Le associazioni del no-profit si sono mobilitate e hanno inviato un appello al Parlamento italiano e ai presidenti di Camera e Senato perché intervengano sulla legge di stabilità ovvero la finanziaria per il 211. Alcuni giorni fa infatti è stato presentato un maxiemendamento che conteneva un fondo di 8 milioni destinato a interventi vari.
La nuova formulazione, approvata il 12 novembre in Commissione Bilancio a Montecitorio, ha destinato solo 1 milioni al 5 X mille, rispetto ai 4 destinati l’anno precedente, cifra che l’esperienza dimostra corrispondere alle scelte operate dai cittadini: dalle dichiarazioni dei redditi del 28 sono stati destinati alle associazioni 397,5 milioni di euro. Le risorse sono state dirottate al finanziamento di altre voci.
Ad oltre cinque anni dalla sua introduzione, infatti, il 5 per mille non solo non è diventato una legge fiscale dello Stato italiano (a differenza di quanto è successo in altri 12 Paesi europei), ma con questo taglio del 75% si rischia di mettere in ginocchio le attività delle associazioni di volontariato e degli enti di ricerca e di tanti altri enti associativi e non si rispettano le volontà dei cittadini che indicano nella dichiarazione dei redditi a chi destinare il 5 X mille delle imposte pagate allo Stato.
Il contenuto dell’appello del mondo della cooperazione e del terzo settore
Tantissime associazioni di volontariato hanno aderito all’appello inviato in parlamento tra le piu note si possono ricordare Emergency, Libera, Gruppo Abele, Greenpeace, Coordinamento Italiano Network internazionali, Medici senza Frontiere, Amnesty International, Telethon, Unicef, Save The Children, Fondazione Ivo de Carneri onlus, alcune associazioni culturali, tra le quali l’associazione Amici di Brera e dei Musei Milanesi, e un’associazione sportiva, la Federazione Italiana Amici della Bicicletta.
Un analogo appello è stato promosso dal Forum del Terzo Settore, CSVNet e dalla Consulta del Volontariato.
I tagli in finanziaria si aggiungono al taglio delle agevolazioni sulle tariffe postali per il no-profit, alla massiccia riduzione dei fondi per la cooperazione allo sviluppo, e per quanto riguarda le associazioni di ricerca e culturali, in questo caso il taglio del 5 X mille si aggiunge a una rigida politica di riduzione dei finanziamenti.
Le organizzazioni firmatarie dell’appello chiedono pertanto di "ripristinare quanto meno l’importo dei fondi previsti per il 21", cioè 4 milioni. La possibilità c’è ancora: la legge di stabilità è al momento all’esame della Camera, il voto finale dovrebbe arrivare venerdì. Poi passerà al Senato, dove dovrebbe essere approvata, secondo il calendario stabilito dai capigruppo, entro la prima decade di dicembre.
Intanto a fronte delle mobilitazioni il sottosegretario all’economia Casero ha dichiarato che "sono da considerare un acconto, nell’ambito delle disponibilità di bilancio attuali. Il nostro impegno è di mantenere il cinque per mille allo stesso livello del 21. Nel corso del 211 arriveremo a stanziare quello che manca per arrivare ai 4 milioni di euro previsti".
La petizione di Vita
Il 5 per mille che, davvero, poteva e doveva essere il caposaldo sussidiario
della più volte invocata riforma fiscale, sembra spegnersi quindi nelle spire della disponibilità di bilancio. Per questo il settimanale Vita ha lanciato una petizione on line per chiedere di integrare e salvare il 5X1 nel 211.
Per aderire alla petizione è possibile collegarsi al seguente link http://www.vita.it/news/view/18742