Le Associazioni dei genitori sul piede di guerra per scongiurare la fine di un modello virtuoso

Possono ragioni burocratiche ed economiche mandare in soffitta un modello virtuoso?

L’estate perugina sta conoscendo un vero e proprio tormentone. Non uno di quelli che si balla sulle spiagge, ma un caso amministrativo-burocratico che non vedrà  scorrere i suoi titoli di coda in una delle stagioni più calde degli ultimi anni.
Da una parte l’amministrazione comunale di Perugia e la sua decisione di cambiare il capitolato d’appalto per la gestione delle mense scolastiche, relegando le Associazioni dei genitori a mero ruolo di controllo dei pasti serviti; dall’altra appunto le Associazioni dei genitori, sostenute da altre diverse realtà  associative locali e non, che ritengono inopportuna e illegittima la decisione assunta dal governo cittadino, estromettendola dal suo ruolo di acquisto delle derrate alimentari che aveva consentito di finanziare, con gli avanzi dei bilanci delle associazioni, ulteriori attività  didattiche. Una lunga serie di puntate di botta e risposta tra i due protagonisti della vicenda che vedrà  a breve anche la pronuncia del TAR, a seguito del ricorso delle Associazioni dei genitori difesa dall’avvocato Alessandra Bircolotti.

Le prime tappe della vicenda e la decisione della Giunta

Nel corso degli anni, il comune di Perugia ha progressivamente esternalizzato il servizio mensa, passando da una gestione diretta con proprio personale ad affidamenti tramite procedure ad evidenza pubblica, mantenendo  comunque ai Comitati dei genitori (divenuti soggetti giuridici con propri statuti e bilanci nel giro di pochissimo tempo) la prerogativa della selezione, dell’acquisto delle derrate alimentari e della gestione del rapporto con i fornitori. Partecipazione attiva dunque dei genitori (a titolo gratuito) che garantiva la salvaguardia della qualità  del cibo, attraverso il rapporto diretto con i fornitori, unita alla promozione di ulteriori attività  didattiche, finanziate dal risparmio di gestione a seguito del compito assegnato agli stessi di determinare e riscuotere le rette del servizio mensa.
Il caso della gestione del servizio mensa di Perugia si può dunque considerare un ottimo esempio di sussidiarietà , avendo in questo caso un’attività  di interesse generale svolta da cittadini con il rapporto giuridico con l’ente locale regolamentata da apposita convenzione stipulata.

La progressiva esternalizzazione avviata dall’ente locale ha riguardato l’attività  di preparazione, cottura, trasporto, sporzionamento dei pasti.  Tutto questo fino all’anno scolastico 2014/2015 (convenzione scaduta nell’anno 2013/2014, si è proceduto a proroga per un altro anno), quando la Giunta comunale di Perugia, guidata dal sindaco Andrea Romizi, con delibera n.54 del 08/07/2015 ha deciso di indire un nuovo bando di gara, includendo nel capitolato d’appalto anche le attività  assegnate alle Associazioni dei genitori, scatenando la reazione degli stessi genitori, che hanno ritenuto offensiva la decisione della giunta e hanno annunciato che, se non si dovesse arrivare ad una soluzione condivisa, procederanno allo sciopero della retta e al boicottaggio della mensa. L’amministrazione comunale, a sostegno della sua decisione, adduce motivazioni di spending review  prevista dalla legge che imporrebbe dal  1 gennaio 2014 la pubblica amministrazione acquisisca sul mercato i beni e servizi strumentali alle proprie attività ,  allo scopo di evitare distorsioni della concorrenza e del mercato e al fine di assicurare la parità  degli operatori economici sul territorio nazionale. Anche il dibattito politico è stato particolarmente animato, con consigli comunali svolti alla presenza dei genitori piuttosto densi di dibattiti accesi.

L’intervento dell’ANAC e il ricorso al TAR

La situazione si è ingarbugliata in maniera peggiore anche dopo l’intervento dell’Autorità  Nazionale Anticorruzione (ANAC), a seguito della richiesta di parere avanzata dall’amministrazione comunale del capoluogo umbro. L’ANAC si è espressa con parere  del 20/7/2015 prot. 0092216: attraverso capitolato e disciplinare di gara l’ente locale fissa una serie di criteri sul punto che il vincitore dovrà  rispettare; quest’ultimo però, ovviamente nel rispetto dei parametri, sceglierà  in libertà  i fornitori dai quali comprare il cibo.  Nel parere l’Anac chiarisce che l’affidamento diretto ad associazioni di volontariato dell’erogazione di singoli servizi può essere fatto, ma che questo non può “rappresentare lo strumento attraverso cui, di fatto, delegare alle associazioni di volontariato le funzioni proprie della stazione appaltante inerenti la gestione del servizio di mensa (nel caso di specie la selezione dei fornitori delle derrate alimentari) che, in una simile eventualità , finirebbe per essere effettivamente erogato da soggetti terzi, selezionati in violazione delle norme dell’evidenza pubblica”.  Un parere del genere, che sostanzialmente è una via di mezzo tra le due tesi portate avanti da amministrazione comunale e Associazioni dei genitori, non facilita la soluzione: in data 4 agosto le Associazioni dei genitori hanno avviato le procedure di istanza di annullamento in autotutela, in quanto ritengono le decisioni prese dalla Giunta comunale di Perugia incoerenti e lesive degli interessi della stessa pubblica amministrazione (allegata le preinformativa di ricorso).

In totale stravolgimento di tale sistema, il Comune di Perugia – afferma il ricorso – contraddicendo se stesso che pure nel 2014 aveva rinnovato le relative Convenzioni (v. Determina interna di G.C. 20/8/2014 n. 7), senza aver avuto nulla da obbiettare ne sul piano giuridico ne su  quelle economico, ha deciso di esternalizzare completamente il servizio mensa e di estromettere totalmente le Associazioni dei genitori dalla gestione partecipata del servizio…La partecipazione, infatti, dei genitori alle decisioni del Comune non e stata garantita in nessuna fase, ne in quella di organizzazione del servizio ne in quella di  attuazione della modalità  scelta dalla Giunta Comunale.

Non solo, i genitori contestano anche la decisione di escludere dalla gara di appalto indetta le scuole materne comunali “Flauto Magico” e “il Tiglio” che, presumibilmente, rimarranno rimangono a gestione diretta del Comune con proprio personale, determinando cosìun’evidente ed illogica disparità  di trattamento. I genitori ritengono, quindi, molto più ragionevole la soluzione di procedere, attraverso un Protocollo d’intesa non oneroso per le casse comunali: proposta, già  fatta dalle Associazioni dei genitori ma respinta dall’Amministrazione Comunale, in perfetta sintonia con il dettato dell’art. 118 della Costituzione Italiana, inerente il principio di sussidiarietà  orizzontale, ma anche con lo stesso Codice Appalti dlgs.163/2006, in quanto disciplinante i contratti a titolo oneroso che escluderebbe invece le convenzioni stipulate con le associazioni.

In molti ritengono che la chiusura della vicenda mensa di Perugia sia lontana e che, questo tempo che si sta passando tra aule comunali e dei tribunali possa compromettere l’avvio del servizio, visto l’imminente inizio dell’anno scolastico.

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