Un'idea semplice che fa bene a tutti, come la bellezza

Il patto di collaborazione “il posto delle viole”, sottoscritto dal Comune di Parma e dall’associazione “ParmaColorViola”, ha come obiettivo quello di valorizzare la serra e la vasca storica all’interno del Giardino Ducale di Parma.

Vi prego di farmi tenere qualche pianta di violetta di Parma con la istruzione scritta per piantarle e farle fiorire; io spero che esse germoglieranno bene, poiché io divengo una studiosa di botanica, e sarò contenta di coltivare ancora questo leggiadro piccolo fiore.

Potrebbe essere l’incipit del patto di collaborazione che raccontiamo, sono invece la parole di Maria Luigia d’Austria, non ancora stabilita in Italia (siamo nel 1815), parole che dimostrano il suo amore incondizionato per la violetta di Parma, tanto da farne il simbolo del Ducato. Quel fiore è ancora oggi uno dei simboli della città, tanto da essere al centro del primo patto di collaborazione parmigiano.

Le serre viste dal giardino. fonte: oltretorrente-parma.blogautore.repubblica.it

Il progetto nasce a partire dai lavori di restauro promossi dal Comune, con il sostegno della Fondazione Cariparma, per riportare quegli spazi alla loro funzione originaria: la coltivazione delle piante di violetta a fiore doppio. Garantire, attraverso la collaborazione con i cittadini, la fruibilità di un bene attraverso una serie di attività che non rendano vano il lavoro di restauro portato avanti dall’amministrazione comunale è uno dei punto di forza del patto. Troppo spesso, infatti, un investimento di risorse pubbliche per il recupero di un manufatto rischia di scontrarsi, immediatamente, con le difficoltà di gestione di quel bene. Il patto di collaborazione è quello strumento che, valorizzando le risorse di una comunità, consente di dare nuova vita ad un luogo carico di storia e significati di una città contribuendone alla valorizzazione. Il progetto di riqualificazione, dunque, può dirsi compiuto grazie all’intervento dei cittadini che, quel luogo, lo abitano e lo vivono.

Un disegno più ampio

Il patto, in questo caso, si inserisce in un processo ampio che coinvolge diversi soggetti. Dalla Fondazione Cariparma che ha sostenuto economicamente il restauro, alla S.p.A. Parma Infrastrutture, società a integrale partecipazione pubblica con l’obiettivo di gestire il patrimonio immobiliare del comune, che ha espresso il nulla osta per il comodato d’uso degli spazi utilizzati nelle attività del patto di collaborazione. Così facendo il modello di amministrazione condivisa si inserisce in un disegno più ampio, corale: considerando i cittadini come risorsa, elemento determinante nella risoluzioni di questioni di interesse generale.

Le serre. fonte: parma.repubblica.it

Le azioni specifiche del patto hanno come obiettivo quello di riprendere la coltivazione delle violette in quegli stessi spazi come avveniva in passato. Alla cura di questo bene comune materiale, però, si legano tutta una serie di altre azioni che investono beni di carattere immateriale tanto che la tradizione della violetta viene raccontata nei sui aspetti “botanici, olfattivi, culturali e di costume”. Il percorso nel Giardino Ducale, indicato con l’immagine-logo del vaso di Boudard ornato di violette, diviene un percorso nella storia e nelle tradizioni della città compiuto attraverso il lavoro di coltivazione, un laboratorio di ricerca scientifica, un corso di disegno botanico.
Il patto prevede anche iniziative di autofinanziamento destinate a coprire gli oneri derivanti dal progetto, rendendo in tal modo il patto autonomo anche dal punto di vista finanziarioCarlo Pioli, presidente dell’associazione ParmaColorViola, giudica molto positiva la collaborazione con il Comune di Parma e sottolinea “l’incremento delle presenze nelle giornate dedicate alle iniziative e la partecipazione dei cittadini grazie ai quali si mantiene viva la coltivazione del fiore e il suo significato”.

Dolce, liscia e color malva: così Marcel Proust definì la città di Parma senza averla mai visitata. Forse questo patto di collaborazione vuole avere questa ambizione, trasmettere a chi legge quelle stesse sensazioni pur non avendola visitata.