Cittadini attivi per un parco urbano migliore

"I cittadini si stanno confrontando con i progettisti e con il Municipio per presentare proposte utili e necessarie"

Il parco Papareschi a Roma, è il polmone verde del progetto urbano Ostiense-Marconi che attende da quasi venti anni di essere attuato; uno spazio polifunzionale abitato ancora da vecchie strutture fatiscenti e in stato di abbandono.
Ad inizio 2014 però l’amministrazione municipale ha deciso di aprire la progettazione del nuovo parco alla cittadinanza prevedendo una serie di incontri pubblici.

I cittadini per i cittadini

La prima fase è stata quella dell’analisi e valutazione del Progetto Definitivo, di cui sono state sottolineate le criticità . Il progetto ha quindi subìto variazioni importanti in seguito alle segnalazioni e alla insistenza della cittadinanza e dell’opinione pubblica.
Dopo la prima riunione si è costituito il gruppo di cittadini interessati, ovvero il Gruppo Di Lavoro “#gdlpapareschi” che ad oggi tiene aggiornata una pagina su Facebook ed su altre piattaforme collaborative sul web, strumenti che permettono di raggiungere anche chi non può essere fisicamente presente e quindi di “estendere la dimensione temporale e fisica degli incontri”. Sono infatti previsti tra i cittadini incontri settimanali, preceduti dalla definizione di una agenda di lavoro condivisa e dalla pubblicazione della attività  e delle riunioni, che vengono cosìvalidate lungo la settimana, in modalità  del tutto trasparente.
Ad oggi il gruppo di progettazione partecipata ha ottenuto che si procedesse con le analisi ambientali attraverso carotaggio per verificare la presenza di agenti inquinanti, data la presenza della ex fabbrica Mira Lanza.
Il lavoro svolto sinora per una migliore organizzazione degli spazi verdi che passa per il riutilizzo degli ex edifici industriali e la razionalizzazione delle risorse economiche non può che condurre, secondo il gruppo di lavoro, al recupero urbano delle vie che insistono sul parco.
A quanto pare la progettazione partecipata è solo all’inizio, e non serve che collaborare.

@paolabrie

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