Taranto fino all'ultimo respiro

Un contributo alla ricerca scientifica, rivolto alla tutela della salute dei cittadini di Taranto e del loro ambiente
A Taranto si muore più che in ogni altra città pugliese e italiana. A Taranto a prevalere sono quelle forme tumorali il cui nesso con l’inquinamento ambientale è strettamente correlato. Dopo le scoperti eclatanti di uova alla diossina, di carne e di latte materno contaminati e della diagnosi di un cancro da fumatore a un bambino di undici anni, a dimostrazione della gravità della situazione, agli inizi di gennaio è stato istituito un fondo per la raccolta di soldi necessari a analisi più accurate sugli effetti di queste sostanze dannose e cancerogene sulla propria pelle.
Si è così costituita l’Associazione onlus “Fondo antidiossina Taranto” che ha lo scopo di consentire, attraverso analisi specifiche, la ricerca delle sostanze dannose che si possono accumulare nell’organismo umano, negli animali e nei prodotti alimentari. L’indagine sarà circoscritta alla popolazione dell’area jonica di Taranto e Provincia e viene direttamente da tutti quei soggetti, cittadini e associazioni, che cercano di risollevare il futuro di una città da troppo tempo lasciata in mano alle negligenze delle diverse amministrazioni di differente colore politico e dei profitti delle aziende industriali, tra tutte proprio lo stabilimento siderurgico, asse portante dell’industria italiana ed europea.

La ricerca si focalizzerà, in particolare, sul rilevamento di diossine, sostanze particolarmente dannose e letali per l’uomo. Il Fondo antidiossina è stato fortemente voluto dal professor Fabio Matacchiera, in quanto è riconosciuto che nell’area Jonica le industrie producono il 9 percento della quantità totale nazionale di diossina, una percentuale spaventosa di una sostanza che ormai è entrata prepotentemente nella catena alimentare, minacciando seriamente la salute della gente che è sempre più esposta ai danni da inquinamento industriale e quindi sempre più a rischio di malattie mortali.
Il Fondo non si muove in contrapposizione all’operato delle istituzioni e del Servizio sanitario nazionale, come affermato dagli stessi promotori, ma intende fornire un contributo alla ricerca scientifica, rivolto alla tutela della salute degli stessi cittadini di Taranto e del loro ambiente. Un’opportunità che l’amministrazione di certo non dovrà lasciarsi scappare perché significherebbe sprecare lo straordinario patrimonio di conoscenze, tempo, volontà, dedizione e competenze che questi stessi cittadini attivi mettono a disposizione e al servizio della tutela dell’intera comunità e dei suoi beni comuni.

Lo statuto dell’associazione permetterà trasparenza e correttezza perché gli esami clinici sul sangue
e sulle sostanze organiche e fisiologiche di origine umana avverranno attraverso prelievi effettuati da personale specializzato e su cittadini volontari; la raccolta fondi sarà finalizzata esclusivamente all’indagine e alla ricerca di sostanze dannose presso laboratori specializzati che possano garantire professionalità e veridicità dei risultati; tutti i trasferimenti e le donazioni avverranno su un conto corrente postale il cui rendiconto sarà trasparente tramite una password aperta sulla rete internet al fine di rendere gli spostamenti in entrata e in uscita visibili a tutti. Per un ulteriore trasparenza e correttezza tutto l’iter sarà seguito da un comitato di esperti e garanti conosciuti nella città per la loro professionalità.

I cittadini si muovono per difendere la propria salute e il proprio ambiente, per riabilitare una città intera condannata da troppo tempo a un destino fatale. Le analisi che saranno effettuate costituiranno un passo importante nella lotta per la difesa dell’ambientale e della salute che si è venuta intensificando negli ultimi anni. La speranza è che questa iniziativa sia d’aiuto alle istituzioni e agli organi preposti per fornire un quadro reale della situazione ancora oggi poco chiaro ed intervenire con le soluzioni politiche necessarie. Ancora una volta cittadini e associazioni si muovono in un clima spesso indifferente, come ormai siamo abituati in questi casi, nella speranza che sia da input alle istituzioni per la difesa di un bene, come la salute o l’ambiente, fondamentali di ognuno di noi.