Il 16 giugno a Roma, in occasione della presentazione dei risultati del progetto europeo COMPASS, il caporedattore centrale di Labsus, Fabrizio Rostelli, ha partecipato ad una giornata di riflessione e attività  sulla rigenerazione urbana dal basso.

Le attività  della mattina si sono svolte presso la Sala della Partecipazione di San Lorenzo a Roma, scelta simbolica in quanto frutto proprio di un processo di rigenerazione urbana partecipata dal basso che ha visto la positiva collaborazione tra amministrazione e cittadinanza.
” Il territorio di San Lorenzo è affamato di rigenerazione urbana ” ha sottolineato l’assessore all’Ambiente del Municipio II Rino Fabiano, durante il suo discorso di benvenuto, dimostrando apertura verso iniziative nate dal basso per ripensare gli spazi del quartiere.
Sull’importanza di competenze trasversali in questo tipo di processi si è espressa Lucie Greyl, dell’associazione A Sud, presentando gli obiettivi e i risultati raggiunti dal progetto COMPASS. Il corso online ha mirato a fornire prima un bagaglio di competenze trasversali, prevedendo una successiva fase di sperimentazione in cui i partecipanti hanno potuto mettere sul campo le competenze acquisite. Dall’analisi di contesto, al dialogo con le amministrazioni e al laboratorio di progettazione partecipata, i partecipanti si sono messi alla prova nei 5 paesi coinvolti dal progetto, sperimentando la complessità  del processo di cambiamento. L’intervento di Pablo B. Tempesta di Cesfor, partner di COMPASS ha chiarito i contenuti del curriculum e della guida metodologica del corso interdisciplinare COMPASS: due strumenti a disposizione della collettività  che attraverso un approccio learning by doing e l’utilizzo di casi studio permettono di replicare il corso e ispirare future attività  di rigenerazione urbana.

La tavola rotonda

Durante la seconda parte della mattina si è svolta una tavola rotonda dedicata ai processi di rigenerazione in contesti di criticità  urbana. I contributi e le riflessioni hanno sottolineato come la rigenerazione dello spazio pubblico dal basso possa trasformare le criticità  che insistono a livello urbano in processi di partecipazione e riappropriazione cittadina. Il primo intervento, di Carlo Cellamare, prof. di Urbanistica del Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale dell’Università  di Roma ” La Sapienza ” , si è concentrato sulla definizione del significato di partecipazione e autorganizzazione, fornendone una determinata interpretazione. La partecipazione infatti comprende esperienze anche molto distanti in termini di costruzione del consenso che possono causare frustrazione quando rimangono relegate ai soli livelli della consultazione e dell’ascolto, come accaduto in alcune esperienze sul territorio romano. Secondo Cellamare è di importanza centrale riuscire ad attivare le risorse che i territori esprimono in termini di idee e progettazione, per capire a quale livello sviluppare la partecipazione. La progettazione di uno spazio fisico è infatti diversa dalla riqualificazione di un intero quartiere, occorre quindi chiarire l’idea di sviluppo a cui tendere e in quale prospettiva dirigersi, attraverso un processo continuo e non occasionale di dialogo con il territorio. In quest’ottica la rigenerazione urbana si configura come un processo di ri-significazione del territorio, in cui gli abitanti tornano a sentire gli spazi come propri, in cui la rigenerazione non investe solo gli spazi fisici ma anche il tessuto sociale, costruendo reddito e riattivazione sociale. Le amministrazioni giocano un ruolo molto importante in questo processo, hanno il compito di accompagnare e sostenere questo percorso: una discussione condivisa non può non prevedere un ruolo per le istituzioni. Altro attore importante individuato sono le associazioni: prima scuola di partecipazione ma possibile filtro di trasmissione dei bisogni, troppo spesso si fanno carico di compiti che spetterebbero alle amministrazioni. In sintesi, rigenerazione urbana è fare emergere il protagonismo sociale dei territori.

L’intervento dell’ Arch. Paolo Robazza, di BAG – Beyond Architecture Group, si è inserito proprio nel livello di azione indicato dal prof. Cellamare, quello in cui attraverso il ripensamento degli spazi i cittadini si riappropriano del proprio territorio. BAG realizza interventi di piccola scala sperimentando la metodologia del cantiere collettivo e utilizzando materiale naturale e riciclato. Alcuni esempi di interventi realizzati da BAG hanno evidenziato come la riappropriazione di piccoli spazi abbinata al cantiere collettivo consenta un coinvolgimento superiore degli abitanti ma allo stesso tempo strida con la visione delle amministrazioni, spesso in cerca di interventi di dimensione maggiore.

