Nasce a Napoli la prima libreria ad azionariato popolare

I cittadini fanno una colletta per aprire una libreria: "è simbolo che c'è gente che ancora ci crede"

A Napoli c’è chi non si rassegna, cittadini che vogliono tenere vivi spazi di cultura e aggregazione.
Ne è una prova ” Iocisto ” , la libreria nata da un sogno e realizzata con l’impegno di tutti. Una libreria partecipata in cui non ci sono proprietari ma che vive grazie al coinvolgimento e alla passione dei cittadini e di chiunque lo voglia.

Come nasce

Ciro Sabatino, giornalista ed ex editore, lancia su Facebook una provocazione: se le librerie chiudono ” la vogliamo aprire noi una libreria meravigliosa? Io ci sto. ”
In pochi giorni il commento all’ennesima chiusura riscuote moltissimi consensi sul social network, poi l’adesione virtuale diventa reale, ed al primo incontro si presentano più di cento persone.
Nasce cosìl’omonima associazione ed un processo partecipato, dalla scelta del nome e del logo alla proclamazione del Presidente, alla divisione delle persone in gruppi per portare avanti i lavori.

L’inaugurazione

Il 21 luglio l’inaugurazione del locale in via Cimarosa è stata una grande festa, capace di bloccare letteralmente l’attigua piazza Fuga. Sono stati organizzati canti e balli e la partecipazione è stata ancora una volta inaspettata, ma a stupire è stato soprattutto il clima di festa e di rivincita, la gioia per la visita della sede, seppur fino al primo ottobre ancora sprovvista di libri, simbolo della risposta che i cittadini hanno saputo dare alla chiusura delle librerie e alla crisi culturale di  questi anni.
Quello scelto sarà  infatti soprattutto il luogo di riferimento per gli amanti dei libri e della lettura, ma non solo. Il progetto è ampio e prevede idee innovative da realizzare nello spazio eventi, grazie a servizi diversi dai modelli tradizionali.
Per l’occasione si sono raccolte le adesioni di altri soci e la possibilità  di aderire è sempre aperta: la libreria farà  forza sulle risorse interne per ridurre i costi e valorizzare la cultura del territorio.

Possiamo farcela

A Napoli molte librerie storiche hanno chiuso i battenti, e molte faticano a sopravvivere in un tempo di crisi che oltre che economico è culturale. ” Quando chiude una libreria è come se chiudesse un pezzo di società , ovvero una parte della tua e della nostra dimensione civile e umana, che poco o nulla potrà  realmente sostituire ” .
Ciononostante il Vomero è, secondo l’Istat, un quartiere ad alta densità  di popolazione, elevato livello culturale e con un forte tessuto imprenditoriale.
Questo sembra quindi il posto ed ” il momento giusto per lanciare un progetto del genere: chiudono le librerie? Ce la facciamo noi! La gente ha risposto perché non vuole più vivere senza libri e senza librerie. ”
E’ questa la forza di ” Iocisto ” , la grande forza della gente che dal basso lancia un progetto unico in Italia.

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