Milano, 2005, pagg. 203

Nel “contributo introduttivo” di EUGENIO DE MARCO ci si interroga sulla compatibilità del principio di sussidiarietà, verticale ed orizzontale, con principi costituzionali risalenti quali quelli di autonomia ex art. 5 Cost. ed autonomia privata. Descritti dapprima gli elementi di divario tra i due regimi che si possono evincere da un’interpretazione puramente teorica dei diversi principi, l’Autore conclude poi presentando una lettura evolutiva del dettato costituzionale alla luce della quale il divario tende ad attenuarsi.

 

La relazione di VITTORIO ITALIA ribadisce la valenza di principio che si vuole attribuire alla sussidiarietà e si incentra sull’interpretazione della stessa in relazione alla sua collocazione nella gerarchia delle norme.

 

Il contributo di GIORGIO BERTI si sofferma principalmente sui principi di sussidiarietà e di legalità, ne evidenzia le differenze e la reciproca posizione: la sussidiarietà, principio sia processuale sia sostanziale, gode di una sorta di primazia rispetto alla legalità ed inoltre comporta una valorizzazione dell’attività amministrativa garantendo la sua democraticità.

 

La relazione di GIORGIO PASTORI analizza il principio di sussidiarietà, nella sua accezione verticale nonché sociale (orizzontale), alla luce sia del novellato dettato costituzionale e della successiva legislazione, che appare non priva di “tendenze contraddittorie” rispetto al quadro costituzionale, sia delle sentenze della Corte Costituzionale che hanno affrontato tale tematica. Dall’esame di queste ultime si riscontrano, per quanto concerne la dimensione sociale, “pieno riconoscimento e applicazione”; invece si ritrova “una lettura certo interessante, ma assai problematica del principio di sussidiarietà verticale”.

 

La relazione di LORENZA VIOLINI, ripercorrendo la storia della sussidiarietà nel nostro ordinamento e risalendo fin alla sua prima apparizione, si sofferma precipuamente sull’analisi delle problematiche attuative che tale principio incontra in riferimento alla sua dimensione sia verticale che orizzontale. Valorizzando anche la connessione tra principio di sussidiarietà e principio di differenziazione, si sottolinea la limitata attuazione del principio nelle leggi regionali in occasione del “terzo decentramento amministrativo”; poi si procede delineando ed analizzando i vari modi e gradi per dare attuazione al principio di sussidiarietà, interrogandosi anche sull’estensione del suo campo d’azione e sul ruolo della giurisprudenza.

 

Nel contributo di PAOLA BILANCIA si analizza il principio di sussidiarietà nell’ordinamento comunitario; si risale alla sua formulazione nel Trattato di Maastricht per evidenziarne il “carattere bifronte” e poi, ricostruendo la successiva normativa europea, si pone l’accento sul suo profilo applicativo, sulla procedimentalizzazione delle sue applicazioni.

 

Il contributo di FRANCESCO CAPRIGLIONE si sofferma sugli “Aspetti di diritto dell’economia”, dapprima per analizzare come opera il principio di sussidiarietà nella sua dimensione verticale e, nello specifico, nei rapporti tra la BCE e le banche centrali nazionali; successivamente per studiare l’applicazione della sussidiarietà orizzontale alla luce dell’evoluzione normativa e degli interventi giurisprudenziali in merito alle fondazioni di origine bancaria.

 

Segue un intervento di sintesi di PAOLO DE CARLI e poi il volume si conclude con un’appendice di riferimenti normativi e giurisprudenziali interni e comunitari.