La cittadinanza attiva come forma di riscatto contro la povertà 

Promuovere la collaborazione mediante un'attività  di interesse generale

Ha preso il via a Napoli il progetto Spazzacammini che, promosso dal gruppo di imprese sociali “Gesco” e dalla cooperativa sociale “Il Camper”, coinvolge 12 senzatetto e 15 ragazzi e ragazze del Servizio Civile del comune di Napoli   nella pulizia delle strade del centro. Il progetto, per ora in via sperimentale, non comporta alcun costo per l’amministrazione, dal momento che l’intera iniziativa è promossa e sostenuta dalle donazioni dei commercianti e dei cittadini.

Il progetto in sintesi

In Italia è il primo progetto di questo tipo a vedere la luce: per adesso le aree cittadine coinvolte sono 5, ma il proposito è quello di far diventare l’iniziativa permanente, per ridurre le distanze e la conflittualità  sociale e permettere a chi ha perso tutto di riscattarsi e rendersi utile per se stesso, la città  e per gli altri.
I volontari, selezionati dalla cooperativa sociale “Il Camper”, hanno un’età  compresa tra i 25 e i 60 anni, hanno ricevuto una formazione per il servizio da svolgere e riceveranno un compenso, al fine di promuoverne l’autonomia economica. Il programma, che interessa cinque italiani, rumeni, polacchi,un magrebino ed un tunisino, ha una durata di 90 giorni come prova, dopodiché  l’intervento di pulizia delle strade coinvolgerà    altre 200 persone nell’iniziativa sociale.
Il direttore di GESCO, Sergio D’Angelo, nella presentazione dell’iniziativa ha parlato di ” solidarietà  al contrario ” , perché di solito sono questi i cittadini spesso dimenticati ai quali si tende una mano, ma che ora invece armati di ramazza e giubbotto catarifrangente si mettono all’opera in prima persona.
Il progetto Spazzacammini è l’esempio concreto di come la collaborazione e la partecipazione attiva fa guadagnare tutti, ed in questo caso possa restituire dignità  rispondendo all’esigenza di dare una speranza concreta di reinserimento lavorativo e sociale.

L’augurio è che la promozione e la buona riuscita di questo ” modello ” possa essere un impulso non solo per Napoli ma anche per altre realtà  italiane, coniugando la cura e la manutenzione dei beni comuni con iniziative di solidarietà  sociale.

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