Come sempre accade quando un patto di collaborazione mostra la sua efficacia, aldilà del livello di complessità delle azioni di cura previste, la contaminazione e la fiducia tra cittadini, istituzioni e soggetti collettivi produce nuove idee e percorsi.

Il destino di via Moruzzi per tanti anni sembrava non potesse essere diverso da quello di tante storie simili nel nostro Paese. La variabile positiva, in questo caso, è stata la volontà, la voglia dei cittadini di intervenire, di prendersene cura.

Come è iniziato

Tutto ha inizio con una proposta presentata nel 2016 al bilancio partecipativo del Comune di Pavia per la realizzazione di una pista ciclo pedonale dalla stazione ferroviaria sino alla ciclabile lungo il Ticino. Il progetto viene finanziato e, da allora, l’ex raccordo stradale diventa Moruzzi Road, un luogo dove sperimentare pratiche di comunità e cura dei beni comuni.
Vengono organizzate delle giornate di pulizia dell’area, iniziative tese a fare di quel luogo uno spazio vissuto dalla comunità, da chi ha bisogno di uno spazio dedicato e non lo trova in città come un gruppo di skaters che cerca un posto dove allenarsi, a chi semplicemente trova quel raccordo ideale per muoversi con la bici in sicurezza.

Il Regolamento come opportunità

Nel 2016 il Comune di Pavia adotta il Regolamento per l’Amministrazione Condivisa e l’esperienza di Moruzzi Road si arricchisce di un patto di collaborazione che ha come obiettivo quello di promuovere la socializzazione attraverso l’organizzazione di eventi, coinvolgere le persone che possono contribuire alla valorizzazione dell’area, dare continuità alle attività previste dal patto stesso attraverso una programmazione partecipata e condivisa.
Moruzzi Road oggi è un’associazione, “nata in modo quasi naturale attraverso la cura di un bene comune” presieduta da Giuseppe Giacalone che, a sottolineare come l’aspetto determinante in queste esperienze sia la voglia dei cittadini di mettersi in gioco, dice “queste cose nessuno ce le ha insegnate, siamo autodidatti e ci siamo ritrovati a prenderci cura di un bene comune con due obiettivi principali: il recupero e la valorizzazione del territorio e la creazione di legami di comunità più forti”.


Le prime attività inserite nella cornice del patto di collaborazione sono una giornata ecologica il prossimo 24 febbraio per la cura e la pulizia dei luoghi e una biciclettata per il 10 marzo che, partendo da via Moruzzi costeggerà la riva sinistra del Ticino. Attraverso queste iniziative si favorisce anche lo scambio di esperienze, la contaminazione con altre realtà associative. Come con l’associazione Arsenale Creativo che si occupa di progettazione partecipata, e Ozelot Lab che sull’area dell’ex raccordo ha realizzato il laboratorio “Cosa fa bello il tuo quartiere?” finalizzato a definire le attività di sensibilizzazione e coinvolgimento degli abitanti. E proprio questo sembra essere il punto su cui il patto dovrà incidere, “superare”, come dice Giuseppe Giacalone, “quella forma di rispetto ma anche sospetto dei cittadini, andare oltre la domanda perché lo fa?”. I risultati sembrano incoraggianti, l’area del raccordo era una discarica a cielo aperto, luogo di spaccio e consumo di sostanze stupefacenti. Il livello di abbandono di rifiuti è oggi molto basso così come il numero di siringhe raccolte, segno di attenzione da parte dei cittadini alla cura dei luoghi ma anche del suo recupero sociale. Un segnale importante di come, anche un tema tanto delicato e dibattuto come quello della sicurezza, possa trovare soluzione quando gli spazi vengono “abitati”.

La contaminazione è il vero valore aggiunto

Il patto di collaborazione “Muoversi in libertà divertendosi” promosso dall’associazione Moruzzi Road si inserisce, dunque, nel processo di riqualificazione di un’area che vede una positiva contaminazione tra diversi elementi: il bilancio partecipativo, che ha garantito le risorse per la realizzazione di una pista ciclo pedonale i cui lavori avranno inizio nella prossima primavera; il patto di collaborazione per dare continuità alle iniziative, favorire il coinvolgimento dei cittadini ma anche dare adeguata copertura assicurativa ad ognuno di loro; la realizzazione di un’opera pubblica nata dalla proposta e dal confronto continuo con i cittadini che intervengono lì dove il paradigma verticale di amministrazione aveva lasciato il degrado.
Come sempre accade quando un patto di collaborazione mostra la sua efficacia, aldilà del livello di complessità delle azioni di cura previste, la contaminazione e la fiducia tra cittadini, istituzioni e soggetti collettivi produce nuove idee e percorsi. Tra una biciclettata, una giornata ecologica da organizzare e i lavori della pista ciclo pedonale da avviare l’idea è quella di lavorare alla creazione di un circuito di ricucitura delle aree verdi da recuperare lungo la riva destra del Ticino. Da Moruzzi Road dicono “abbiamo solo lanciato un seme”. Sembra che funzioni.

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