E così può essere utile rinfrescare a tutti la memoria su quanto accaduto nel primo seminario organizzativo con tutte le unità di ricerca, tenutosi a Trento presso il Dipartimento di scienze giuridiche.
Alla riunione del 27 novembre 28, di cui Labsus ha fornito un più ampio e puntuale resoconto grazie a Francesca Capone, hanno partecipato Alber, Arena, Bolognino, Bin, Bombardelli, Cameli, Corigliano, Cortese, Dani, De Martin, Donati, Ferri, Giglioni, Iaione, Parolari, Pellizzari, Procaccini, Valastro, Vitelli. A ciascun partecipante è stata consegnata una cartellina, contenente, in particolare, il resoconto della riunione dell’Unità trentina (13 novembre 28) e un estratto del Modello A della ricerca.
La sintesi dei lavori
Gregorio Arena ha introdotto i lavori della prima assise generale del Prin e ha richiamato l’attenzione di tutti su questi profili:
- la metodologia;
- gli obiettivi della ricerca e in questo ambito:
- indicazioni sistemiche per comprendere e regolare nuovi fenomeni (scissione tra ideologia del principio maggioritario e prassi partecipativa e “consensuale” nei procedimenti decisionali);
- l’importanza di una rilettura del significato dell’art. 3, comma 2, Cost.
- il recupero della partecipazione “sin dal principio” del processo decisionale
E’ seguita una breve presentazione delle Unità di ricerca presenti, da parte dei rispettivi coordinatori.
Gianni De Martin ha illustrato gli obiettivi dell’Unità di Roma. I profili oggetto del lavoro dell’unità romana sono i seguenti:
- estensione del concetto di cittadinanza;
- la regolazione dei fenomeni “atipici” della partecipazione;
- la riflessione teorica come necessario momento preliminare e l’analisi casistica in vari settori (soprattutto con riguardo all’azione dell’ente locale).
Alessandra Valastro ha illustrato gli obiettivi dell’Unità di Perugia. I profili trattati sono i seguenti:
- insistere sulle “regole” (loro efficacia; quali garanzie?)
- provare ad elaborare una “teoria generale della partecipazione”
- diversi ambiti di ricerca: lessico del federalismo; partecipazione e processo decisionale (modelli; complementarietà con metodi della democrazia rappresentativa); soggetti della partecipazione e cittadinanza; informazione istituzionale e asimmetrie informative; partecipazione ai procedimenti normativi; partecipazione e garanzie; partecipazione e controllo; partecipazione e formazione; comparazione (Olanda).
Roberto Bin ha illustrato gli obiettivi dell’Unità di Ferrara. I profili trattati sono i seguenti:
- necessità di un approccio critico e superamento della “retorica” sulla partecipazione
- crisi della categoria dell’interesse generale ed esplosione di istanze partecipative
- a chi “sottrae” diritti la partecipazione?
- la questione delle garanzie dei diritti individuali e il problema dei “controinteressati” della partecipazione.
Si è dunque aperta una prima discussione su quanto illustrato da ogni coordinatore.
Daniele Donati ha sottolineato l’importanza di mantenere un atteggiamento critico; evidenziare la potenziale complementarietà (e non alternatività) della partecipazione; grande importanza della partecipazione per il rafforzamento della fase istruttoria di ogni processo decisionale; proposte per studiosi stranieri (provenienti dalla Francia; oppure ex Direttore Harvard Law School; Ocse; Svizzera).
Arena ha richiamato la necessità di creare un collegamento con il Prin di Allegretti (incontro 2, 3, 4 aprile 29, Firenze) e ha illustrato la possibilità di ri-finanziare in futuro il progetto, con una proposta a livello europeo. Inoltre ha riferito che lo stesso Preside della facoltà di Economia di Trento, ci ha esortato a perseguire la strada del progetto europeo.
Margherita Procaccini, a questo punto, ha lanciato l’idea di approntare un lessico per un ipotetico glossario; o, meglio, un “dizionario” della partecipazione (anche Donati si è mostrato favorevole).
Bin ha posto anche la questione della partecipazione nei “partiti” e la necessità di coinvolgere Luigi Bobbio (e il suo serbatoio di esperienze).
Secondo Arena, ci possono essere più “cittadinanze” e più “partecipazioni”. E soprattutto non ci si deve accontentare delle spiegazioni scientifiche come possibile luogo di convergenza della dialettica tra gli interessi. Sull’insufficienza della tecnica come metodo di composizione degli interessi concorda pienamente Bin.
Renato Cameli ha suggerito di indagare i collegamenti tra partecipazione e sistema dei controlli amministrativi
Christian Iaione ha ricordato che il modello deliberativo rappresenta un modello intrinsecamente aperto in cui ci si deve muovere nell’ottica di “ingrandire la torta prima di spartirla”.
Per Bin, altra questione importante è quella dei “tempi” dei modelli tradizionali; e importanza va assegnata anche alla questione “informativa”: occorre recuperare certezza sulla condivisione dei dati del dibattito “partecipato”; in quest’ottica assumono notevole importanza le scelte organizzative (vedi il debat public francese e il ruolo del Prefetto). Cortese è in pieno accordo sul punto.
Dopo una breve pausa Jens Woelk ha presentato un’iniziativa di potenziale interesse per il Prin (sussidiarietà e controllo preliminare da parte delle regioni).
Successivamente è ripresa la discussione. E Donati ha rievocato il tema del “tempo” (intermittenza necessaria) e posto la questione se la crisi dell’interesse generale sia crisi del sistema dei partiti o crisi del sistema delle assemblee.
Per Bin si tratta di una crisi del sistema dei partiti. E questo impone con urgenza la necessità di elaborare una teoria “normativa” della partecipazione; ripensare il ruolo dei mass media (ampiamente discusso da tutti con cenni sulla deontologia della comunicazione). A questo punto Bin ha proposto la stesura di un “Codice” della partecipazione (a partire da esempi di “microrisposte” già esistenti nell’ordinamento: Via; pianificazione urbanistica; par condicio; opa ostili; ecc.). Sotto questo profilo è importante il rapporto tra livello della decisione e livello degli interessi rappresentati. Concorda Cortese, per il quale si tratta di una questione di “proporzionalità”.
Arena ha chiuso il dibattito con una riflessione sul concetto di potere come “capacità di ridurre la complessità per gli altri”.
Come ci siamo lasciati
Al termine della discussione, si è concordata una road map di massima.
Per quanto riguarda il programma incontri si è stabilita questa sequenza:
- febbraio 29: Trento, primo incontro generale;
- giugno 29: Perugia, secondo incontro, con partecipazione studiosi stranieri;
- autunno 29: Roma, terzo incontro.
Sul piano operativo si è stabilito di procedere entro gennaio 29:
- alla apertura di un sito per la condivisione dei dati (Trento);
- alla definizione di una proposta di lessico / glossario per ricerca (Perugia);
- alla proposta di un indice per il “codice” della partecipazione (Ferrara).