Partire dalla scuola per cambiare le cose

"Rock your school - Fai qualcosa, cambia le cose"

Il Liceo "Farnesina" di Roma presenta un ampio spazio verde che potrebbe, grazie alla cura e all’impegno dei ragazzi, essere trasformato in un vero e proprio giardino, secondo la proposta avanzata dalla scuola.
"Il giardino nasce dai libri ancor prima che dal lavoro di tecnici", ha specificato Fabio Maialetti della Casa del Giardinaggio del Comune di Roma che da anni insegna ai ragazzi di diverse scuole della capitale a prendersi cura degli spazi verdi. Se si pensa agli antichi greci, all’Accademia di Platone, il giardino era concepito come luogo di discussione, di incontro, prosegue l’architetto Maialetti.

Ad esempio Ciro di Persia amava prendersi cura personalmente del suo giardino, perché considerata una "attività da principi”. Il giardino era il luogo delle delizie, delle meraviglie, ribadisce a più riprese Maialetti. La letteratura, la storia e la filosofia offrono esempi di come il giardino fosse considerato il luogo dell’otium, del pensiero e del ragionamento. La scuola stessa era il giardino. Oggi, invece, a dominare sono gli spazi chiusi, imponenti costruzioni grigie che hanno fagocitato ogni angolo di verde. Bisognerebbe cominciare a riprendersi i propri spazi anche all’aperto, dunque.

Ma la domanda che i ragazzi devono porsi, secondo Maialetti, prima di intraprendere quest’avventura, è: “Cosa voglio rappresentare?" E’ necessario dare un’identità allo spazio per renderlo proprio. Le piante che rappresentano il nostro mondo sono quelle che vanno curate, “coltivate”, cosicché ognuno possa diventare portatore di conoscenze. Il giardino va inteso come la rappresentazione del mondo, della natura, ha concluso Maialetti.

A seguire, l’intervento di Christian Iaione, caporedattore centrale di Labsus, che ha spiegato ai ragazzi il significato di sussidiarietà e lo scopo del progetto. “Rock your school-Fai qualcosa, cambia le cose” potrebbe essere il motto di questo progetto che si pone come punto di partenza affinché i ragazzi diventino proattivi, agiscano in prima persona per prendersi cura dei propri spazi (come ci insegna l’articolo 118 ultimo comma della Costituzione). I cittadini devono essere messi in grado dall’amministrazione di prendersi cura dei beni comuni. “Si tratta di percorrere la strada di un modello di società in cui i cittadini siano attori della vita civica, portatori di conoscenze senza delegare ai poteri pubblici”, ha osservato Iaione. E’ questa idea che si vuole portare nelle scuole. Il giardino è una metafora del modello di società che si intende costruire.

Ora tocca ai ragazzi capire come partecipare al progetto ed individuare i problemi della scuola rimboccandosi le maniche. Le reazioni sono state positive e propositive. Alcuni studenti si sono riproposti di verificare e approfondire eventuali problemi di sicurezza, altri invece intendono concentrarsi sulla raccolta di fondi e, infine, alcuni si sono dimostrati interessati a curare la comunicazione del progetto all’interno della scuola e verso l’esterno.

La scuola e i ragazzi si sono mostrati interessati al progetto e avvezzi ad esperimenti di cittadinanza attiva. Infatti, Matteo Rosati, ex-alunno del liceo Farnesina, che si occupa di organizzare le simulazioni del Rimun-Rome International Model United Nations, ha spiegato che sono stati i ragazzi stessi, armati di vernice e stencil, a ridipingere un’auletta della scuola che ha ospitato una riunione del Rimun.

E’ intervenuta anche Silvia Vitelli, caporedattore della sezione “In biblioteca” di Labsus, che si occuperà di spiegare ai ragazzi la “sussidiarietà orizzontale” e la Costituzione con una serie di 3/4 incontri. “Diventare cittadini attivi, vuol dire conoscere anche le norme, la Costituzione”, ha rimarcato Vitelli. Simone Chiaramonte, Fabrizio Spano e Angela Gallo, invece, si occuperanno di fornire ai ragazzi gli strumenti necessari per poter comunicare il progetto all’esterno.

La riunione è stata ripresa in video da Simone Chiaramonte (guarda il video).