Il master in educazione civica di Ethica

C ' è un individualismo esasperato nella nostra società  che ostacola la crescita della cultura civica

Trasparency international è un’organizzazione non governativa che da anni stila una classifica mondiale in base all’indice di percezione della corruzione (Cpi) nei diversi Paesi, determinato in base a valutazione degli esperti e sondaggi d’opinione. L’indice è divenuto un punto fermo per chi studia questi fenomeni tanto da essere riconosciuto a livello internazionale.

Il rapporto del 29

La classifica pone l’Italia al 63esimo posto, non un dato esaltante se consideriamo che meglio di noi hanno fatto Paesi come la Korea del sud, il Botswana e la Namibia. La situazione è critica anche a livello europeo dove siamo fanalino di coda, seguiti solo da Bulgaria, Grecia e Romania. Questo è un dato che deve far riflettere, perché, in controtendenza con quanto avviene in Italia, diversi Paesi europei, come Danimarca, Svezia, Svizzera, Finlandia, Olanda, occupano le prime posizioni. Più indietro la Germania (14esima), la Gran Bretagna (17esima) e la Francia (24esima), con risultati comunque ben superiori ai nostri.
Secondo il rapporto la corruzione è un fenomeno di malcostume largamente diffuso soprattutto in quei Paesi che tentano un rilancio con le grandi opere pubbliche, terreno ideale per la sua diffusione, e in quelle terre segnate da instabilità, conflitti e scarsa presenza dello stato.
Non stupisce, quindi, che il Paese più virtuoso, secondo le stime del 29, è stato la Nuova Zelanda, mentre, in fondo alla lista ci sono Somalia, Afghanistan, Sudan e Iraq.

Il declino etico e morale

La crisi italiana è soprattutto una crisi etica e morale, che spinge verso un declino politico e sociale. Il nostro Paese è carente di cultura civica, c’è un individualismo esasperato nella nostra società che ne ostacola la crescita, impedendo lo sviluppo di quella cultura dei beni comuni che Labsus sostiene. Violare le leggi, imbrogliare, imboccare sempre delle scorciatoie fa parte del nostro modo di essere più del rispetto verso gli altri e verso quei beni pubblici che, proprio per la loro natura, dovrebbero essere gestiti con eticità e moralità. È carente soprattutto l’insegnamento nel settore scolastico di educazione civica, materia che spesso è meno considerata rispetto ad altre e che invece dovrebbe essere il perno su cui fondare i cittadini del domani.

Scuola di etica

L’istruzione, in questo campo, è di fondamentale importanza, non a caso negli ultimi anni sono nati dei corsi dedicati a questo tema come il Master in educazione civica, risultato della collaborazione tra il James Madison program dell’università di Princeton e Ethica. L’obbiettivo del Master è quello di diffondere una consapevolezza critica della coscienza civica, mettendo in risalto tutte le implicazioni che questa comporta sia a livello sociale che politico. Il corso si focalizza sull’educazione civica analizzata nelle sue diverse forme, come combinazione di responsabilità morale e saggezza. Non a caso è prevista una particolare attenzione per i temi della cittadinanza attiva, principio che non può non prescindere dall’eticità e dalla moralità.


È significativo che questi corsi nascano proprio in questo periodo, così ricco di contrasti per la società italiana. È da sottolineare, inoltre, che il master è il frutto della collaborazione tra enti privati e la regione Piemonte, segno che anche a livello istituzionale si avverte l’esigenza di recuperare certi valori.

Se da una parte, infatti, la classifica di Trasparency international è una metafora della nostra situazione, del declino della nostra società, dall’altra c’è voglia di cambiamento, di innovazione. La cultura civica, i beni comuni, la cittadinanza attiva sono delle risposte che la società civile sta fornendo ad una semplice domanda: vogliamo continuare così?