Il tema dell'acqua è sempre più europeo

"I ragazzi hanno approfondito un percorso di cittadinanza"

L’incontro è durato tre giorni, dal 24 al 26 novembre, ed è giunto a conclusione di una campagna partita tre anni fa per difendere l’acqua come diritto “WATER: Water Access Through Empowerment of Rights” promossa da organizzazioni attive in diversi Paesi Europei. I ragazzi hanno avuto l’occasione di approfondire un vero e proprio percorso di cittadinanza e di concludere questa esperienza lanciando un appello finalizzato a promuovere una nuova cultura dell’acqua come bene comune dei cittadini europei.

Tre giorni di iniziative

Nella prima giornata dei lavori i ragazzi hanno potuto approfondire diversi temi grazie all’intervento di esperti del settore che li hanno guidati attraverso la loro competenza in settori complessi come la legislazione europea sul tema, gli effetti del modello di sviluppo del Nord sul mercato del Sud del mondo e l’esperienza di Vivaqua società a capitale pubblico che gestisce l’acqua a Bruxelles.

In seguito si sono realizzati diversi workshop tematici che si andavano ad occupare del fenomeno sotto diversi aspetti come ad esempio “Acqua e diritti umani”, “Usi dell’Acqua” e “Acqua e Rapporti Nord/Sud”. Gli incontri a cui i ragazzi hanno partecipato vivacemente erano finalizzati alla redazione di messaggi che nell’ultima giornata sono stati consegnati ai parlamentari europei perché proseguano la campagna di sensibilizzazione su questi temi. L’evento si è concluso con una grande manifestazione a cui hanno partecipato più di duemila studenti provenienti da tutta Europa.

Come vediamo l’acqua?

Il valore dell’acqua come bene fondamentale per la sopravvivenza di qualsiasi forma di vita non è mai stato in discussione ma purtroppo a questa consapevolezza si affianca anche una contraddizione che si sta diffondendo pericolosamente. Negli ultimi anni infatti la percezione del concetto di acqua è stata distorta a tal punto che si vuole far passare quello che dovrebbe essere un bene comune come una merce qualsiasi nelle mani delle multinazionali e delle società di gestione dei servizi idrici. La sfida che iniziative come questa raccolgono è quella di sensibilizzare le nuove generazioni per permettere che questa battaglia parta sempre più “dal basso” grazie all’apporto di organizzazioni che operano nel sociale e di cittadini attivi di tutte le età che premono sui governi e le istituzioni, sia europee che internazionali, affinché seguano nuove policy che riconoscano l’acqua come bene comune.

La sussidiarietà orizzontale è quindi ancora una volta il perno su cui puntare per organizzare la società in modo che i cittadini siano attivi e possano responsabilmente prendersi cura dei beni comuni cioè di quei beni "il cui arricchimento arricchisce tutti e il cui impoverimento impoverisce tutti".
Finora la strada è ancora in salita ma il vasto movimento che si è creato dietro la consapevolezza dell’importanza di quello che è stato definito "oro blu" può già vantare numerosi successi come ad esempio l’approvazione di una risoluzione dell’ONU che riconosce l’acqua come diritto fondamentale dell’uomo.