L ' appuntamento è al Teatro Valle occupato il 9 maggio

Trovare soluzioni giuridiche chiare che facilitino l ' amministrazione condivisa senza intrappolare il cittadino attivo nei vincoli della burocrazia

Recentemente vi abbiamo raccontato la prima tappa di questa Commissione “itinerante” per i beni comuni; nel secondo appuntamento romano si apriranno i lavori di una commissione redigente a tutti gli effetti che si occuperà  di tradurre le pratiche di cittadinanza attiva, di difesa e di manutenzione dei beni comuni, le lotte, le storie, i percorsi e le relazioni nel linguaggio proprio del diritto.

Stefano Rodotà  presiederà  i lavori; parteciperanno alla Commissione: Ugo Mattei, Luca Nivarra, Antonio Gambaro, Giorgio Resta, Christian Iaione, Maria Rosaria Marella, Gaetano Azzariti, Alberto Lucarelli, Paolo Maddalena, Daniela di Sabato, Edoardo Reviglio.

Negli ultimi anni il nostro Paese è stato percorso da quella che qualcuno ha definito la “ragionevole follia dei beni comuni” che ha rischiato di inflazionare questa espressione accostando indistintamente, spesso sull’onda della protesta contro un sistema liberista, beni che possono essere definiti a ragione “comuni” ma che in realtà  presentano delle evidenti differenze (aree verdi, internet, integrazione sociale ecc.).

Se tutto rientra nella categoria beni comuni, questo genera confusione e fa perdere potenza al concetto stesso.

Queste differenze emergono invece nelle pratiche quotidiane di impegno civico che hanno visto migliaia di cittadini attivarsi, spesso inconsapevolmente, mettendo in pratica il principio di sussidiarietà .

Quello di cui si sente la necessità  a questo punto del percorso è proprio la realizzazione di norme, di regolamenti locali, di soluzioni giuridiche chiare che facilitino l’amministrazione condivisa senza intrappolare il cittadino attivo nei vincoli della burocrazia e ponendo la pubblica amministrazione di fronte ad un’unica possibilità : governare con la rete.

I giuristi che si confronteranno oggi al Teatro Valle hanno la possibilità  di scrivere un nuovo capitolo, forse il più appassionante degli ultimi anni, della storia sociale del nostro Paese.

Il direttore di Labsus Christian Iaione sostituirà  il presidente Gregorio Arena, il cui nome è presente nella locandina dell’evento.