Un'iniziativa per promuovere il miglioramento della cosa pubblica

Dalla pars destruens alla pars construens. Il Paese ha bisogno del cambiamento

Smontare e rimontare la testa, i pensieri e le teorie, dalla pars destruens alla pars construens, il Paese ha bisogno del cambiamento. Con questi obiettivi si incontreranno oggi e domani deputati e giovani professionisti a Bertinoro per rilanciare il merito, per "aprire" la società italiana e per ridare senso e forza alla democrazia (consulta il programma dei lavori). Già lo scorso 5 novembre Rena (Rete per l’eccellenza nazionale) aveva evidenziato, a Torino, la necessità di un “Nuovo Risorgimento per l’italia”.

Come nasce il progetto

Rena ha intervistato Sandro Gozi che, assieme ad Alessandro Fusacchia presidente di Rena, ha lanciato il progetto “Montiamoci la Testa”. “Quante volte ciascuno di noi ha sentito dire di qualcuno che ‘si è montato la testa’? Noi volevamo dare a questa espressione una valenza positiva: ci prendiamo la testa, ce la rimettiamo sul collo, la avvitiamo, e torniamo a ragionare. Tutto questo perché abbiamo l’impressione che in Italia si pensi sempre di meno”, così Sandro Gozi chiarisce l’origine del progetto.

L’intento è quello di far incontrare la politica e la società civile e mostrare come esistano giovani attivi e impegnati che non sono spettatori passivi di una situazione insostenibile per il nostro Paese. I partecipanti, ricorda Gozi, si sono “auto scelti” ed appartengono ai diversi schieramenti politici, associazioni, think thank, uniti tutti da un unico scopo: diffondere il virus del ragionamento e riaccendere la luce del pensiero. Solo per citarne alcuni parteciperanno tra i deputati: Elena Centemero (PDL), Anna Paola Concia (PD), Benedetto Della Vedova (FLI), Nicola Formichella (PDL), Federica Mogherini (PD), Chiara Moroni (FLI), Gianluca Pini (LN), Roberto Rao (UDC), Fausto Recchia (PD), Andrea Sarubbi (PD), e Jean Leonard Touadi (PD).

I temi su cui “riavvitare” la testa

La "pandemia" del ragionamento deve prendere le mosse da tre temi importanti: “dare concretezza al merito”, “aprire la società italiana” e “ridare senso e forza alla democrazia”. Per quanto riguarda il primo punto: “dare concretezza al merito”, va inteso come efficienza ed eticità. Nell’attuale momento storico, in cui la crisi economica ha colpito, non solo l’Italia, ma il resto del mondo, diventa cruciale premiare chi agisce in base ai risultati ottenuti, introdurre dunque il merito nella classe dirigente, nelle pubbliche amministrazioni; il merito deve diventare il termometro dell’efficienza, soprattutto per chi si trova a gestire risorse e servizi pubblici.

Riguardo al secondo punto: “aprire la società italiana”, vuol dire creare maggiori occasioni di scambio tra studenti italiani e stranieri, far sì che l’università italiana diventi un polo d’attrazione per giovani stranieri. Per di più, il nostro Paese basa ancora gran parte della sua economia sulle esportazioni e le imprese italiane risentono di una scarsa leadership a cui va aggiunta la quasi incapacità di attrarre investimenti dall’estero. Insomma, in una parola, una società ancora chiusa, in cui la globalizzazione e la diversità culturale sono percepite come una “minaccia”.

Infine, ultimo tema su cui “accendere la luce del ragionamento”, è quello di “ridare senso e forza alla democrazia”; se la democrazia ha rappresentato il meccanismo mediante il quale si è cercato di fare delle scelte a partire dai bisogni dei cittadini, oggi sembra che le cose stiano cambiando. La realtà odierna si è tramutata grazie anche al contributo della rete per cui i meccanismi democratici tradizionali sembrano non essere più idonei a dar voce e a rispondere alle istanze cittadine. Si dovrebbe puntare in maggior misura alla partecipazione attiva dei cittadini per risolvere problemi legati, ad esempio, alla mobilità urbana, ai rifiuti, ai servizi pubblici ecc. come le esperienze "labsusiane" testimoniano.

Questo è il nuovo scenario a partire dal quale bisogna giungere alla palingenesi del nostro Paese "gettando tanti sassolini nell’ingranaggio del sistema", per dirla con le parole di Gozi (leggi il documento in allegato).



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