Il Regolamento sulla gestione dei beni condivisi è una delle tappe del progetto Gravina che vogliamo

Il percorso per l’adozione nasce su proposta dell’amministrazione con la delibera n.26/2016 della giunta, con la quale la bozza del Regolamento arriva nel consiglio del Comune di Gravina in Puglia. L’avvicinamento al tema della collaborazione dei cittadini attivi per la cura e la rigenerazione dei beni comuni si era già avuto nel dicembre 2015, durante il convegno sulla gestione condivisa dei beni comuni, nel quale sono intervenute Giovanna Magistro e Pasquale Bonasora di Labsus. L’impegno per l’approvazione del testo normativo risulta, allora, essere uno dei punti che rientrano nel programma elettorale presentato da Alesio Valente, esponente del Partito Democratico e sindaco di Gravina ed esplicitato in “Gravina che vogliamo”, il progetto comunale di promozione e potenziamento delle forme di cooperazione della cittadinanza attiva.

L’intervista a Liborio Dibattista

Noi di Labsus abbiamo intervistato Liborio Dibattista, assessore al Bilancio e al patrimonio, uno tra i proponenti del Regolamento a Gravina in Puglia.

Quali sono le ragioni che hanno portato all’approvazione del Regolamento tra cittadini e amministrazione per la cura e rigenerazione dei beni comuni urbani?
Il testo è stato adottato per due ordini di motivi. Uno, direi di carattere strumentale, che consiste nella possibilità di intervento diretto dei cittadini sui beni comuni con l’intento di facilitare il raggiungimento degli obiettivi del decoro urbano, attraverso l’azione diretta e immediata dei singoli sulle proprietà comunali necessitanti di manutenzione. Secondo, e più importante, è l’ottenimento di una coscienza politica dei cittadini che si abituano a pensare alle proprietà comunali come proprie e non come qualcosa d’altro. Riuscire a vedere la strada, il giardino, la panchina, l’immobile comunale come mio e non come “del Comune” che rimane un’entità astratta, significa rendere i cittadini consapevoli di quello che vuol dire “bene comune”.

Qual è stato il parere dei cittadini che ne sono venuti a conoscenza e con quali modalità verrà comunicato a coloro che ancora non lo conoscono?
Per ora, i pochi cittadini che sono venuti a conoscenza del provvedimento hanno una reazione tra il meravigliato e il soddisfatto. Meraviglia, per la possibilità che viene data loro di prendersi responsabilmente cura degli spazi abitati e dei percorsi usati da loro stessi e soddisfatti di questo ruolo attivo, che possono svolgere nella manutenzione della città, anche al di là del recupero in termini fiscali che il Regolamento prevede. Bisognerà fare, certo, uno sforzo importante per dare massima diffusione al Regolamento e alle possibilità che esso prevede per i cittadini. Nel mese di luglio è previsto un incontro pubblico per illustrare alla cittadinanza le caratteristiche del provvedimento e speriamo, inoltre, di poter attivare una pagina ad hoc sul sito istituzionale del Comune, dove indicare e ricevere le segnalazioni utili agli interventi previsti.

Quali sono le difficoltà che si prospettano nell’attuazione del Regolamento a livello locale?
Direi che la difficoltà maggiore è la novità. È una novità per i cittadini abituati a pensare alle proprietà pubbliche come altrui e non come proprie ed è una novità per gli uffici comunali, che stanno cominciando pian piano ad attrezzarsi per la gestione dell’art. 5 del Regolamento, l’articolo che spiega come funzioneranno i patti di collaborazione tra cittadini e amministrazione: il ruolo di controllo e verifica dell’ufficio tecnico, il ruolo dell’ufficio tributi che provvederà agli sgravi guadagnati dei cittadini e, soprattutto, il ruolo dei cittadini, cioè quello che possono e quello che non possono fare in base al patto stesso.

Quale aspetto o articolo del Regolamento la colpisce particolarmente?
Io vorrei che fosse dato particolare risalto all’art, 1 del Regolamento, in quanto attuazione di articoli costituzionali che prevedono la collaborazione tra cittadini ed amministrazione con l’obiettivo di radicare nella comunità forme di cooperazione attiva, rafforzando il rapporto di fiducia con l’istituzione locale e tra i cittadini stessi. L’art. 1 rimanda anche all’art. 24 del decreto di legge 133 del 2014: sviluppo della coscienza civica e attuazione reale del principio di sussidiarietà. Qualcuno ha criticato la proposta del Regolamento rilevando la mancanza, a monte, di una coscienza civica dei gravinesi; io, invece, credo che la coscienza civica abbia bisogno di strumenti attraverso cui concretizzarsi e formarsi e il Regolamento è uno di questi.

In allegato il testo del regolamento di Gravina.

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