Siamo dunque già  migliaia di italiani a soffiare sulla candelina di questa bella neonata che è l'amministrazione condivisa. In questo editoriale l'abbiamo per cosìdire messa sulla bilancia. Ha un bel peso!

Stiamo sempre meglio mettendo a fuoco la visione di un’Italia che vuole prendersi cura di sé. Non è un miraggio ma un processo iniziato poco più di un anno fa a Bologna, con il ‘Regolamento’. L’entusiasmo ha contagiato tutta Italia e siamo in tanti: molto diversi fra di noi per culture, lavori, città  e territori. In questa riflessione vogliamo iniziare a contarci. Ma i numeri non bastano, perciò racconteremo anche di alcuni degli incontri più importanti. Concluderemo con una riflessione sul futuro.

Quanti italiani hanno scaricato il Regolamento da Labsus?

I numeri. Dal 22 febbraio 2014 al 14 febbraio 2015, 4.141 persone hanno scaricato il Regolamento registrandosi su Labsus. Va sottolineato il fatto che lo stesso testo è disponibile anche su altri siti web, da cui si scarica liberamente. Chi è andato su Labsus, prima di accedere al documento, ha invece lasciato alcuni suoi dati: nome, cognome, qualifica e recapito e-mail. Questo filtro è stata una buona idea, perché adesso possiamo iniziare a contarci per capire la composizione di questa comunità  nazionale di interesse all’amministrazione condivisa.

Primi i cittadini

Su 100 persone che hanno scaricato il Regolamento da Labsus, 69 si qualificano come cittadini. C’è da supporre che non sia molto frequente che i cittadini di una città  si scarichino un regolamento comunale, ma ancor più incredibile è che cittadini di tutta Italia si interessino a regolamenti di altre città ! E’ senza dubbio un fenomeno del tutto nuovo, che sta facendo sìche decine di migliaia di italiani si stiano informando sull’amministrazione condivisa in prima persona e in modo molto operativo. Nel 2013 l’Istat rilevava che mediamente gli italiani bocciano con un 4 la propria fiducia nell’amministrazione pubblica. I 2.857 cittadini italiani che hanno scaricato il Regolamento, visto che questo è basato sulla collaborazione tra loro e l’amministrazione, possono anche averlo fatto con un sentimento di sfiducia, ma sicuramente hanno speranza che in futuro la situazione possa cambiare in meglio.

Secondi, gli amministratori pubblici

Seguono gli amministratori pubblici con ruoli politici e tecnici, che costituiscono il 21% degli scaricanti. L’interpretazione di questa percentuale non può non tener conto del ruolo che essi rivestono nella nostra democrazia:  per quanto la crisi della rappresentatività  sia innegabile, chi governa le città  continua a rappresentare i cittadini e l’interesse pubblico, e chi lavora negli uffici pubblici che si occupano della gestione del governo locale ha un mandato tecnico altrettanto preciso. 870 italiani che hanno un mandato politico o un ruolo da funzionario pubblico si sono interessati al Regolamento e con tutta probabilità  lo hanno condiviso con altri colleghi (fatti ovviamente salvi i casi di curiosità  personale seguita da fulminea disapprovazione dei contenuti e cestinamento!). Come dire, non solo 870…

Ultimo ma non ultimo: il terzo settore

Infine: una persona su 10 che ha scaricato il Regolamento è membro di associazioni, cooperative, organizzazioni non governative eccetera. Ma anche in questo caso, e ancor più che nel precedente, è ovvio che non si tratta certo di un ultimo posto: la rappresentatività  dei grandi enti non profit e la costellazione di micro soggetti del terzo settore ha certo i suoi problemi, ma sono certo meno gravi di quelli che attanagliano la politica e i partiti. Ogni volta che il membro di un’associazione ha scaricato il Regolamento lo ha probabilmente discusso, illustrato e condiviso con decine di membri della stessa associazione.

Dall’interesse virtuale alla voglia di incontrarsi

Noi di Labsus riteniamo che la scelta di scaricare il Regolamento proprio dal nostro portale sia solo in parte casuale: il nostro laboratorio della sussidiarietà  non è solo virtuale. Questo sempre più sta diventando un luogo di scambio e confronto propositivo e costruttivo dove idee e riflessioni utili a tutti coloro che sono interessati agli strumenti per attuare l’amministrazione condivisa: lo strumento amministrativo del Regolamento in primis, certo, ma anche una serie di altri strumenti culturali. Questo interesse più ampio – attorno al dibattito che si sta sviluppando sul liberare le energie presenti in Italia, ma da sbloccare – è difficile da quantificare. Però, prima di passare alle nostre interpretazioni, e giusto per dare un’idea della frequenza degli incontri. Possiamo iniziare col citare in rapida rassegna gli incontri pubblici cui ha partecipato Labsus: nel 2014 alla presentazione inaugurale del Regolamento a Bologna sono seguiti eventi pubblici a Roma (12), Biella, Palermo (2), Siena, Milano, Mantova (2), Trento, Lucca, Napoli, Piacenza, Belgirate (Verbano-Cusio-Ossola), Genova, Bari (2), Taranto, Carditello, Casal di Principe, San Tammaro, Santa Maria Capua Vetere (Caserta), Vercelli, Torino; nel 2015 Trento, Perugia (2), Livorno, Salerno, Roma, Trevignano Romano (Roma), Verona, Napoli e Capannori.

