Educazione alla sostenibilità 

L ' Emilia-Romagna, la prima a dotarsi nel 1996 di una legge sul tema, conferma il suo impegno nell ' educazione alla sostenibilità 

Il provvedimento dota l’Emilia-Romagna di nuovi strumenti culturali, organizzativi e operativi per fare crescere la cultura della sostenibilità , in una Regione che è stata la prima in Italia a dotarsi di una normativa in questo campo, già  nel lontano 1996 con la Legge 15 che aveva avviato sul territorio ben 69 Centri di educazione ambientale e tante iniziative nelle scuole. Proprio la preziosa esperienza del ’96 non va dispersa, ma semplicemente ricontestualizzata e aggiornata, visto il mutato contesto e l’evoluzione delle strategie informative ed educative. Per un concetto di sostenibilità  cosìampio e complesso è richiesta la massima diffusione delle informazioni, in modo da favorire anche la partecipazione consapevole dei cittadini ai processi decisionali. Permettere loro di accedere alle informazioni, ne consente infatti la partecipazione attiva alla costruzione di un futuro equo e sostenibile per tutti.  



Nel concreto, la Regione deve svolgere una funzione di indirizzo, programmazione, coordinamento e controllo del sistema di informazione ed educazione alla sostenibilità  e deve collaborare con province e comuni, che gestiscono le strutture sul territorio. Per informare ed educare alla sostenibilità  vi è dunque un sistema regionale detto INFEAS, ovvero un’organizzazione a rete che coinvolge soggetti pubblici e privati del territorio. Un sistema che coinvolge le imprese, il volontariato, l’associazionismo, ma che ha come protagonisti soprattutto gli istituti scolastici che, organizzati in rete, inseriscono i temi della sostenibilità  nella loro offerta formativa. Agli enti locali spetta invece istituire i Centri di educazione alla sostenibilità  (CEAS), ovvero nuove strutture educative che si rivolgono a scuole, famiglie, cittadini e comunità  locali, con lo scopo di realizzare percorsi formativi, materiali didattici, seminari e convegni, attività  di ricerca, servizi informativi e servizi di supporto ai processi partecipativi sul territorio.



Importante è  il coordinamento di  tutte le diverse educazioni (all’ambiente, alla salute, alla corretta alimentazione, alla sicurezza stradale e mobilità  sostenibile, alla partecipazione…), anche in coerenza con i principi di Nazioni Unite, Unesco e Unione Europea.





Ecco alcuni articoli della l.r. n. 27/29



Art. 1 – Oggetto e finalità 

1. In conformità  ai principi sanciti dall’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO) e dalla Commissione economica delle Nazioni Unite per l’Europa (UNECE) in materia di educazione allo sviluppo sostenibile, nonché ai principi vigenti nell’ordinamento dell’Unione Europea e nell’ordinamento nazionale in materia di diritto all’informazione su ambiente e sostenibilità , e in particolare a quelli posti dal decreto legislativo 19 agosto 25, n. 195 (Attuazione della direttiva 23/4/CE sull’accesso del pubblico all’informazione ambientale), la Regione con la presente legge persegue i seguenti obiettivi:

a) promuovere nella popolazione giovane e adulta lo sviluppo di conoscenze, consapevolezze, comportamenti e capacità  di azione a livello individuale e sociale, idonei a perseguire la sostenibilità  ambientale, sociale, economica e istituzionale, attraverso i metodi e gli strumenti educativi, partecipativi e comunicativi;

b) promuovere una educazione alla sostenibilità , come definita dai principi suddetti, che integra in un disegno comune gli aspetti globali e locali della cittadinanza attiva, della pace, della democrazia, dei diritti umani, dello sviluppo equo e solidale, della tutela della salute, delle pari opportunità , della cultura, della protezione dell’ambiente e della gestione sostenibile delle risorse naturali;

c) promuovere la raccolta e la diffusione delle informazioni sulla sostenibilità  ambientale, sociale, economica e istituzionale del territorio regionale, anche al fine di favorire la consapevole partecipazione dei cittadini ai processi decisionali;

