Intervista doppia a Marta Mainieri e Cristina Tajani sul Mercato Animato di viale Monza

Mercato Animato è un progetto che prevede una serie di attività temporanee all’interno del Mercato Comunale di Viale Monza 54: sostenuto dal Comune di Milano attraverso il bando dedicato a nove mercati comunali coperti, punta a rivitalizzare questi luoghi, rendendoli dei presidi di socialità e aggregazione.

Un percorso di rigenerazione

Ca’ Granda, Monza, Rombon, Ponte Lambro, Morsenchio, Montegani, Chiarelli, San Leonardo e Prealpi, sono questi i nove mercati coinvolti nel progetto voluto dall’Amministrazione e realizzato da nove associazioni per mettere in campo azioni di animazione in grado di riportare momenti di aggregazione e socialità nei quartieri.
Mercato Animato punta tutto sullo sviluppo economico, commerciale e sociale dei mercati coperti, da sempre luoghi identitari, punti di riferimento per i residenti e i cittadini che saranno coinvolti in questo percorso di rigenerazione culturale e territoriale: non solo attività commerciali, quindi, ma soprattutto inclusive realizzate attraverso la collaborazione degli attori locali, dei commercianti e della comunità.
Il bando si è chiuso e l’iniziativa è già partita, per farci raccontare come sta andando abbiamo dato voce a Marta Mainieri dell’associazione Collaboriamo, selezionata per attivare laboratori di aggregazione e momenti di formazione all’interno del Mercato di Viale Monza.
Il 23 febbraio con Living (Market) Lab riapriranno tutti i negozi chiusi di questo Mercato Comunale con una mostra evento che presenta i 14 progetti sviluppati dagli studenti di design del Politecnico di Milano insieme agli abitanti di NoLo– esperimento di Social District – in un evento organizzato insieme all’associazione Collaboriamo e associazione I Demoni proprio nell’ambito delle iniziative del Mercato Animato.

Collaboriamo promuove da sempre un’economia collaborativa ed è il soggetto capofila di questo progetto. Quali attività sono state programmate per il mercato di Viale Monza?

Insieme ai commercianti vogliamo provare ad immaginare come potrà essere questo mercato, in un dialogo costante tra gli abitanti della zona e chi gestisce i banchi. Lo faremo attraverso gli eventi e le attività laboratoriali di co-progettazione mettendo in campo quattro diverse azioni, correlate fra di loro, con l’obiettivo di portare progettualità all’interno del mercato, diffondere le culture del cibo e soprattutto immaginare il mercato del futuro. Noi abbiamo proposto il Mercato sociale collaborativo con tre workshop dedicati ai commercianti, mentre Radio NoLo ha ideato il festival del mercato solidale,invece Food a teatro è a cura dell’associazione I Demoni che ha dato vita uno spettacolo immersivo che vede gli attori abbinati ad alcuni ingredienti alimentari caratteristici di paesi lontani.   Invece il Politecnico di Milano si occupa del Living Market con questa mostra che sarà inaugurata il 23 ed è il risultato del lavoro svolto dagli studenti e dalle studentesse  in cui c’è anche una parte che restituisce il lavoro di co-progettazione con i commercianti che abbiamo fatto come associazione.

In che contesto sociale e culturale si trova il Mercato di Viale Monza?

Si trova in un contesto di profondo cambiamento, un tempo la zona era periferica, oggi è assolutamente ben connessa con il resto della città. Da qualche anno è molto attiva da un punto di vista di partecipazione della comunità, infatti è interessata da una delle esperienze di social street più entusiasmanti del panorama milanese – NoLo – che è stata capace di riunire intorno a sé le esperienze di cittadini, associazioni, gruppi che stanno lavorando per valorizzare il territorio e rigenerarlo. Ma c’è anche un altro lato di Viale Monza, quello che incrocia la parte di Viale Padova che è un crocevia di etnie diverse con una forte presenza di migranti a popolare la zona, non sempre la convivenza è serena, in alcuni casi ci sono stati dei malumori, quindi parliamo di un contesto impegnativo, però questo forte attivismo la fa essere una zona particolarmente attiva e stimolante, orientata ai cambiamenti in positivo.

E che ruolo ha il Mercato per gli abitanti?

E’ considerato un presidio territoriale importante che ha sempre svolto la funzione di luogo di ritrovo per i cittadini del quartiere – questo vale per tutti i mercati presenti a Milano – nel tempo questo ruolo è venuto un po’ meno, quindi l’obiettivo del progetto del Comune è proprio quello di rivitalizzare questi luoghi, quindi di ridare linfa alle attività commerciali e allo stesso tempo aggregare persone intorno al mercato: un luogo ibrido che torni ad essere un punto di riferimento per il territorio.

Siamo alle prime iniziative, si tratta di un progetto con una durata limitata nel tempo e poche risorse economiche, come potrà continuare questa esperienza?

