Il rapporto Labsus 1997-2007

I saggi ricostruiscono i processi politici, culturali e scientifici che hanno preceduto e seguito il riconoscimento costituzionale del principio di sussidiarietà , dal 1997 ai nostri giorni.

Ma se le pagine web funzionano da archivio e banca dati di quanto prodotto, il rapporto è invece lo spazio della sistematizzazione e della riflessione sui materiali stessi. Non si tratta, quindi, di una mera elencazione di leggi, libri, documenti, esperienze, quanto piuttosto di una bussola per orientarsi rispetto alla conoscenza, diffusione, applicazione del principio di sussidiarietà orizzontale.

Obiettivo del lavoro, che ha coinvolto la redazione di Labsus e raccolto l’autorevole contributo di un membro del comitato scientifico, Giuseppe Cotturri, nonché dello stesso presidente di Labsus Gregorio Arena, è quello di interrogarsi sulle problematiche che investono la conoscenza e diffusione del principio costituzionale di sussidiarietà, nonché le criticità legate alla regolamentazione delle esperienze che ad esso si ispirano. Una puntuale ricognizione qualitativa, più che quantitativa, dei ricchi materiali raccolti nei tre anni di vita di Labsus, il Laboratorio per la sussidiarietà.

Di seguito, in estrema sintesi, un abstract dei saggi raccolti. In allegato potete trovare l’indice completo del rapporto.

Introduzione

Gregorio Arena

L’articolo 118, ultimo comma, che introduce per la prima volta in maniera esplicita il principio di sussidiarietà orizzontale nella nostra Costituzione, rappresenta al tempo stesso un punto di arrivo ed un punto di partenza di un lungo processo di cambiamento. Da un lato, rappresenta un punto di arrivo perché quando nel 21 la sussidiarietà entra in Costituzione essa in realtà già da anni viveva nella società italiana, sia pure spesso in maniera non consapevole delle sue caratteristiche e soprattutto delle sue potenzialità di cambiamento. Dall’altro, rappresenta un punto di partenza perché, a partire dal 21, la sussidiarietà ha acquisito grazie alla legittimazione costituzionale ulteriore forza e capacità di incidere sulle dinamiche della società italiana. I saggi contenuti in questo volume ricostruiscono in maniera approfondita e dettagliata, da vari punti di vista, i processi politici, culturali e scientifici che hanno preceduto e seguito il riconoscimento costituzionale del principio di sussidiarietà, dal 1997 ai nostri giorni.

Il tempo della sussidiarietà

Giuseppe Cotturri

La sussidiarietà orizzontale, così come sancita dall’articolo 118 ultimo comma della Costituzione, è figlia di visioni, culture e tradizioni diverse, fra loro anche conflittuali. È la storia di un’idea, in fondo, quella che Giuseppe Cotturri – tra i ‘padri’ della formulazione costituzionale – traccia nel suo saggio introduttivo al rapporto curato da Labsus. L’apice di questa storia è nella formulazione dell’articolo 118 della Costituzione, che combina il principio di sussidiarietà verticale con la sua accezione orizzontale in un “movimento circolare” che è fatto di un apprendere insieme di governanti e governati.

La lunga marcia della sussidiarietà

Vittorino Ferla

Se il saggio di Cotturri ricostruisce la storia dal punto di vista dei “palazzi”, quella che racconta Ferla è l’affermazione e la visibilità del tema nell’ambito della più ampia arena pubblica. A partire dalle prime campagne volte a valorizzare l’impegno attivo dei cittadini, fino alla costituzione del comitato “Quelli del 118”, dove affondano le radici stesse di Labsus. Tra associazionismo e stampa, tra persone “imputate per eccesso di cittadinanza” e crescita della consapevolezza a livello politico, Ferla va alla ricerca di tutte le azioni che la cosiddetta società civile ha promosso affinché il principio di sussidiarietà orizzontale potesse vivere e supportare la risoluzione dei problemi concreti e quotidiani.

L’evoluzione normativa

Daniele Donati

Nelle pagine curate da Donati si prendono in esame, tentando una sistematizzazione, le norme statali e regionali in materia di sussidiarietà orizzontale, leggendole e interpretandole in relazione alle diverse formulazioni del principio scandite nelle leggi dello Stato e a livello costituzionale. L’approccio, che volta a volta isola i profili maggiormente rilevanti, segue una scansione cronologica in due fasi: innanzitutto l’arco temporale dal 1997 al 2, ovvero quello relativo alle norme approvate nell’ambito del processo di “decentramento amministrativo; e poi gli anni dal 21 al 27 quando, in sostanziale assenza di ulteriori interventi del legislatore statale, si affronta il tema nell’ambito delle leggi e degli statuti regionali.