d) favorire l’accesso da parte dei cittadini e delle loro forme organizzate alle informazioni in materia di ambiente e sviluppo sostenibile in possesso della pubblica amministrazione, al fine di promuovere la loro partecipazione attiva alla costruzione di un futuro sostenibile;

e) sviluppare, in collaborazione con le autonomie locali, il sistema scolastico e dell’alta formazione, le agenzie scientifiche, le imprese, il volontariato e l’associazionismo, il sistema regionale di informazione e di educazione alla sostenibilità  (sistema regionale INFEAS);

f) promuovere, nel quadro del sistema regionale INFEAS di cui all’articolo 2, mediante adeguati progetti formativi e sistemi di documentazione e di valutazione di strutture e attività , la continuità  e la qualità  delle azioni educative e comunicative attraverso il riconoscimento e la valorizzazione di centri e strutture territoriali permanenti e di scuole e istituti scolastici e loro reti che perseguono l’educazione alla sostenibilità ;

g) promuovere il coordinamento e la progressiva integrazione a livello regionale, provinciale e comunale delle diverse programmazioni ed esperienze educative relative all’ambiente e alla biodiversità , alla corretta alimentazione, alla sicurezza stradale e alla mobilità  sostenibile, alla salute, alla partecipazione, in coerenza con i principi definiti dall’ONU e dall’UNESCO per l’educazione alla sostenibilità ;

h) contribuire e partecipare al sistema nazionale INFEA di cui all’articolo 3, comma 5, della legge 9 dicembre 1998, n. 426 (Nuovi interventi in campo ambientale), sulla base degli atti di indirizzo e di programma approvati in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano di cui al decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281 (Definizione ed ampliamento delle attribuzioni della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano ed unificazione, per le materie ed i compiti di interesse comune delle regioni, delle province e dei comuni, con la Conferenza Stato-città  ed autonomie locali), anche attraverso accordi di programma con gli organi statali competenti.

2. La Regione persegue i predetti obiettivi attraverso:

a) il sistema regionale INFEAS di cui all’articolo 2;

b) la Commissione regionale di coordinamento di cui all’articolo 7;

c) il programma regionale di informazione e di educazione alla sostenibilità  (programma regionale INFEAS) di cui all’articolo 3;

d) le periodiche relazioni sullo stato dell’ambiente e della sostenibilità  della Regione Emilia-Romagna e la messa a disposizione del catalogo delle fonti e di tutti i dati sull’ambiente e sulla sostenibilità  in suo possesso di cui all’articolo 6.

3. La Regione assicura l’accesso alle informazioni in materia ambientale con le modalità  di cui all’articolo 7 della legge regionale 6 settembre 1993, n. 32 (Norme per la disciplina del procedimento amministrativo e del diritto di accesso) e al decreto legislativo n. 195 del 25.



Art. 2 – Il sistema regionale di informazione e di educazione alla sostenibilità  (sistema regionale INFEAS)

1. Il sistema regionale di informazione e di educazione alla sostenibilità  (sistema regionale INFEAS) è un’organizzazione a rete che coinvolge una pluralità  di soggetti pubblici e privati del territorio regionale con l’obiettivo di promuovere il coordinamento, la qualificazione e la continuità  delle attività  di educazione alla sostenibilità .

2. La Regione svolge funzioni di indirizzo, programmazione, coordinamento e controllo del sistema regionale INFEAS anche attraverso la promozione di funzioni e azioni di sistema.

3. Le Province concorrono con la Regione alla definizione della programmazione regionale INFEAS e sviluppano, in collaborazione con i Comuni e in modo partecipato, una propria programmazione.

4. I Comuni e le loro forme associative svolgono, di norma, funzioni di gestione delle strutture di educazione alla sostenibilità  sul territorio.

5. Gli enti di cui ai commi 2, 3 e 4 curano il raccordo e il coordinamento tra la programmazione INFEAS e i rispettivi strumenti di programmazione generali e di settore.

