"L'acqua può essere considerata un bene vitale, insostituibile ed essenziale per la vita, ed in quanto tale, oggetto di un diritto soggettivo di accesso inalienabile"

L’apertura alle privatizzazioni su questo bene primario ha acceso un aspro dibattito, a partire dalla legge n. 133 del 28 che ha convertito il decreto legge n. 112 del 28 recante “disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria”.

L’Autore si concentra sul comparto dell’acqua potabile su cui si sono incentrati i maggiori contrasti, evidenziando come, a fronte di una estrema rilevanza del settore, vi sia scarsa conoscenza di esso anche da parte delle Regioni che hanno le competenze principali. Non esistendo un’analisi di riferimento per i costi e le tariffe di potabilizzazione e distribuzione dell’acqua non consente la generalizzazione di un modello di gestione unico, né una puntuale valutazione dei modelli esistenti.

Dopo aver analizzato le motivazioni a favore della privatizzazione e le preoccupazioni dei movimenti contrari alla stessa, Gianni Bianco propone una gestione cooperativa dei servizi idrici, sostenendo la possibilità di raggiungere, in tal modo, l’efficienza gestionale, la maggior trasparenza e la componente mutualistica in una produzione generalizzata. In questa prospettiva l’Autore sottolinea come l’obiettivo di qualsiasi soluzione deve essere la tutela della salute dei cittadini e la garanzia per tutti dell’accesso all’acqua.

BIANCO G., Chiare, fresche e dolci acque…pubbliche, private o cooperative?, in Riv. della cooperazione, 3, 29, 75-97.