Un ' estate all ' insegna della tutela ambientale

L'azione dei singoli per contrastare gli scempi quotidiani

La differenza tra una gradevole ed una spiacevole vacanza è data spesso dalle condizioni ambientali delle località in cui si intende soggiornare: il rispetto e la salvaguardia dell’ecosistema e della biodiversità, con una minimizzazione dell’impatto delle attività legate al turismo, sono dunque delle priorità che implicano azioni responsabili da parte di ciascun individuo, affinché tutti possano godere dell’agognata vacanza.


Buone pratiche sotto l’ombrellone…

A tale scopo Comieco ha indicato dieci semplici buone pratiche da seguire prima di partire per le ferie e sotto l’ombrellone: dallo spegnimento degli elettrodomestici all’osservanza di uno stile di guida ottimale, procedendo con un’accurata raccolta dei rifiuti in spiaggia perché, dati i loro lunghi tempi di smaltimento, basta poco “per rendersi inconsapevoli complici di un eco-misfatto”. Un invito poi ad usufruire dei servizi di raccolta differenziata, premiando in questo modo i notevoli sforzi di potenziamento che alcune località virtuose hanno compiuto negli ultimi anni. Per la salute e per l’ambiente meglio affittare la bicicletta e non il motorino e, se si è in barca, andare su quelle a vela e non a motore. Un ultimo consiglio per un’attività di non poco conto: “Le chiacchiere da ombrellone sono lo sport nazionale dell’estate: passiamo parola e coinvolgiamo parenti e amici sull’importanza di rispettare l’ambiente anche in vacanza”.


…conoscenza e responsabilizzazione tutto l’anno

Una navigazione di oltre 2mila miglia in 25 tappe per due mesi, per fare un check up del mare italiano ma anche per denunciare i casi di accesso negato alla spiaggia, gli abusi edilizi sul demanio marittimo, i nuovi porti turistici e le minacce energetiche che assediano le coste italiane. E’ l’attività di monitoraggio svolta da Goletta Verde, la campagna di Legambiente, con il Consorzio Ecogas e Novamont. Il bilancio finale è tutt’altro che rassicurante: le coste italiane presentano ben 169 punti critici, uno ogni 44 km e, tra i campioni contaminati, è risultato gravemente inquinato l’87 per cento, con valori di batteri di origine fecale superiori al doppio dei limiti di legge. Questo perché “il 15 per cento degli italiani è privo di allacciamento alla rete fognaria, mentre addirittura il 3 per cento scarica i propri reflui non depurati direttamente nei fiumi, nei laghi o in mare”. A Campania, Calabria e Sicilia la maglia nera per l’inquinamento mentre Sardegna, Puglia e Toscana si distinguono in positivo.

Ma a minacciare i litorali c’è anche l’abusivismo edilizio: oltre a case, ville, residence e alberghi con vista mare, secondo Goletta Verde l‘assalto degli approdi turistici si conferma uno degli escamotage più efficaci per urbanizzare la costa nonostante siano disponibili già 13mila posti barca e uno studio del 28 di Ucina, l’associazione degli imprenditori della nautica aderente a Confindustria, stimi che si potrebbero realizzare 4mila nuovi posti barca semplicemente riorganizzando i bacini già esistenti.


E’ dunque indispensabile la più assoluta trasparenza degli attori pubblici su temi che emergono solo durante la stagione estiva e sono spesso sconosciuti alle popolazioni locali, se non irresponsabilmente ignorati dalle stesse pur di assecondare le remunerative esigenze del turismo. Per denunciare questi fenomeni Corriere della sera e Wwf hanno lanciato la campagna "Stessa spiaggia, stesso mare?": i lettori sono invitati a descrivere i cambiamenti subiti dalla spiagge più amate o semplicemente da quelle scelte per le vacanze, per via dell’incuria o a causa delle speculazioni. I casi saranno tutti resi pubblici e, per uno di questi, i tecnici di Wwf Ricerche e progetti elaboreranno gratuitamente un piano di recupero che sarà pubblicato e inviato agli enti locali competenti.