione degli impianti fotovoltaici sui tetti di quei cittadini associati che avranno dato la loro autorizzazione.
Una volta realizzati gli impianti, garantendo l’impiego della forza lavoro proveniente dalla stessa comunità  di cui fa parte la cooperativa, saranno tre gli effetti positivi più evidenti:
  • l’utile ricavato dall’utilizzo dei pannelli (che non si valuta esclusivamente in termini di energia autoprodotta) verrà  reinvestito all’interno della comunità , migliorando la qualità  della vita urbana con interventi che andranno dalla manutenzione stradale a quella del verde pubblico, a seconda delle scelte effettuate dai cittadini associati;
  • verranno a crearsi nuove opportunità  di lavoro per soddisfare i bisogni espressi dalla comunità , che in questo modo si autoregola e crea al suo interno un’economia virtuosa a servizio di una migliore qualità  della vita;
  • l’amministrazione e i cittadini collaboreranno in un rapporto di reciproco servizio, accorciando cosìquel divario venutosi a creare negli ultimi anni e che troppo spesso genera indifferenza da parte di entrambi, rispetto al raggiungimento del bene comune.
L’incontro tra cooperativa di comunità  e fonti di energia rinnovabile può definirsi un progetto dai tratti rivoluzionari, ed è solo una delle tante applicazioni di democrazia partecipativa, della nuova politica del “fare partecipato”, che vede i cittadini artefici del proprio destino e di quello dell’intera collettività  al pari dell’amministrazione che li governa.


Guarda il video dell’intervista al sindaco di Melpignano Ivan Stomeo