L ' Istituto Italiano Donazione dichiara come e quanto donano gli italiani al no profit

Il 2014 anno del dono: l ' andamento delle donazioni è positivo e resiste bene all ' ondata negativa della crisi economica

I dati presentati sono tratti da un’indagine conoscitiva sottoposta a 200 organizzazioni no profit, certo non rappresentative statisticamente, ma   significative del contesto italiano. Ebbene, vediamo quali sono le fonti di finanziamento del settore no profit e come procede la raccolta fondi in un periodo in cui l’economia si presenta sofferente.

L’anno del dono

Il presidente dell’IID E. Patriarca ha annunciato il 2014 come l’anno del dono e su  questa impronta rilancia la campagna  di sensibilizzazione che vuole la data del 4 ottobre quale #donoday nazionale. L’indagine ha rilevato che l’andamento delle donazioni è positivo e resiste bene all’ondata negativa della crisi economica. Già  da qualche anno, infatti, è tornato a manifestarsi un trend positivo: 1  Organizzazione No Profit (ONP) su 3 dichiara di avere migliorato la sua raccolta fondi negli ultimi tre anni (più 9 punti percentuali rispetto al 2011) e diminuisce di 11 punti il numero di quelle che dichiarano di averla peggiorata. Si contraggono di sette punti percentuali le organizzazioni che dichiarano di aver peggiorato la loro raccolta fondi rispetto all’anno precedente mentre un timido 3% delle ONP ha aumentato le proprie entrate totali e c’è ancora ad attendere il periodo natalizio, il più fecondo dell’intero anno.

Le strategie più utilizzate dal no profit

A questo punto c’è da togliere la curiosità  e scoprire come le ONP effettuano la propria raccolta fondi. Gli strumenti più utili ed efficaci sono risultati essere le direct mailing cartacee, seguite dagli eventi per l’autofinanziamento. Infatti, sebbene il mondo digitale stia assumendo sempre più rilevanza nelle nostre vite, non sono le donazioni on line con carta di credito, social media e crowdfunding le fonti su cui maggiormente puntare per una strategia di raccolta fondi: insieme valgono solo il 7% del campione, anche se non è da escludere la loro capacità  di fare una buona campagna di sensibilizzazione. I donors più generosi sono i cittadini (58%), le aziende (13%) cui fanno seguito enti, fondazioni e la Pubblica Amministrazione.

Il 35% delle ONP dichiara di avere difficoltà  a trovare nuovi donatori e una ONP su quattro dichiara di ricevere meno di prima dai donatori (24%). Aumenta la percezione diffusa che le ONP simili siano sempre più in concorrenza.

Il rapporto tra no profit e imprese private

L’approfondimento dell’indagine ha rilevato che per 3 organizzazioni ogni 5 meno del 5% dei proventi totali proviene dalle imprese. Per il 50% del campione questo tipo di erogazioni private sono vincolate a specifici progetti e solo 1 ONP su 4 ha la possibilità  di impiegare tali fondi liberamente. Tratto interessante è che l’organizzazione ritiene molto importante il rapporto con i dipendenti per riuscire ad entrare per la prima volta in una impresa: il 21% delle ONP dichiara che al di là  del sostegno economico ad essere maggiormente utile è proprio la promozione dell’associazione tra i dipendenti. Gli  impiegati si presentano quindi non solo come un bacino di potenziali donatori quanto anche come forza di leva per condurre l’azienda a sostenere un’associazione piuttosto che un’altra.

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In allegato l’indagine completa