Un insieme di piccole realtà  in cui si percepisce la voglia di partecipazione dal basso, di contribuire attivamente per migliorare il vivere collettivo

L’evento è stato strutturato in più momenti: in mattinata il Presidente di Labsus ha incontrato il Sindaco della città  matesina, alcuni componenti dell’amministrazione, i funzionari comunali e il segretario; nel pomeriggio c’è stato un primo incontro con le amministrazioni dei comuni limitrofi e con le associazioni locali, seguito dall’ultimo confronto aperto al pubblico.

Nell’incontro mattutino Arena ha illustrato le funzionalità  del Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazioni per la cura, la rigenerazione e la gestione condivisa dei beni comuni urbani. Ha posto l’accento sul fatto che esso svolge esclusivamente una funzione strumentale e che, di conseguenza, offre delle opportunità : in primis, l’opportunità  di liberare energie  e di potersi rapportare non più con cittadini che chiedono di soddisfare i propri bisogni, ma con cittadini che vogliono mettere a disposizione le proprie competenze nel perseguimento di un interesse generale. La metafora utilizzata dal Presidente Arena è quella di un pannello fotovoltaico che raccoglie la luce solare per produrre energia: è ciò che fa il regolamento di Labsus per la cura dei beni comuni.
Da qui la distinzione tra volontari e cittadini attivi: i primi si occupano delle persone; i secondi della cura dei beni comuni che, svolta in modo ottimale, migliora la vita di se stessi e di chi ci circonda. Ma non solo: favorisce la coesione sociale, svolge una funzione educativa soprattutto per i più piccoli, incentiva la costruzione di legami comunitari e, perché no, ha la probabilità  di creare, talvolta, un indotto economico che potrebbe risultare vitale per qualsiasi luogo.
Un altro tema toccato riguarda la comunicazione dei beni comuni in uno scenario di amministrazione condivisa. In tal caso, è emersa la necessità  dell’essere pronti e competenti a coordinare le attività , nonché a mediare tra i soggetti che intervengono nelle operazioni dei Patti di Collaborazione (enti pubblici, associazioni, comitati di quartiere, cittadini), magari predisponendo un ufficio apposito preposto a coordinare l’intero processo. E’ essenziale, poi, saper comunicare all’esterno, in particolare a quei cittadini che non partecipano alla sussidiarietà , esplicitando in modo chiaro gli obiettivi e il valore del prendersi cura di un qualsiasi bene comune, in un’ottica di promozione della cultura dei beni comuni.
Tante le domande da parte di alcuni amministratori e funzionari comunali, in particolare sulla ricaduta della responsabilità  civile e quella in caso di infortunio per un cittadino attivo operante in un Patto di Collaborazione. Il Presidente Arena ha avuto l’occasione per parlare della collaborazione tra Labsus e UnipolSai, che si concretizza in una serie di pacchetti assicurativi rivolti esclusivamente ai cittadini attivi, acquistabili direttamente dal Comune.

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Legami di comunità , riuscire a fare rete, non solo a Piedimonte Matese, bensìtra tutti i Comuni dell’area matesina e, più in generale, dell’Alto Casertano: un insieme di piccole realtà  in cui si percepisce la voglia di partecipazione dal basso, di contribuire attivamente per migliorare il vivere collettivo. E questo è stato il tema trainante del primo incontro pomeridiano con alcuni dei Sindaci dell’area territoriale di riferimento e le associazioni locali.
Partendo dalla Riforma del Titolo V del 2001, che ha dato vita al principio di sussidiarietà  orizzontale per mezzo dell’art. 118, ultimo comma, della nostra Costituzione ( ” Stato, Regioni, Città  metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività  di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà  ” ), e che, a sua volta, ha permesso la nascita dei cittadini attivi, Arena ha evidenziato il legame di quest’ultimo con l’art. 3, comma 2: ” E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà  e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese ” .
Convertire, dunque, quel paradigma amministrativo a cui siamo abituati dall’Ottocento: non più la cosa pubblica considerata come materia esclusiva delle amministrazioni pubbliche, ma porre finalmente il cittadino al centro, come un attore protagonista: tutto ciò grazie al modello dell’amministrazione condivisa dei beni comuni.
Ma cosa si intende per beni comuni? Altro quesito imprescindibile pervenuto da una comunità  vergine di Patti di Collaborazione come quella matesina, a cui il Presidente Arena ha risposto identificandoli come quei beni che permettono a tutti i cittadini (da qui il concetto di interesse generale), come gruppi associati o come singoli, di raggiungere la propria perfezione e pienezza, di mostrare e sviluppare il proprio talento e le proprie competenze e di affermare la propria dignità , secondo quanto affermato dalla Costituzione. Ovviamente, da ciò si intuisce che dietro ai beni comuni vi sono le persone e che, quindi, prendersi cura di essi significa indirettamente prendersi cura della qualità  della vita delle persone.

A chiusura dell’intensa giornata ricca di cultura, politica e riflessione sociale, il prof. Gregorio Arena ha incontrato i cittadini di Piedimonte Matese e dei comuni limitrofi, in un dibattito pubblico moderato dal giornalista Francesco Fossa.
Al centro del dibattito vi è stato il tema della sussidiarietà , un concetto tipicamente italiano (negli Stati Uniti, ad esempio, esiste il concetto di self government che ha altre declinazioni e accezioni). Il principio di sussidiarietà  orizzontale, visto in precedenza con l’art. 118, ultimo comma, della Costituzione, favorisce tutte le libere iniziative della società  civile che abbiano come fine la risoluzione dei problemi della comunità . Gli attori operanti in tale contesto sono ovviamente quelli appartenenti al Terzo Settore. Ma in una società  improntata sulla sussidiarietà  orizzontale, qual è il ruolo dello Stato? Ovviamente la Repubblica (intesa come Stato centrale, Regioni, Province, Città  metropolitane e Comuni) non deve venire meno ai propri doveri. Tuttavia, è chiaro che il principio di sussidiarietà  è ancora lontano dall’essere espresso. E allora, come si fa? Applicandolo e ridefinendo una volta per tutte i rapporti tra amministratori e amministrati, convertendo il sistema di monodirezionalità  in bidirezionalità  e concretizzando l’amministrazione condivisa.

Tutto ciò, magari, dopo gli oltre centoventi esempi in tutta Italia, a Piedimonte Matese e nei comuni vicini dell’intero comprensorio matesino e dell’Alto Casertano, per iniziare a costruire un’interessante rete di cooperazione salda ed efficiente e tentare persino di trovare una via d’uscita alla crisi economica, sociale e culturale che in Italia ha investito ogni realtà , soprattutto di piccole dimensioni.

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