Puglia e Calabria: un impegno in prima fila nella valorizzazione di territorio e beni comuni

"Assumersi la responsabilità di curare, proteggere e conservare i beni comuni può contribuire a realizzare quella “fioritura della persona” che per Amartya Sen costituisce il vero fulcro della “felicità”.

La regione Puglia deteneva già un primato grazie a Bari, tra i primi comuni del meridione ad essersi distinto per la proposta di approvare il “Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani”. Questo insieme di disposizioni stilate da Labsus insieme ai funzionari del Comune di Bologna orienta le amministrazioni comunali verso un’innovativa gestione dei beni comuni che sfrutti potenzialità e risorse messe a disposizione dai cittadini desiderosi di attivarsi. Il vuoto legislativo precedente all’avvento di tale regolamento è stato finalmente colmato, di modo che le amministrazioni più lungimiranti possano beneficiare di pratiche di gestione standard che formalizzino l’impegno condiviso di amministratori e cittadini per l’obiettivo comune della tutela dei beni comuni. Senza fraintendimenti e senza scusanti.

Brindisi secondo fiore all’occhiello

Il comune di Brindisi ha autonomamente avviato il dibattito sull’approvazione del regolamento da parte del consiglio comunale ed è stata una delle amministrazioni presenti al workshop sull’“Amministrazione condivisa dei beni comuni” a cui hanno preso parte Piero D’Argento, referente regionale del programma “PugliaCapitaleSociale”, Anna Maria Candela, dirigente del servizio Politiche per il Benessere Sociale e Gregorio Arena, professore ordinario di diritto amministrativo all’Università di Trento e presidente di Labsus. Nel corso di questo appuntamento è stato illustrato il regolamento per la gestione condivisa dei beni comuni e si è concordato di istituire un gruppo di lavoro a livello regionale al quale Brindisi parteciperà in qualità di comune pilota della regione Puglia.
Così si esprime il vice sindaco di Brindisi Giuseppe Marchionna a riguardo dell’iter di valutazione del regolamento appena avviato: “Il nostro Paese, e Brindisi non è affatto esclusa, è pieno di persone disposte a prendersi cura dei beni comuni (strade, piazze, giardini, edifici dismessi ecc.). […] Grazie alla “rivoluzione civica” iniziata da “Labsus” con la “traduzione” del principio costituzionale di sussidiarietà (l’articolo 118.4) in norme che gli enti locali potranno utilizzare per dare il via a rapporti di collaborazione con i cittadini, sarà possibile dimostrare che l’alleanza tra cittadini e istituzioni è non solo teoricamente auspicabile, ma anche realmente possibile. […] Cittadini e istituzioni, insieme, ce la possono fare. Perché non sperimentarlo anche a Brindisi? A tale proposito, va detto che ho già approntato il regolamento del quale ho parlato con la maggioranza. Nei prossimi giorni, conto di avviare l’iter consiliare nelle varie Commissioni per poi farlo approdare in Consiglio Comunale. L’auspicio è di giungere alla sua approvazione per la fine dell’anno”.

A Tropea si parte dai cittadini

A differenza di Brindisi, a Tropea la proposta di adottare il regolamento per l’amministrazione condivisa dei beni comuni è stata avanzata dai cittadini: il Comitato promotore dell’iniziativa è rappresentato da Caterina Forelli, Saverio Ciccarelli e Francesco Apriceno.
In una nota i promotori affermano che la loro iniziativa è volta al riconoscimento ufficiale del ruolo incisivo dei cittadini nella cura, valorizzazione e gestione dei beni comuni. La costituzione di una Rete Civica formalizzerà la posizione dei cittadini negli interventi di rigenerazione urbana in un’ottica di dialogo e confronto con le istituzioni.
Come espresso anche negli articoli del regolamento, il Comitato tropeano individua i singoli cittadini, le associazioni, le scuole e gli imprenditori privati come primari interlocutori dell’amministrazione che decide di regolamentare una gestione condivisa dei beni comuni. Come consigliato dalla direzione scientifica di Labsus, inoltre, il Comitato ha espresso l’intento di organizzare incontri con cittadini, associazioni e scuole per redigere un regolamento ad hoc che si confaccia alle esigenze specifiche del comune di Tropea.
In ultimo queste le parole di entusiasmo per l’esito positivo ottenuto dalla loro iniziativa: “Con grande soddisfazione, rendiamo noto di aver ricevuto conferma della disponibilità, da parte dell’amministrazione comunale, alla collaborazione per la stesura e all’approvazione di questo regolamento che verrà redatto tenendo conto delle caratteristiche del nostro Comune. […] In conclusione, pensiamo e crediamo fortemente che una simile operazione, se portata avanti con serietà e reale comunione d’intenti, possa rappresentare un’occasione concreta di sviluppo socio-culturale e di recupero del patrimonio materiale, immateriale e digitale del comune con relativo incremento della qualità della vita percepita dai cittadini”.
Nelle parole dei rappresentanti del Comitato cittadino tropeano si rintraccia uno dei concetti alla base della “rivoluzione” avviata al momento della rilettura dell’articolo 118 secondo il principio di sussidiarietà: non si deve incorrere nell’ingenuità di considerare beni comuni solamente i beni di proprietà comunale di cui tutti usufruiamo ma di cui non è automatico prendersi cura direttamente. Esistono beni immateriali riconducibili ai servizi e ai benefici che derivano dal prendersi cura dei beni di tutti e che risulta vantaggioso tutelare per il benessere di tutte le categorie di cittadini.

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