A Torino un dono di Enel Cuore per i piccoli pazienti

I piccoli pazienti trovano uno spazio dove prendersi una pausa dai continui andirivieni dall ' ospedale

Casa Oz nasce a Torino nel 27, su iniziativa di Enrica Baricco (che oggi presiede la onlus) e di un gruppo di genitori e amici, per dare sostegno ai bambini malati, in cura presso l’ospedale Regina Margherita, e alle loro famiglie, in particolare quelle provenienti da altre città .

Qui, i piccoli pazienti trovano uno spazio dove prendersi una pausa dai continui andirivieni dall’ospedale, avere ospitalità , riposo, ristoro. Un ” oasi di sollievo ” per chiacchierare e giocare, dove pure i loro fratellini sani possono trascorrere il tempo mentre le madri sono impegnate in ospedale, seguiti sempre da educatori professionisti. Un punto di riferimento per i loro genitori, che possono ricevere l’aiuto degli assistenti sociali per districarsi nelle trafile burocratiche.

Già  13 adulti e bambini, di cui molti stranieri, hanno trovato assistenza e spesso un vero e proprio alloggio nella Casa, che ora si allarga e rilancia la sua attività , sempre in stretta collaborazione con l’Ospedale Infantile.

Nella primavera del 21 infatti, Casa Oz passerà  dagli attuali 3 a oltre 8 metri, grazie all’appoggio economico di Enel Cuore Onlus, che pagherà  le spese e allo studio di architettura AT, che ha progettato gratuitamente la nuova sede e seguirà  la direzione dei lavori. Tra i sostenitori ci sono anche il comune di Torino, che ha messo a disposizione il terreno, la Regione e la Provincia, insieme a numerosi sponsor e partner tecnici.

Sarà  uno spazio aperto, colorato e allegro, con la cucina sempre in funzione e con nuovi servizi: quattro mini-appartamenti per le famiglie che arrivano da fuori, una ” stanza della quiete ” per pregare o raccogliersi in preghiera, un gruppo di ascolto e auto-aiuto. Un luogo per accompagnare il percorso della famiglia nelle situazioni di difficoltà  indotte dalla malattia, per il conseguimento di un obiettivo generale: recuperare un po’ di ” normalità  ” , seppure nel dolore.



ALLEGATI (1):