Una lingua verde come l'High Line di New York

"Demolire la sopraelevata non è una priorità  ci si potrebbero realizzare dei parchi e una grande pista ciclabile "

Perchè demolire la tangenziale est di Roma, da batteria Nomentana alla Stazione Tiburtina, quando potrebbe essere trasformata in una striscia lunga 1700 metri piena di parchi, orti urbani, campi sportivi e addirittura un vigneto, un mercato rionale e un centro conferenze con copertura di fotovoltaico, pista ciclabile, stazioni di bike sharing ed affaccio sui binari? E’ questa l’idea visionaria dell’architetto canadese, Nathalie Grenon che vorrebbe trasformare la tangenziale in una lingua verde che si snoda nella città  sul modello dell’ “High Line” di New York.

Il progetto

Il progetto denominato “Agricoltura urbana in Tangenziale – Coltiviamo la città ” già  sostenuto da Campagna amica della Coldiretti, è stato accolto e approvato dalla Commissione Politiche Comunitarie di Roma Capitale presieduta da Mino Dinoi. Il precedente progetto prevedeva l’abbattimento del mostro di cemento entro il 2016 e al suo posto un parco con pista ciclabile e parcheggi per i residenti grazie allo stanziamento di 9 milioni di euro. La stessa cifra necessaria per realizzare il progetto di Greon.
I termini del progetto sono già  stati definiti: 9 milioni di euro e poco meno di due anni per realizzarlo. Difficile trovare tali risorse nel bilancio comunale, quindi meglio guardare ai fondi europei come ha sottolineato lo stesso Dinoi, secondo cui sarà  necessario collaborare con il ministero dello sviluppo economico ed altri attori istituzionali coinvolti nel progetto. Verranno aperti due tavoli di discussione distinti: il primo per il reperimento delle risorse, valutando a quale bandi europei sia possibile partecipare e se ci possa essere un aiuto concreto da parte della regione Lazio; l’altro per quanto riguarda l’aspetto politico-amministrativa riunendo insieme gli assessori per capire la fattibilità  e l’impatto dell’impresa. Sarà  un progetto pilota dato che l’architetto sogna di intervenire allo stesso modo in altri punti nevralgici della città  per restituire alla capitale un nuovo rapporto con il territorio e stimolare le sinergie urbane.

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