Il grado di democrazia di uno Stato risiede nel rapporto tra cittadini e amministrazioni

"Finora abbiamo dato per scontato cosa voleva dire essere italiani. Adesso, dovendo decidere se e come concedere la cittadinanza agli stranieri immigrati, siamo costretti a chiederci cosa siamo"

Al centro della riflessione vi sono i concetti di cittadinanza e di democrazia partecipativa, atteso che “il rapporto tra cittadini e amministrazioni rispecchia il grado di democrazia di uno Stato e l’evoluzione della società  civile”.

L’evoluzione del concetto di cittadinanza ha visto l’affermarsi di una nozione più ampia dello stesso, che coinvolge le svariate forme di partecipazione radicate nel territorio e che trovano la loro legittimazione nell’art. 118, ultimo comma, Cost.

Gli ambiti più coinvolti sono quelli della tutela dell’ambiente, della salute, dei servizi sociali, ma anche, come ricorda De Martin nell’introduzione, nel settore della tutela dei consumatori e della localizzazione delle infrastrutture, dove “si registra una propensione a nuovi modelli di esternazione della volontà  collettiva ad opera di gruppi organizzati, che mirano a condizionare il modello decisionale cd rappresentativo”.

E’  proprio attraverso la sperimentazione di nuove forme di partecipazione, di cui va misurata la rappresentatività , che si evolve in concettto di cittadinanza.

Il tema del progressivo affermarsi di una “cittadinanza sociale” al fianco di una “cittadinanza legale” è, oggi, sempre più attuale. Ne danno conto, da diverse prospettive e con un approccio interdisciplinare, i diversi contributi presenti nel volume.

Rosalba Picerno approfondisce i “Fondamenti costituzionali della cittadinanza attiva”, Daniela Bolognino “Le nuove frontiere della cittadinanza sociale”, mentre Vincenzo Antonelli affronta il tema della “formazione alla democrazia partecipativa”.

La tavola rotonda apre alle esperienze concrete, distanti tra loro e molto significative:  “l’esperienza della Comunità  di Sant’Egidio” rappresentata da Paolo Ciani, quella delle “banche nell’ambito della sussidiarietà  e della cittadinanza attiva”, testimoniata da Maria Luisa Petrucci ed, infine, l’intervento di Guido Sirianni che chiude la prima parte della giornata di studio sottolineando “la forza inclusiva della cittadinanza repubblicana”.

La seconda sessione approfondisce gli aspetti problematici e le prassi di democrazia partecipativa: Marco Di Folco interviene sulle “fonti locali”, mentre Francesca Di Lascio affronta le “fonti statali” e gli “strumenti della democrazia partecipativa”.

Un’apertura all’esperienza europea è svolta da Domenico Siclari che approfondisce il tema della “democrazia partecipativa nell’ordinamento comunitario”, mentre Caterina Bova e Federica Parisi danno contro dell’esperienza francese e venezuelana, rispettivamente del “débat public” e delle esperienze di partecipazione venezuelane quali le missioni bolivariane e i bilanci partecipativi.

La tavola rotonda conclusiva è affidata a Giovanni Moro che si muove nel panorama europeo nell’affrontare il tema dell’attivismo organizzato, a Giovanni Sala che riflette sull’esperienza della realizzazione della nuova base americana nell’area dell’ex aeroporto Tommaso Dal Molin di Vicenza, a Raffaele Bifulco che lega le sue riflessioni sulla democrazia deliberativa alla “realtà  della democrazia rappresentativa”.

Le conclusioni di Gregorio Arena approfondiscono il tema della cittadinanza, come status e come diritto, con particolare attenzione alle seconde generazioni e ai problemi di integrazione.

DE MARTIN G., BOLOGNINO D. (a cura di), Democrazia partecipativa e nuove prospettive della cittadinanza, Cedam, Padova, 21.