Dalla teoria alla pratica: report dall'ultima tappa del corso base SIBEC
Cosa sono i beni comuni?

La mattina di giovedì è stata dedicata alla definizione dei beni comuni. Partendo dall’assunto che non esiste una definizione unitaria e condivisa di bene comune, i corsisti, guidati da Fabio Giglioni – Caporedattore della sezione Diritto di Labsus e docente di diritto amministrativo dell’Università Sapienza – hanno provato a rispondere alla domanda “cosa sono i beni comuni?”. Dagli usi civici al tentativo della Commissione Rodotà, fino al Regolamento promosso da Labsus, la lezione ha viaggiato lungo la storia del diritto con uno sguardo proiettato sul presente. Particolare attenzione è stata riservata all’elaborazione giurisprudenziale del tema, che è stato oggetto di un esercizio in gruppi per analizzare una recente sentenza della Corte dei Conti.

Toolkit per la gestione dei beni comuni

Nel pomeriggio la cattedra, invece, è passata a Gianluca Salvatori di Euricse. “Se la ripartizione pubblico/privato non è più sufficiente a spiegare i beni comuni, al pari l’attività economica non può più essere interpretata solo attraverso la dicotomia Stato/Mercato“, così Salvatori ha introdotto il tema delle imprese sociali. Il terzo settore in Italia corrisponde all’8% dell’occupazione, pari al 5% del PIL per servizi che riguardano direttamente il 10% della popolazione, la rigenerazione e la valorizzazione dei beni comuni sono quindi temi chiave per migliorare il futuro delle città.
Concentrandosi sugli aspetti pratici che determinano il successo o meno di un’impresa sociale, ci si è mossi per capire coma analizzare il contesto, come strutturare una buona strategia di partnership e per definire il concetto di scalabilità nell’ambito del terzo settore. “Quando si parla di beni comuni l’accountability è fondamentale e complessa” e per questo ci si è concentrati sulla valutazione d’impatto, “rendicontare, infatti, genera fiducia”.

Rigenerazione e sviluppo urbano nel contesto milanese

Venerdì mattina invece si è approfondito il tema della rigenerazione in contesti urbani. “I luoghi vaghi o incompiuti sono tutti quelli spazi che possono essere oggetto di processi di rigenerazione urbana”, ha spiegato Gabriele Pasqui – Direttore del Dipartimento Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano – raccontando le ragioni storiche di questi spazi e le possibili conseguenze di un percorso di rigenerazione urbana.
“Rigenerare non vuol dire, infatti, solo cambiare l’aspetto fisico di un luogo, ma rilanciarlo economicamente e – soprattutto – valorizzare i legami sociali che lo abitano“, e per capirlo al meglio, Pasqui ha esposto ai corsisti tre esempi concreti di rigenerazione urbana nel contesto milanese. Storie di successi e insuccessi, che mostrano come la rigenerazione urbana non possa intendersi come una politica, ma come un processo: per rispettarne la complessità, stimolando le risorse locali e garantendo la compartecipazione.

Il mercato Lorenteggio

Il venerdì pomeriggio invece la classe SIBEC si è spostata nel quartiere Giambellino Lorenteggio. Accompagnati da Francesca Santaniello e Dynamoscopio i corsisti hanno visitato il quartiere, “uno dei più importanti di Milano, sia dal punto di vista delle tensioni sociali, che – d’altra parte – del capitale sociale che i cittadini stanno spendendo per migliorare la qualità della vita”, ha spiegato Francesca Santaniello. Punto centrale della visita è stato il Mercato Lorenteggio, “il luogo dove maggiormente si è concentrato questo sforzo decennale”. Qui i corsisti hanno potuto intervistare direttamente i protagonisti di questo esempio di rigenerazione, potendo approfondire un’esperienza concreta ed estremamente innovativa.

La tappa è finita, ma le relazioni nate in questi due giorni sono le basi per proseguire il lavoro di valorizzazione dei beni comuni. Quella piccola rivoluzione che giorno dopo giorno sta investendo tutto il Paese e che la SIBEC spera di portare avanti grazie ad un percorso di approfondimento interdisciplinare. Un ringraziamento speciale a Banca Etica per il prezioso sostegno, che ha reso possibile l’organizzazione della tappa.
La SIBEC non finisce qui e da appuntamento a tutti al CAMPUS SIBEC LAB in programma per il mese di settembre 2018.