Una comunità  di affinità , oltre che di interesse

Chi ha partecipato a qualcuno di questi incontri sa che l’atmosfera non era quella tipica delle conferenze: il grado di interesse che abbiamo potuto percepire è altissimo, ma c’è dell’altro. I partecipanti sono nella maggior parte dei casi molto eterogenei. Questo è un dato importante. I gruppi che abbiamo citato sopra (terzo settore, amministrazioni e cittadinanza) non sono affatto tre blocchi separati. La voglia di uscire dal proprio gruppo e relazionarsi ad altri è proprio la dinamica più interessante su cui riflettere e di cui essere orgogliosi, in questo compleanno del Regolamento. In nome dell’amministrazione condivisa dei beni comuni molti partiti avversi hanno votato il Regolamento all’unanimità , addirittura comuni confinanti di colori politici da sempre in competizione fra loro hanno firmato un Regolamento per prendersi cura del lago su cui tutti affacciano! Quindi si abbattono barriere interne, ma si inizia anche a capire che bisogna far fronte compatto dentro e fuori i municipi.

Un piccolo aneddoto

Molto più spazio ci vorrebbe per raccontare come questa fase iniziale sia stata ricchissima di iniziative in larga parte avviate e maturate proprio a partire da persone che hanno semplicemente scaricato il Regolamento lasciando la propria mail, sono stati ringraziati da Gregorio Arena, e hanno iniziato a interagire con la redazione di Labsus proponendo non solo contributi virtuali ma anche incontri sul tema dell’amministrazione condivisa nelle proprie città . Chi scrive può raccontare un aneddoto eloquente. Nel giugno 2014 scegliemmo male la data di un incontro pubblico ospitato dall’università  di Palermo: l’Italia giocava contro il Brasile nel tardo pomeriggio ai mondiali, ma ormai era troppo tardi per spostare l’evento: l’aula in cui si ragionava sulla domanda “Cittadini e amministratori possono essere alleati?” era comunque affollata!  

Una sfida al livello locale e nazionale

Ci siamo resi conto, proprio durante questi incontri pubblici, oltre che dall’interazione via web, che le persone sono passate dal guardare a Bologna come comune di riferimento alla voglia di scambiare i propri pareri, dubbi, speranze con altri concittadini ma anche con altri italiani di altre città  e regioni, impegnati per risolvere problemi simili. Da un lato c’è un forte interesse al miglioramento della qualità  della vita nella propria città  e nei territori in cui si vive, dall’altro lato sta nascendo una rete di reti su scala nazionale. La componente dell’interesse è forte, e consiste soprattutto nel cercare e finalmente di iniziare a trovare persone affini. E’ stato un anno entusiasmante, il primo anno del Regolamento. Siamo in tanti e in tutta Italia. Abbiamo i primi numeri e possiamo cosìiniziare a contarci mentre capiamo meglio chi siamo, che lavoro facciamo, dove abitiamo. E’ un esercizio utile soprattutto a misurare il nostro potenziale: se sapremo mettere sempre meglio a fuoco gli elementi che ci rendono affini potremo davvero diventare una forza che rigenererà  il nostro Paese.

Cosa augurarci?

Siamo dunque già  migliaia di italiani a soffiare sulla candelina di questa bella neonata che è l’amministrazione condivisa. In questo editoriale l’abbiamo per cosìdire messa sulla bilancia. Ha un bel peso! A chi le chiede cosa sa già  fare non si può che rispondere che sta muovendo i primi passi: i primi patti di collaborazione tra cittadini e amministratori si stanno sperimentando nelle città  che hanno adottato il Regolamento, ma molti più amministratori pubblici, associazioni e cittadini della nascente società  responsabile italiana stanno spingendo nella stessa direzione. La convergenza avviene sul tema dei beni comuni: qui iniziano gli scambi tra mondi socioculturali diversi. Si scambiano idee, contenuti, esigenze, progetti particolari. E’ proprio la varietà  dei soggetti che orienta il confronto verso una nuova visione generale della società  italiana, che potremmo definire nel suo complesso la comunità  di interesse al Regolamento, nonché comunità  di affinità  verso un futuro di collaborazioni possibili. Proprio in virtù della trasversalità  che lo contraddistingue, questo corpo sociale inizia a sentire di poter porre (non solo a chi la governa, ma anche, responsabilmente, a se stesso) una richiesta unificante di ristrutturazione ambientale, sociale, economica, istituzionale e culturale. Cosa augurarci? Continuiamo così, avanti tutta!

Per tutti gli aggiornamenti sullo stato di attuazione del Regolamento nei Comuni italiani vai alla  sezione dedicata  di Labsus

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