Il Programma Cantieri del Dipartimento della funzione pubblica ha varato un manuale sulla pianificazione strategica.
Si tratta di una formula che racchiude in sé un nuovo modello di progettazione e attuazione delle politiche pubbliche. È un modello costruito attorno a processi più aperti di coordinamento tra tutti i soggetti istituzionali, dalle associazioni di categoria e sindacali e di tutto il mondo locale for profit e non profit.
Scopo fondamentale è quello di individuare le principali scelte su cui puntare in un’ottica di medio-lungo periodo per garantire crescita economica e sostenibilità sociale nello sviluppo dei territori.
Il metodo prescelto è più flessibile e partecipativo rispetto a quelli tradizionali al fine di «favorire la costruzione di una visione complessiva dello sviluppo del territorio, di valorizzare il contributo dei molteplici attori, sia pubblici che privati, fornendo un efficace coordinamento di tutte le azioni verso obiettivi comuni e condivisi».
I tratti salienti del modello sono il coinvolgimento ampio di soggetti pubblici e privati; la ricerca di interessi comuni in una visione che integra, ma non nega, la natura multilaterale (e talvolta conflittuale) degli interessi degli attori del territorio; una dimensione spaziale che va oltre i rigidi confini formali dell’amministrazione; il superamento della frammentazione istituzionale degli interventi.
Uno dei punti di forza di questo modello di pianificazione territoriale sta nel suo essere processo di definizione dell’interesse collettivo non astratto e aprioristico, bensì concreto e relazionale, attraverso il coinvolgimento e la partecipazione di tutti gli stakeholders presenti sul territorio.
La nuova metodologia di pianificazione comporta anche una ridefinizione della mission degli enti locali. Se l’obiettivo principale diventa quello di costruire con gli altri attori dell’arena pubblica locale visioni e percorsi di sviluppo realistici e sostenibili perché condivisi, si staglia accanto al tradizionale ruolo di produttore di servizi indispensabili al benessere collettivo, un ulteriore ruolo (strategico) di regia dei processi programmatori, decisionali e attuativi. In questa ottica gli enti locali sono chiamati «generare decisioni e azioni condivise e a promuovere comportamenti coerenti anche da parte degli attori non istituzionali».
Nel coordinamento sinergico delle azioni distinte ma condivise e convergenti dei vari attori dello sviluppo locale si compendia la profonda trasformazione del ruolo e del modo di essere dei poteri pubblici locali che si è soliti riassumere con l’espressione governance.
Info: www.cantieripa.it