Roma verso un Regolamento comunale sulle " Scuole Condivise "

La scuola come spazio di mediazione fondamentale in una società  che oggi si basa sempre più sul rapporto tra singoli

All’incontro, organizzato dalla Associazione Genitori della Scuola di Donato, sono intervenuti il presidente di Labsus Gregorio Arena, l’assessore alla Scuola, Sport, Politiche giovanili e Partecipazione di Roma Capitale Paolo Masini e l’assessore del Municipio I Emiliano Monteverde, i quali hanno discusso insieme ai presenti circa i modelli, le possibilità  e le problematiche che riguardano l’apertura, fisica ma non solo, delle scuole romane alle associazioni, alle famiglie e alle molteplici opportunità  del territorio, nella prospettiva di una prossima presentazione del Regolamento comunale sulle ” Scuole Condivise ” .

Una rete romana per la partecipazione e la condivisione dalla scuola

Il documento di partenza per il dibattito è stato ” Scuole aperte: luoghi della partecipazione ” (allegato in basso) redatto dal Movimento di Volontariato Italiano e dall’Associazione Genitori Scuola di Donato che si sta ponendo, data l’esperienza ormai triennale, quale punto di riferimento per molte altre scuole e associazioni romane interessate ad un simile percorso di apertura.
Il documento muove dal riconoscimento del valore sociale delle scuole come luogo di ricerca e sperimentazione, e delinea la necessità  di superare il modello della delega della progettazione e gestione delle attività  supplementari a favore di un modello partecipativo, inverando i principi della nostra Costituzione come la sussidiarietà  orizzontale all’articolo 118.
E’ una rete informale quella che per ora sta lavorando a partire da questo documento, ed essa richiede sempre più occasioni di confronto e possibilità  di contaminazione, dimostrando che c’è una fortissima volontà  di mettersi in gioco, di impegnarsi, per sfruttare occasioni di crescita sperimentando strade nuove all’interno degli spazi scolastici.
Queste esperienze infatti identificano un modello di ” Scuole Aperte ” che prevede il coinvolgimento degli studenti, dei docenti, dei genitori, dei cittadini del territorio in quanto co-gestori del bene comune e dei beni comuni insieme allo Stato rappresentato dalla scuola.

Verso un Regolamento comunale sulle ” Scuole condivise ”

Per Masini ” le buone pratiche non possono rimanere nella testa di singoli, ma devono diventare organicità  in un quadro compiuto, e per questo dobbiamo dare delle regole certe. Pertanto l’obiettivo è questo, e come Comune entro aprile porteremo in consiglio la delibera sui beni comuni e più in là  proprio quella sulle scuole condivise, quindi questa squadra che si è riunita e che è collegata a pezzi sani di associazioni di genitori sta costruendo una rete normativa dal punto di vista comunale che sarà  poi una buona pratica a livello nazionale.
Al di là  delle nuove leggi nazionali gli enti locali quindi possono avere un ruolo fondamentale, anche per rendere più omogenee le attività  messe in campo da municipi con sensibilità  diverse”.
“La finalità  – continua l’assessore – è dare soluzione ai problemi che si sono evidenziati nelle varie esperienze, come quello oggettivo sull’assicurazione che ricade sul dirigente scolastico, e per questo siamo in contatto con la Regione per superarlo. ”

” Abbiamo in Costituzione il principio di sussidiarietà  – chiude Arena – per cui queste realtà  devono essere favorite dalle istituzioni, per questo abbiamo scritto il Regolamento di Bologna. Tutto questo come si può applicare alla scuola? Stiamo cercando di fare in modo che il rapporto tra scuola, genitori e quartiere sia regolato, dando garanzie e continuità . Dobbiamo fare in modo che tutta questa energia trovi la sua stabilità . Per fare questo, e Roma è il primo Comune a farlo, stiamo cercando di fare in modo che nel rapporto tra l’autonomia funzionale delle scuole e l’autonomia di cui sono portatori i cittadini, gli insegnanti e il quartiere, tutto questo venga regolato. Tra un mese o due saremo in grado di presentare questo Regolamento semplificato per le scuole che permette di liberarne le energie“.
“Tutto questo si inserisce in un discorso più complesso – continua – oggi la sharing economy sta facendo saltare tutte le mediazioni, le formazioni sociali intermedie. (…) Quindi mi azzardo a pensare che le scuole aperte e condivise di cui stiamo parlando non siano solo luoghi di formazione continua, ma di incontro, dove le persone possono stare insieme, e che in qualche modo siano un baluardo, che permettano la tutela di quegli spazi di mediazione che è fondamentale mantenere per la nostra società “.

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