Vivere in una città dai molteplici problemi ambientali non è facile. Affacciarsi dalla finestra di casa e vedere solo il cemento è uno spettacolo dai colori grigi e cupi, rassegnarsi alla realtà di solo cemento e smog non è condizione dignitosa per l’essere umano. Ribellarsi allo stato di cose innescando quei meccanismi di partecipazione attiva sul territorio è l’unica risposta di chi non vuole rassegnarsi. L’esempio offertoci dai cittadini dei quartieri romani del quadrante est rappresenta la speranza di poter innovare e migliorare il proprio modus vivendi. Adesso questa speranza diventa realtà, infatti dopo anni di lotte ecco che una parte del Parco Tiburtino si apre per regalare ossigeno alla città.
I quartieri di Casal bruciato, Portonaccio, Casal bertone e Collatino, pur registrando una densità abitativa tra le più elevate di Roma, sono in realtà circondati da una vasta area verde, un vero e proprio parco naturale nonché patrimonio archeologico da valorizzare e tutelare. La lotta dei cittadini per la realizzazione di questo parco va avanti da più di quindici anni, e solo oggi si possono vedere i primi alberi piantati. Questa è una piccola vittoria per tutti coloro i quali negli anni si sono battuti per il “diritto al parco”.
Non solo aria
Il parco non rappresenta solo un’oasi naturale, ma è un vero e proprio museo di archeologia che attraversa il cuore del Tiburtino e abbraccia tutti i siti di maggior pregio storico e naturalistico sull’antica via consolare. All’interno del parco infatti sono stati scoperti una tomba di epoca romana, i resti dell’antico ponte Tiburtino e una villa romana appartenente ad Aquilio Regolo. Il progetto di riqualificazione del territorio pone l’attenzione sulla valorizzazione del patrimonio archeologico, rivendicando l’accessibilità e il recupero di molteplici reperti nella zona. Numerose iniziative, quali visite guidate e giornate di incontri per sollecitare la soprintendenza archeologica e l’amministrazione comunale sulla necessità di una realizzazione del Parco, sono state poste in essere dalla cittadinanza che non si arrende e vuole il “Parco tiburtino senza se e senza ma”.
Il parco è un diritto già acquisito
E’ questo lo slogan che il Comitato del parco tiburtino, insieme all’Associazione radici e alla cooperativa sociale la Cacciarella, con il contributo di Legambiente, hanno coniato per affermare la ferrea volontà di non mollare. Scoprire un parco nel cemento, per vivere meglio e per rivalutare quartieri che sempre di più soffrono una densità abitativa tra le più elevate a Roma, è l’iniziativa meritevole di lode. E’ qui, in questo contesto, che si realizza la democrazia partecipativa: da un lato il cittadino che si rende protagonista, ideatore e parte attiva del progetto di riqualificazione dell’area verde; dall’altro le istituzioni che recepiscono e attuano, mediante i poteri di cui sono dotate, un comune progetto di salvaguardia del territorio. Il parco non è ancora pronto, ma la cittadinanza è attiva più che mai.