Un’altra pista di riflessione sulla quale intraprendere la riqualificazione e la rigenerazione urbana è stata esposta dalla prof.ssa Claudia Mattogno, docente di Urbanistica del Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale dell’Università  di Roma ” La Sapienza ” e direttrice Centro Interdipartimentale Fo.Cu.S.. La docente ha presentato alcune idee maturate a partire da attività  didattiche e alimentate da iniziative sul territorio, come la Jane’s Walk 2017, che ha visto il coinvolgimento di studenti e abitanti. Il contributo riguarda l’ipotesi di progetto per una rete verde a San Lorenzo attraverso cui attivare risorse professionali, abitanti del quartiere e associazioni con l’obiettivo di restituire delle aree verdi alla citt{ e ridurre l’asfalto. Non solo un processo di autoriduzione ma anche di gestione e cura successivo che coinvolga nella sua rete risorse e realtà  già  attive sul territorio.

L’Arch. Giorgia Scognamiglio e Fulvia Calcagni sono intervenute in rappresentanza del Collettivo Mixité. Durante l’intervento è stata presentato il progetto di riqualificazione dell’area di Largo Passamonti (che ha ospitato anche le attività  del pomeriggio) presentandone metodologia e processo, analisi e valutazione del contesto e i risultati del primo laboratorio partecipativo cittadino. L’esperienza ha evidenziato l’importanza di accompagnare la progettazione dal basso con la collaborazione con le amministrazioni locali data la complessità  del processo.
Petra Andric, coordinatrice del progetto COMPASS per l’organizzazione croata DOOR, ha presentato una delle sperimentazioni realizzate dai partecipanti al corso COMPASS a Zagabria. L’intervento ha riguardato la rigenerazione del padiglione 15 del complesso fieristico di Zagabria, un patrimonio culturale protetto, progettato dall’architetto Giuseppe Sambito nel 1962 oggi in stato di abbandono. Dopo un lavoro di indagine e analisi condotto sulla comunità  locale (coinvolgendo 138 persone tra autorità  locali, associazioni, ong e abitanti) la proposta si è orientata verso l’installazione di un mercato ecologico, in grado di rispondere alle esigenze dei distretti della città  (mancanza di mercati ecologici specializzati), alle caratteristiche funzionali del Padiglione (un’alta sala vetrata) unitamente alla necessità  di proteggere il patrimonio culturale con metodi non invasivi e la necessità  di offrire soluzioni sostenibili, ecologiche e locali per le abitudini alimentari e di vita.

Il contributo di Fabrizio Rostelli, per l’associazione LABSUS, ha portato nuovi spunti di riflessione, concentrandosi sulla possibilità  di utilizzare strumenti giuridici che facilitino la collaborazione tra amministrazione e cittadini per la gestione condivisa dei beni comuni urbani, presentando il Regolamento per l’amministrazione condivisa dei beni comuni. Elaborato con la collaborazione di Labsus permette di dare attuazione al principio costituzionale di sussidiarietà  orizzontale con una lettura di ” sussidiarietà  responsabile ” . Adottato con successo dall’amministrazione di Bologna nel 2014, rappresenta un tentativo di dar continuità  ad esperienze di rigenerazione urbana, in particolare semplificando il rapporto con la politica ed è stato ulteriormente adattato e sottoscritto da più di 100 comuni in Italia.

L’ultimo intervento, di Maurizio Moretti per ADLM Architetti – Città  Ibrida, si è soffermato nuovamente sul ruolo dell’architetto all’interno dei processi di rigenerazione urbana e non. Le considerazioni muovono dall’ammissione che lavorare con singoli progetti e non con programmi sia limitante in quanto la rigenerazione urbana parte dalla riappropriazione del senso di cittadinanza. La città  secondo l’arch. Moretti è ibrida, dinamica, in trasformazione e ha bisogno di essere animata dalla cittadinanza. Per questo occorre prendersi cura del territorio più che dell’architettura: partecipazione significa rendere i cittadini motore del cambiamento, attivando una rigenerazione del tessuto urbanistico e sociale degli agglomerati urbani.

Immaginare insieme Largo Passamonti

Le attività  di progettazione partecipata del pomeriggio si sono svolte all’interno del Parco De Sanctis – Largo Settimio Passamonti, un luogo che presenta evidenti fenomeni di degrado fisico. Finalità  dell’incontro è stata l’acquisizione di percezioni e suggerimenti da parte dei fruitori per immaginare insieme una nuova organizzazione dello spazio. Le attività  hanno previsto un primo momento introspettivo della relazione tra cittadino e ambiente urbano in cui i partecipanti sono stati invitati a tracciare liberamente il proprio itinerario alla scoperta del parco e a manifestare sensazioni e percezioni. La seconda parte del laboratorio ha riguardato un momento di raccolta di idee e proposte attraverso un laboratorio di mappatura collettiva.