Pubblico e privato insieme per case più accessibili

Il social housing ottimizza le risorse pubbliche coinvolgendo imprenditorialità  privata e cittadini

Negli ultimi anni le grandi e medie città italiane hanno sperimentato una crisi nell’edilizia popolare. Mentre gli alloggi pubblici vengono destinati a categorie di persone a forte rischio di esclusione, crescono le richieste provenienti da famiglie che hanno come problema unico o prevalente quello del reddito. Tuttavia, a questo boom di richieste non corrisponde un pari aumento di alloggi a basso costo, in un contesto dove l’intervento pubblico mette a disposizione gli alloggi senza risolvere i problemi legati alla condizione di marginalità dei soggetti bisognosi. Eppure, influendo sulla vitalità dei luoghi, sul traffico, sui servizi e sulla sicurezza, il bisogno abitativo ha un forte impatto sociale, con riflessi sulla convivenza nelle comunità. Ragionare sulla ‘questione casa’ significa quindi occuparsi della vivibilità di un territorio e della qualità della vita di una società.

L’esperienza di Brescia

E’ in questo contesto che si inserisce l’iniziativa di social housing dell’Immobiliare sociale bresciana, finalizzata all’acquisto, ristrutturazione e gestione di un immobile abbandonato in un quartiere centrale di Brescia. L’obiettivo è offrire a giovani, anziani, donne sole con figli o disoccupati una soluzione abitativa a costo calmierato per un periodo limitato. L’offerta di servizi aggiuntivi, come l’assistenza nella ricerca di un lavoro e l’accompagnamento medico, garantiscono il pagamento dell’affitto e, nel lungo periodo, il reinserimento delle persone nella società. Basso costo non è comunque sinonimo di scarsa qualità. Gli appartamenti sono accoglienti, progettati con buoni materiali e dotati di pannelli fotovoltaici, nell’ottica di offrire una sistemazione dignitosa anche a chi, con i prezzi medi degli affitti cittadini, ne sarebbe escluso. L’iniziativa è stata realizzata grazie al finanziamento di 5mila euro a tasso agevolato concesso da una banca di credito cooperativo del territorio. All’apparenza potrebbe sembrare un comune rapporto banca-cliente ed è qui che il ruolo dei cittadini fa la differenza. I 5mila euro sono stati infatti raccolti dalla banca tramite l’emissione di certificati di deposito a rendimento minimo, acquistati da cittadini interessati al valore sociale dell’iniziativa. La ‘raccolta dedicata’ ha consentito alla banca di offrire tassi calmierati rispetto a quelli di mercato, abbattendo i costi del finanziamento e quindi il costo dell’affitto per il consumatore finale.

Diffusione a livello nazionale

Meccanismo fino a poco tempo fa originale nel panorama italiano, il social housing finanziato tramite interventi di project financing è stato recentemente ripreso in scala più ampia a livello nazionale. Con il ‘Piano casa’ 29 il governo ha infatti stanziato 55milioni di euro per la costituzione di un fondo immobiliare che servirà per la costruzione di più di 2mila alloggi da destinare a edilizia sociale. Nel frattempo si moltiplicano le iniziative private: dalle convenzioni tra regioni e grandi fondazioni bancarie, quali Fondazione Cariplo e la Cassa di risparmio di Torino, alle sperimentazioni in ambito di coabitazione giovanile e condomini solidali nate da intese tra cooperative, non profit e settore bancario. Iniziative che possono essere replicate ovunque in Italia, anche come risposta concreta alla crisi del settore immobiliare, a patto però di coniugare efficacemente tutti gli ingredienti che ne determinano il successo, a partire dalla volontà politica delle amministrazioni locali. Non essendo previsti finanziamenti a fondo perduto, i comuni devono infatti essere disposti a mettere a disposizione le aree edificabili in forma quasi gratuita.

Investimenti ad impatto sociale

Le iniziative di social housing non hanno finalità prettamente economiche, ma attivano le economie del territorio per ottenere risultati ad alto impatto sociale. Da un lato, spingono i cittadini a diventare artefici primari dello sviluppo della loro comunità, responsabilizzano l’agire congiunto di più attori locali affinché rispondano sinergicamente ai problemi che possono minare la coesione dei territori. Dall’altro, rendono concreto il richiamo politico all’impegno di ciascuno per il benessere di tutti. In tal senso, anche il project financing orientato al sociale può diventare uno strumento efficace di cittadinanza attiva e responsabile.