6. Partecipano al sistema regionale INFEAS la Regione, le Province, i Comuni e le loro forme associative, l’Agenzia regionale prevenzione e ambiente (ARPA), gli enti di gestione delle aree protette di cui alla legge regionale 17 febbraio 25, n. 6 (Disciplina della formazione e della gestione del sistema regionale delle aree naturali protette e dei siti della Rete natura 2).

7. Sono chiamati a concorrere al sistema regionale INFEAS anche le scuole, gli istituti scolastici, le università , i centri di educazione alla sostenibilità  (CEAS) di cui all’articolo 4 della presente legge, le fattorie didattiche di cui alla legge regionale 31 marzo 29, n. 4 (Disciplina dell’agriturismo e della multifunzionalità  delle aziende agricole), le associazioni del volontariato, le associazioni professionali, le associazioni di impresa e tutti gli altri soggetti pubblici e privati che operano in coerenza con i principi di cui all’articolo 1.

8. Il sistema regionale INFEAS dell’Emilia-Romagna fa parte del sistema nazionale INFEA di cui alla legge n. 426 del 1998 e in quanto tale partecipa e collabora alla piena realizzazione degli obiettivi definiti congiuntamente a livello nazionale ed approvati in sede di Conferenza permanente di cui al decreto legislativo n. 281 del 1997 in materia di educazione all’ambiente e alla sostenibilità ; opera altresìin collaborazione con altre reti, associazioni, istituzioni di livello nazionale e interregionale nel campo dell’informazione ed educazione alla sostenibilità .  

9. La Regione e le Province promuovono specifici protocolli di intesa, accordi di programma e convenzioni con i diversi soggetti che concorrono al sistema regionale INFEAS al fine di formalizzare la collaborazione e le relazioni tra gli stessi.



Art. 4 – I centri di educazione alla sostenibilità  (CEAS)

1. I centri di educazione alla sostenibilità  (CEAS) sono strutture educative distribuite sul territorio regionale e si rivolgono a istituti scolastici, famiglie, cittadini e comunità  locali.

2. I CEAS sono istituiti, di norma, dagli enti locali e dalle loro forme associative, ovvero realizzati da altri soggetti pubblici e privati, sulla base degli indirizzi definiti dal programma regionale INFEAS. Gli enti locali e le loro forme associative si avvalgono dei CEAS per l’attuazione delle proprie iniziative di informazione, documentazione, comunicazione, formazione ed educazione legate ai temi della sostenibilità .

3. I CEAS sono organizzati in rete a livello regionale e operano in prevalenza a livello comunale e intercomunale. Possono essere individuati dal programma regionale INFEAS, qualora dotati di particolari competenze e specializzazioni, per la gestione di attività  e azioni che coinvolgono più soggetti che concorrono al sistema regionale INFEAS o per supportare le campagne di comunicazione a valenza educativa di livello regionale.

4. I CEAS sono attivi nella progettazione e realizzazione di percorsi e programmi educativi per istituti scolastici e cittadini; corsi e momenti di formazione e aggiornamento; soggiorni educativi e turismo ecologico; materiali didattici e divulgativi; seminari, convegni ed eventi pubblici; attività  di ricerca, analisi e monitoraggio in campo ambientale; attività  di documentazione e gestione di biblioteche specializzate; servizi di informazione ai cittadini; supporto alla gestione di processi partecipativi sul territorio; gestione sostenibile di ambienti e strutture; campagne di sensibilizzazione sugli stili di vita sostenibili.

5. I CEAS operano prevalentemente per l’attuazione di azioni contenute nel programma regionale INFEAS e nei programmi provinciali di educazione alla sostenibilità .

6. La Regione, in collaborazione con il sistema delle autonomie locali, promuove la gestione associata dei servizi erogati dai CEAS in territori omogenei anche al fine di ottenere economie di scala, perseguendo l’ottimizzazione e la razionalizzazione delle strutture di educazione alla sostenibilità  sul territorio, anche attraverso l’unificazione di centri preesistenti.

7. La Regione, acquisito il parere delle Province, riconosce i CEAS senza scopo di lucro, sulla base di criteri e indicatori di qualità  relativi a strutture, competenze e progetti, coerenti con gli indirizzi elaborati nell’ambito del sistema nazionale INFEA.