Giurisprudenza e sussidiarietà

Fabio Giglioni

Il contributo riguardante gli orientamenti dei giudici in materia di sussidiarietà prende in considerazione: la Corte di giustizia, la Corte costituzionale, la Corte di cassazione, la Corte dei conti, il Consiglio di Stato e i tribunali amministrativi regionali. Pur non rientrando essa tecnicamente tra le autorità giudiziarie, include inoltre le decisioni della Commissione europea. L’analisi vuole mettere in evidenza a quale ‘bene giuridico’ la giurisprudenza associa la sussidiarietà orizzontale, ma anche le pronunce che, pur non citandola, possano esserle collegate. Si guarda inoltre ai settori e soggetti privati cui è stata applicata e, infine, si verifica se da questa giurisprudenza è possibile trarre regole generali per la disciplina dei rapporti tra amministrazioni e cittadini.

La sussidiarietà in biblioteca


Fulvio Cortese

Anche nel caso della sezione dedicata alla produzione bibliografica sul tema della sussidiarietà orizzontale, si rivela utile guardare più indietro rispetto all’introduzione del principio in Costituzione. Spesso, infatti, l’approccio interpretativo all’argomento ha risentito, anche in anni successivi, di posizioni teoriche preliminari. La ricca bibliografia in materia, disponibile integralmente sul sito di Labsus, è qui raccolta e articolata attorno a nuclei tematici e problematici: le opzioni politico-legislative o le “anticipazioni”; le introduzioni generali e i testi che raccolgono contributi in relazione ad altri temi (sussidiarietà e diritti sociali, sussidiarietà e terzo settore, e così via). Completa il saggio una breve sezione di “suggestioni” comparatistiche.

Materiali e documenti


Federica Parisi, Caterina Bova

La sussidiarietà orizzontale trova spazio anche nell’ambito della cosiddetta produzione “grigia”: documenti di istituzioni, associazioni, o anche tesi di laurea e dottorato dedicate al tema. Il saggio di Parisi e Bova presenta una rassegna della documentazione attualmente pubblicata sul sito di Labsus, organizzata secondo tre assi principali: il nuovo rapporto istituzioni-cittadini che il principio introduce; il terzo settore e il mondo del volontariato; il principio di sussidiarietà orizzontale nei suoi aspetti generali e particolari. Ed è forse proprio nel contributo dei giovani studiosi che emergono le tematiche più feconde nell’analisi della relazione tra sussidiarietà orizzontale e altri ambiti dell’esperienza.

Esperienze a cui ispirarsi


Filippo Ozzola

La sussidiarietà orizzontale “vive” nella società attraverso decine di esperienze grandi e piccole che il sito di Labsus raccoglie anche grazie all’Osservatorio media realizzato in collaborazione con l’Università di Bologna. L’obiettivo che il saggio di Ozzola si pone è quello di mostrare il volto empirico della sussidiarietà, i suoi attori, la fisionomia che assume e le realtà nelle quali meglio attecchisce e si sviluppa. Il testo è correlato dalle schede dettagliate di otto casi, analizzati sulla base di una griglia teorica originale elaborata dal Laboratorio per la sussidiarietà al fine di rendere le esperienze comparabili. I casi sono stati scelti per evidenziare il più possibile forme diverse di attuazione del principio.

Ascolto, partecipazione, condivisione

Francesca Romana Capone

L’ultimo contributo tematico del rapporto è dedicato alla regione Puglia: l’idea è quella di concentrare, ogni anno, l’attenzione sulle esperienze realizzate in un determinato ambito territoriale. La Puglia è l’unica regione che può contare su un assessorato alla cittadinanza attiva. Attraverso questa struttura, che si è servita di tutti i mezzi, tradizionali e innovativi, per favorire il coinvolgimento dei cittadini e la condivisione delle politiche, la regione intende dare concreta attuazione al principio costituzionale di sussidiarietà orizzontale. Il saggio propone una breve ricostruzione dei percorsi di partecipazione e cittadinanza attiva realizzati finora, introdotti da un’intervista rilasciata a Labsus da Guglielmo Minervini, assessore regionale alla Trasparenza e cittadinanza attiva.

La comunicazione di interesse generale

Luca Massacesi

Ogni civiltà ha la sua lingua e i suoi riti. L’amministrazione bipolare parla per editti e divieti. L’amministrazione condivisa utilizza la comunicazione di interesse generale. L’applicazione della sussidiarietà orizzontale ribalta il principio della comunicazione come emittente che trasmette a una ricevente per attuare il principio del comunicare insieme nell’arena di influenzamento. Lo scopo delle amministrazioni pubbliche è di manutenere il bene comune e garantire l’interesse generale nei conflitti tra gli interessi legittimi, ma particolari, che l’agire sociale crea. L’interesse generale dovrebbe essere anche la missione della politica, ma lo è sempre di meno: probabilmente l’abolizione della preferenza al candidato nella scheda elettorale sancisce che non lo è più. Ma non si può accettare che la garanzia e la difesa dell’interesse generale non sia lo scopo delle amministrazioni pubbliche. Per incrementare la propria efficacia e la speranza di riuscire a difendere l’interesse generale le amministrazioni pubbliche devono favorire i cittadini, organizzati o no, che si occupano dei beni comuni e creare alleanze tra i vari soggetti presenti nel territorio: devono quindi comunicare insieme.



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