"Cittadini attivi. Un altro modo di pensare all'Italia"

Essere cittadini significa anche prendersi cura dei beni comuni

In Cittadini attivi. Un altro modo di pensare all’Italia (edito da Laterza), Gregorio Arena sviscera in tutti i suoi aspetti il concetto di sussidierà orizzontale: cosa vuole dire essere cittadini attivi, ‘alleati’ con le istituzioni nel prendersi cura dei beni comuni. Se l’articolo 118 della Costituzione afferma che le istituzioni devono "favorire l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale", significa che le amministrazioni, da pochi anni a questa parte, non hanno più il ‘monopolio’ della tutela dell’interesse pubblico: i cittadini sono chiamati ad uscire da un ruolo passivo, semplici utenti di servizi, per occuparsi concretamente della cosa pubblica.

Il percorso dell’autore

Il percorso dell’autore parte da una duplice concezione dell’amministrazione pubblica: al paradigma classico, bipolare, basato su un rapporto gerarchico tra amministrazioni e cittadini, con una netta contrapposizione e conflittualità tra le parti, Arena sostituisce un nuovo modello di amministrazione condivisa, basato sulla collaborazione, che riconosce ai cittadini un ruolo attivo nel perseguimento dell’interesse generale. Uno dei passaggi chiave al secondo paradigma, ancora del resto non del tutto applicato, è stato fissato con alcune leggi di ammodernamento della P.A. varate negli anni Novanta, in particolare la 241/9 che ha introdotto concetti importantissimi come l’autonomia e la trasparenza, nonché la definizione di cittadini "co-amministranti".

Tuttavia, in questa concezione di sussidiarietà, si annida anche il rischio che la P.A. possa rifuggire da alcune responsabilità delegando ai cittadini proprio compiti, ma in realtà, i vantaggi di una sua interpretazione positiva sono tantissimi: Arena correda queste argomentazioni con casi specifici italiani, best practise, progetti nei quali le amministrazioni e i cittadini, grazie ad una reciproca assunzione di responsabilità, collaborano davvero alla riuscita di un servizio, con enorme risparmio di energia e risorse. Insomma, fare i cittadini attivi si può, e soprattutto conviene a entrambe le parti in causa.

Differenza tra informazione e comunicazione

Cuore del passaggio al nuovo paradigma condiviso della pubblica amministrazione è sicuramente la comunicazione pubblica. Arena spiega dettagliatamente la differenza tra informazione e comunicazione, e in particolare sottolinea l’aspetto condiviso della comunicazione. "Nella comunicazione tutti i soggetti sono attivi […] la comunicazione ha successo solo se il ricevente ne condivide il contenuto e modifica di conseguenza il proprio comportamento".

Credere nella stessa visione del mondo, negli stessi intenti, in ciò che si considera da entrambi i lati bene comune, comporta una assunzione di responsabilità, sia da parte dei cittadini che da parte delle PA: solo in questo modo i cittadini diventano davvero attivi, "fanno" qualcosa concretamente per la soluzione di un problema, e su questa attività getta le basi un’amministrazione realmente innovativa ed efficiente.

Il libro di Arena, leggendo la comunicazione in rapporto alla sussidiarietà, ce ne mostra un lato nuovo, inedito, foriero di ulteriori, possibili, approfondimenti futuri: "Ma fare i cittadini attivi può anche non concretizzarsi necessariamente in interventi materiali e realizzarsi invece attraverso l’uso della comunicazione, finalizzata a modificare i comportamenti di altri cittadini".
Una nuova forma di comunicazione pubblica, quindi, tale non perché messa in atto da soggetti pubblici, ma perché è pubblico, di interesse generale, l’obiettivo a cui mira.

Tratto dalla newsletter di "Comunicatori Pubblici" del 28 luglio 26