Il 1 gennaio 2014 è entrato in vigore il nuovo programma europeo per il settore culturale e creativo

L'aumento di budget è indicativo del ruolo che l'UE riconosce alle organizzazioni culturali e creative per la coesione sociale del territorio

Dopo un lungo negoziato, l‘Unione Europea aumenta del 9% rispetto ai livelli attuali il supporto ai settori della cultura, del cinema, dell’editoria, della musica e della letteratura, delle arti interdisciplinari, del patrimonio culturale e degli altri correlati. Il budget stanziato fornirà  dunque un impulso per le attività  in tali ambiti, permettendo loro di contribuire ancor più a occupazione e crescita e promuovere al contempo il patrimonio culturale, materiale e immateriale, dell’intera Europa.

Come funziona il programma

” Europa Creativa ” è pensato per sostenere i settori culturali e creativi che soffrono in modo particolare in tempo di crisi economica: riguarda cioè tutte le attività  basate su valori culturali o su espressioni artistiche e creative. Esso fonde insieme gli attuali Programmi Cultura, MEDIA e MEDIA Mundus per supportare artisti, professionisti della cultura e organizzazioni culturali, e permettere a queste realtà  di operare a livello transnazionale, raggiungere nuovo pubblico in Europa e nel mondo e adeguarsi all’era digitale.Il programma è strutturato in tre sezioni: Cultura, che mira a rafforzare le capacità  e le reti culturali internazionali; MEDIA, che riguarda il settore dell’audiovisivo; e la sezione transettoriale, che avvierà  anche un nuovo strumento di garanzia finanziaria in modo da consentire ai piccoli operatori attivi in questi campi di accedere a prestiti bancari per un totale di 750 milioni di euro.

Le industrie culturali e creative

I fondi disponibili per il 2014 ammontano a quasi 170 milioni di euro e le prime call, già  a partire dal 10 dicembre 2013, sono aperte agli stati membri dell’Unione, ai paesi dell’Associazione europea di libero scambio (EFTA), a quelli in via di adesione all’UE e a quelli dello spazio europeo di vicinato.
Le domande non potranno però essere presentate da privati cittadini, ma essi saranno raggiunti grazie ai progetti proposti dagli enti pubblici e privati del settore.
L’Unione europea punta quindi sulla necessità  di aumentare l’accesso ai finanziamenti diretti per le ” industrie culturali e creative ” , già  richiamate dal libro verde del 2011 come motore di innovazione e occupazione, perché fornendo loro nuovi spazi l’Europa potrà  trarre vantaggio dal potenziale culturale ed insieme economico di cui sono portatrici.

L’Europa muove dal territorio

L’aumento di budget deciso in questo campo, in controtendenza rispetto al bilancio complessivo per il prossimo settennato, indica che l’Europa ha inteso profondere in riferimento alla cultura il suo massimo impegno, in linea con la strategia Europa 2020 e certa del valore aggiunto europeo rispetto alle singole politiche e agli strumenti di supporto a livello locale.
Essa riconosce infatti il contributo fondamentale delle organizzazioni culturali e creative apportato allo sviluppo economico, ma anche alla coesione sociale del territorio, e promuove per questo la mobilità  di operatori e delle loro opere attraverso il sostegno alla maggiore circolazione dei prodotti culturali.
Rafforzando le imprese culturali e creative l’Europa tutela al contempo la diversità  culturale sostenendo quindi una ripresa che è soprattutto sociale, ovvero la ripresa dei territori, attraverso la loro partecipazione e l’integrazione.
Il Cultural Contact Point Italy sta organizzando degli incontri formativi per la presentazione del programma e per offrire supporto operativo a coloro i quali vorranno avere accesso ai finanziamenti. La registrazione del primo infoday sarà  presto disponibile su youtube e a partire dall’anno prossimo saranno organizzati eventi in tutta Italia.

LEGGI ANCHE:
Sondaggio “Casa europea per la società  civile”
L’Europa come bene comune: il nuovo statuto della cittadinanza europea
Europa in lingue: sensibilizzare sulla cittadinanza europea
Anno europeo dei cittadini 2013: bilanci e prospettive