La natura relazionale della sicurezza implica, per la sua tutela, l'attività  coordinata ed integrata di soggetti istituzionalmente diversi

In questo ambito assume rilievo il lavoro congiunto dei diversi livelli di governo per incidere sulle fonti criminogene insite nelle città; altrettanto importante è, però, la stessa conformazione dei quartieri, la struttura degli edifici e l’illuminazione delle strade. Elementi, questi, che incidono sulla percezione di sicurezza da parte dei cittadini.

Sebbene le precedenti osservazioni possano considerarsi pacifiche, il compito di occuparsi della sicurezza urbana è stato prevalentemente affidato ai sindaci. Il riconoscimento in capo a questi del potere di adottare ordinanze contingibili e urgenti ha determinato, però, una torsione degli strumenti e degli obiettivi connessi con la tutela della sicurezza urbana. Si è, così, assistito all’indiscriminato proliferare di ordinanze regolatorie miranti a vietare singoli comportamenti, a discapito di una più organica pianificazione delle attività idonee a incidere sulle situazioni presenti sul territorio che costituiscono la fonte delle attività criminogene.

Gli Autori del volume, risultato di un gruppo di lavoro di Astrid, si concentrano, quindi, sui diversi problemi aperti da questo approccio alla sicurezza urbana: lo studio del ruolo della sicurezza negli assetti urbani è affidato a Marco D’Alberti e Paolo Urbani; le politiche sul territorio sono, invece, analizzate da Fabrizio Battistelli e Livia Fay Lucianetti nel loro contributo dal titolo “La sicurezza urbana tra politics e policy”; Angela Musumeci affronta, poi, la legislazione regionale sul tema; mentre Vincenzo Antonelli esamina l’esperienza dei “patti per la sicurezza”. Vi sono, infine, un saggio di Alessandro Pajno e Vincenzo Antonelli sul ruolo delle ronde e degli editti nella sicurezza urbana e uno studio sulla giurisprudenza e sulla dottrina in materia di ordinanze contingibili e urgenti a cura di Francesca Palazzi.

ASTRID, La sicurezza urbana, Maggioli, 21.