Approvato regolamento sulla cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani

Con il regolamento si riconosce il carattere rivoluzionario del principio costituzionale di sussidiarietà

Il 21 luglio 2014 il consiglio comunale di Cavriana, in provincia di Mantova, ha approvato il regolamento per la tutela e la rigenerazione dei beni comuni. Il regolamento in questione è stato elaborato da Labsus, per dare attuazione al principio costituzionale di sussidiarietà. Principio rimasto quasi nell’ombra per anni, e al quale viene oggi riconosciuto il suo carattere rivoluzionario. Attraverso questo, infatti, i cittadini diventano finalmente soggetti attivi nell’opera di cura e rigenerazione dei beni comuni della città in cui vivono. Tutti i comuni che hanno adottato il regolamento, in primis quello di Bologna, hanno dovuto modificare in modo rilevante le norme sull’ amministrazione della propria città. A Cavriana il documento, oggetto di un lavoro di collaborazione tra maggioranza e una parte dell’opposizione, è stato presentato e discusso in consiglio, dove è stato approvato, nonostante le opinioni divergenti di un gruppo di consiglieri. La maggioranza ha quindi approvato il regolamento, respingendo l’istanza avanzata dalla minoranza, di una sospensione del procedimento per valutare con maggiore attenzione le proposte fatte. La maggioranza ha argomentato la decisione presa affermando che nel corso del primo anno di attuazione del regolamento sarà possibile sistemare le aggiunte suggerite dalle osservazioni della minoranza. Analizzando l’articolato si può vedere come questo non sia dissimile da quello di Bologna. Il comune mantovano riconosce infatti, i principi cui si deve ispirare il rapporto di collaborazione tra cittadini e amministrazione. Tra questi spiccano il principio di fiducia reciproca e quello di sostenibilità. In base al primo la cooperazione tra i due soggetti in questione deve essere strutturata in modo tale che le azioni di tutela e di rigenerazione dei beni comuni perseguano sempre finalità di interesse generale. In base al secondo, invece, l’amministrazione deve accertarsi che le azioni intraprese dai cittadini non comportino conseguenze negative sugli equilibri ambientali. Nonostante la rilevanza attribuita a quest’ultimo principio, non è stato riportato nel regolamento di Cavriana, l’ultimo comma dell’articolo 30, presente nel regolamento di Bologna, secondo il quale il Comune si impegna nell’attività di misurazione quantitativa delle esternalità, positive e negative, e degli impatti economici, sociali ma soprattutto ambientali prodotti dalle attività intraprese dai cittadini per la riqualificazione urbana.

Il regolamento sulla cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani proposto da Labsus ha registrato nel 2014 un grande successo. Infatti ben 15 comuni, compreso quello di Cavriana, lo hanno adottato con entusiasmo. Ma il numero delle città intenzionate ad adottarlo cresce rapidamente, infatti altri 43 comuni, sia del nord che del sud Italia, già nelle ultime settimane del 2014 si stavano impegnando a portare a termine le procedure per la sua approvazione. Questo a dimostrazione del fatto che alcune tematiche, come appunto quella dei beni comuni, all’apparenza spinose e complesse da trattare, se portate avanti con le giuste modalità, producono anche nel breve periodo importanti risultati.

LEGGI ANCHE:

Liberare energie. Il Regolamento per la cura dei beni comuni



Lascia un commento