Cominciamo per il momento a capire quali sono i soggetti interessati a portare un cambiamento in questi luoghi e come questa evoluzione potrebbe concretizzarsi andando avanti. Stiamo a vedere come andrà, abbiamo avviato una progettazione che speriamo possa trovare una forma di sostentamento utile ad andare avanti.

Lo sguardo dell’Amministrazione

Per approfondire proprio questo aspetto e guardare oltre il singolo progetto – seppur con un ricco palinsesto di attività – abbiamo rivolto alcune domande all’assessore alle Politiche per il Lavoro, Attività Produttive e Commercio – Cristina Tajani – che lo ha ideato con la volontà di dare risalto e visibilità alle azioni che si svolgono nei Mercati Comunali Coperti e alla loro interazione con i quartieri della città.

Partiamo dall’inizio, come è nata l’idea del progetto Mercato Animato?

Siamo impegnati in un piano per la rigenerazione di tutti i 21 mercati comunali coperti milanesi. Il piano prevede il passaggio graduale di ogni mercato a una nuova gestione, selezionata attraverso bandi pubblici, che avrà più autonomia nel determinare prodotti, servizi, orari e modelli di gestione, una concessione di lunga durata, attorno ai 20 anni, in cambio dell’impegno a farsi carico della manutenzione degli edifici e a prevedere un mix di attività sociali e culturali accanto alla normale attività commerciale. I mercati sono in condizioni molto diverse tra loro e per questo il piano richiede gradualità: si parte con i bandi per i mercati in cui i commercianti sono pronti a partecipare alla nuova gestione, dentro a un progetto condiviso. Serviva uno strumento per iniziare ad accompagnare tutti i mercati verso il cambiamento, una nuova concezione del proprio ruolo come punto di riferimento per il quartiere.  Abbiamo pensato che animare questi luoghi sperimentando attività di diverso tipo, soprattutto nelle periferie, potesse creare le condizioni per la nascita di nuove idee e nuovi progetti di lungo periodo. Abbiamo rivolto una chiamata alle associazioni milanesi, mettendo a disposizione 120mila euro. Hanno risposto in 24 e abbiamo finanziato 9 diversi progetti in 9 mercati. Da qui nasce il palinsesto Mercato Animato, un ricco calendario di appuntamenti che terminerà alla fine di Febbraio.

Cosa rappresentano oggi i mercati di quartiere per il contesto milanese?

I milanesi sono molto affezionati ai mercati comunali. Li considerano uno spazio pubblico importante, anche quando, per tanti motivi, hanno smesso di frequentarli. Magari perché ordinano la spesa online, oppure vanno al discount. Nei mercati c’è qualcosa che nessuna altra struttura di vendita può dare al cittadino: l’esperienza del commerciante, la familiarità del vicinato, la disponibilità a un consiglio e tante volte anche all’ascolto, l’occasione di incontrarsi al bar o dal panettiere. Nei nostri quartieri la prossimità ha un enorme valore e continua ad esserci una forte domanda di spazi e servizi che consentano questo incontro, questa relazione.

Questo è un progetto che va molto oltre le semplici attività commerciali, come vede lei questi luoghi, come vorrebbe che fossero in futuro?

A distanza di qualche anno possiamo contare su alcuni splendidi esempi. Sono i mercati che per primi hanno intrapreso il cambiamento, con ottimi risultati, sotto gli occhi di tutti. Il Mercato di Lorenteggio è oggi un luogo di attrazione per turisti e residenti in ogni parte di Milano. Santa Maria del Suffragio è una vera eccellenza. Mi piace pensare che più avanti i mercati formeranno una rete su cui contare, sia per una filiera di prodotti di qualità, che per un mix di opportunità e di servizi legati alla prossimità. E credo che anche in futuro ogni mercato svilupperà le proprie specificità in modo originale, sarà un vero mercato di quartiere.

Parlando ancora di futuro, essendo il progetto breve – le attività si concluderanno alla fine di febbraio – come avete immaginato di far andare avanti l’esperienza? Avete pensato alla formula dei Patti di Collaborazione tra Amministrazione e cittadini?

Nei mercati a nuova gestione l’animazione sociale e culturale sarà parte integrante dell’attività prevista dalla concessione del Comune. In attesa del passaggio alle nuove gestioni, cercheremo nuove opportunità per sostenere queste iniziative e incoraggiare i mercati a proseguirle. Oltre alle proprie risorse, il Comune può contare su tanti ottimi alleati in questa sfida. Penso alle associazioni, alle social street, alle istituzioni come Fondazione Cariplo, già attivamente impegnata a sostegno dell’animazione del Mercato di Piazza Ferrara, al Corvetto. Per il futuro non escludiamo nessuno strumento che possa aiutarci. A breve pubblicheremo un avviso per assegnare le postazioni vuote ad aspiranti imprenditori. Per gli stalli che non troveranno commercianti interessati, daremo la possibilità ad associazioni e altri enti di prendere uno spazio nel mercato e proporci attività sociali, culturali o ibride.