Bilanci e prospettive per gli interventi urbani per lo spazio pubblico in aree di margine

"Marginali" non sono solo quelle aree geograficamente periferiche ma anche quelle caratterizzate da una condizione di perifericità  più " sociale " e meno " radicata " al suolo

Seppur in forme diversificate dal passato, la marginalità  urbana esiste ancora. In tal senso, in simili contesti, lavorare per e sullo spazio pubblico può essere determinante. Lo spazio pubblico, infatti, è un possibile ambito di promozione dell’equità  urbana, poichè esso può diventare il luogo di espressione del “conflitto creativo”, spazio fisico e sociale di confronto democratico tra le multiple identità  degli attori coinvolti. La ‘sfera pubblica’ come entità  complessa, luogo del confronto e del conflitto, modellato e gestito da attori diversi in modo più o meno informale o legittimo, è sicuramente una chiave di lettura valida sulla quale indagare processi di recupero e rigenerazione.

Marginalità  e spazio pubblico

mostra 3Lasciare aperta la nozione di “marginalità “, senza circoscriverla in una definizione data, dà  spazio a un’ampia interpretazione del termine: questo è stato il presupposto delle attività  organizzate in occasione della III Biennale dello Spazio Pubblico con gli studenti del secondo anno del Corso di Progettazione Urbanistica 1-A – Facoltà  di Architettura, Sapienza Università  di Roma. Nel corso dell’attività  del semestre sono state sviluppate descrizioni, interpretazioni, proposte progettuali per 24 aree marginali o di margine all’interno del territorio della città  di Roma. Allo stesso tempo, mediante il lancio di una Call for practices internazionale – dal titolo ” Dall’alto ” , ” Dal basso ” o ” Di lato ” ? Bilanci e prospettive per gli interventi urbani per lo spazio pubblico in aree di margine – è stato possibile raccogliere progetti realizzati o in via di realizzazione dai quali poter trarre ipotesi interpretative, indicazioni e suggerimenti per l’intervento.
Sono emerse così, come “marginali” non solo quelle aree geograficamente periferiche rispetto a una o più polarità  – ad esempio in termini di disponibilità  e qualità  dei servizi – ma anche quelle caratterizzate da una condizione di perifericità  più ” sociale ” e meno ” radicata ” al suolo.

” Dall’alto ” , ” Dal basso ” o ” Di lato ” ?

Attraverso questi materiali si è tentato di costruire una possibile definizione/descrizione di aree “di margine” non necessariamente e/o non solo marginali, a partire dai contesti reali, al fine di innovare e potenziare le forme di intervento con l’intenzione di approfondire, allo stesso tempo, tre approcci corrispondenti a tre prospettive di ricerca di dottorato in corso (espresse dal claim ” dall’alto ” , ” dal basso ” , ” di lato ” ).
In sintesi, si sono volute indagare le possibili modalità  di intervento: ” top down ” (strategie, policies e progetti messi in campo dalle pubbliche amministrazioni); “bottom up” (forme di auto-organizzazione dal basso, attivazione di processi inclusivi responsabili e partecipativi sollecitati dalle effettive richieste locali); ” cross cutting ” (varie forme di partenariato pubblico privato, iniziative di rigenerazione urbana promosse da attori privati di varia natura, investitori o soggetti del terzo settore). L’obiettivo era quindi quello di contribuire alla realizzazione di una base conoscitiva – arricchita mediante seminari, mostre e dibattiti – che ci ha consentito di mettere in connessione diretta la ricerca con le esperienze dei professionisti, degli operatori e dei cittadini e di maturare una riflessione sulle aree marginali e, più in generale, sulla città  contemporanea.

” Dall’alto ” , ” Dal basso ” e ” Di lato ” !

Dal lavoro svolto è emersa la ricerca dell’interazione tra diversi tipi di stakeholder e, quindi, tra diversi tipi di prospettive entro una condizione che sempre più richiede interventi che favoriscano trasformazioni complesse, articolate e coordinate. In tal senso, le pratiche selezionate rispondono a queste caratteristiche e indicano strategie per intervenire non solo nello spazio pubblico inteso come spazio aperto ma, più in generale, su luoghi, costruiti o meno, spazio delle relazioni fische e sociali che costituiscono la sfera pubblica. Gli interventi premiati hanno interessato la rigenerazione di parti di città  attraverso l’approccio sinergico a piazze, aree verdi abbandonate e recuperate, edifici militari riconvertiti da cooperative sociali, spazi pubblici frammentati ricuciti con interventi integrati.

Prospettive

Gli esiti del lavoro svolto in questi mesi verranno raccolti e ulteriormente approfonditi attraverso una pubblicazione di carattere scientifico. Al fine di dare seguito al lavoro sono previsti, tra settembre e ottobre, a Roma, ulteriori esposizioni e nuovi incontri che daranno modo di contribuire a rafforzare le conoscenze sul tema oltre che di proseguire i dibattiti e le riflessioni avviate nel mese di Maggio. Per queste occasioni stiamo continuando a raccogliere esperienze e contributi attraverso il sito, costantemente in aggiornamento, urbapract.wordpress.com.

Autori

Irene Amadio
PhD student, Dottorato in Pianificazione, Design e Tecnologia dell’Architettura, Dipartimento di Pianificazione, Design, Tecnologia dell’Architettura, Università  La Sapienza di Roma
irene.amadio@uniroma1.it

Camilla Ariani
PhD student, Dottorato in Pianificazione, Design e Tecnologia dell’Architettura, Dipartimento di Pianificazione, Design, Tecnologia dell’Architettura, Università  La Sapienza di Roma
camilla.ariani@uniroma1.it

Giulia Bortolotto
PhD student, Dottorato in Pianificazione, Design e Tecnologia dell’Architettura, Dipartimento di Pianificazione, Design, Tecnologia dell’Architettura, Università  La Sapienza di Roma
giulia.bortolotto@uniroma1.it

Daniela De Leo
PhD, ricercatrice in Urbanistica e docente di ” Progettazione urbanistica ” , Facoltà  di Architettura Università  ” La Sapienza ” di Roma.
daniela.deleo@uniroma1.it

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