Complessivamente l’opera emerge improntata all’analisi della contrapposizione, almeno apparente, esistente tra la filosofia dell’azione e la precisa rappresentazione dell’interesse generale su cui si radica il principio. Secondo la filosofia dell’azione l’uomo è responsabile del proprio destino e capace di farsene carico, l’uomo si definisce per mezzo della sua azione e quindi è necessario non privarlo dell’azione che può o vuole compiere. D’altra parte, secondo una precisa rappresentazione dell’interesse generale, la persona, ovvero il fine supremo della società politica, è un essere sociale: vi è necessità di solidarietà e quindi di una certa ridistribuzione dei beni. Semplificando, si è in presenza della contrapposizione libertà – uguaglianza. Contrapposizione insuperabile a meno che non si riesca ad indirizzare le azioni della società civile nei confronti dell’interesse generale.
L’opera inizia ricostruendo la storia dell’idea di sussidiarietà: si studiano le sue radici filosofico – politiche risalendo sino all’esame della società descritta nella Politica di Aristotele e si sviluppa così tutto il lungo percorso ponendo particolare attenzione all’analisi del concetto di “supplenza”: concetto che presenta una dimensione negativa, che pone l’accento su mancanze e insufficienze, ma che vanta pure un lato positivo, che si spiega in termini di sviluppo e perfezionamento.
L’autrice delinea poi i diversi ambiti di applicazione del principio non solo relativamente al rapporto Stato – società o ai legami tra i diversi livelli istituzionali, ma anche soffermandosi sull’implementazione della sussidiarietà all’interno dell’istituzione della Chiesa e nella realtà dell’impresa: si sottolineano le consonanze tra la filosofia della sussidiarietà ed una modalità di organizzazione d’impresa fatta propria da alcune scuole di management.
Quindi si entra più dettagliatamente in merito ai valori riscontrabili alla base della sussidiarietà, esaltando l’autonomia e la libertà dell’uomo; si studiano il tipo di società e di Stato che realizzano questo principio soffermandosi sulle differenze rispetto allo Stato provvidenza. Ovvero Stato provvidenza contro Stato sussidiario: ruolo di attore contro ruolo di garante. E si ragiona sul principio di uguaglianza proponendone un’analisi dei diversi tipi: uguaglianza delle condizioni e uguaglianza delle posizioni; uguaglianza delle azioni e uguaglianza dei beni e dei servizi.
Infine l’opera affronta il tema della sussidiarietà in collegamento con quello dell’integrazione europea: si studia la dimensione verticale del principio in esame e si analizza in modo critico la sua formulazione all’interno del Trattato di Maastricht.