A Bologna va in scena il connubio tra sussidiarietà  e cultura

Sussidiarietà  come diffusione del senso civico e della tutela del patrimonio culturale e artistico

Il programma del seminario unisce gli interventi volti ad affrontare la questione della sussidiarietà  tra gli enti, attraverso un inquadramento istituzionale del tema , con le testimonianze, nel pomeriggio, delle esperienze realizzate e i progetti in cantiere di coinvolgimento attivo dei cittadini nella vita dei musei, al fine di creare spazi e laboratori creativi a partecipazione aperta.

L’incontro mira ad aprire una discussione al fine di poter ritagliare un ruolo formativo ed educativo del tessuto sociale per le istituzioni museali, creando una rete che unisca gli stessi musei tra loro e che sia presente e interattiva nella realtà  territoriale di riferimento con i cittadini.

Creare uno spazio di confronto, quindi, anche per individuare i fattori casuali che hanno portato la regione che ospita l’evento, l’Emilia Romagna, a differenziarsi nel panorama nazionale quanto a senso di responsabilità  sociale e sensibilità  culturale degli stessi cittadini, come é sottolineato nella stesso programma dell’evento, peraltro a partecipazione libera e quanto mai aperta agli interessati.

Il museo come spazio di inclusione sociale

In Italia esistono ben oltre 3 musei, disseminati lungo tutta la penisola, ognuno che racconta una propria storia ai visitatori, custodendo un patrimonio dal valore inestimabile. Il punto di forza dell’Italia, infatti, la vera ricchezza del Paese, é l’arte: la Convenzione sulla protezione del patrimonio mondiale, culturale e naturale, adottato dall’Unesco nel 1972, ha riconosciuto il maggior numero di siti tutelati come patrimonio dell’umanità  proprio in Italia (1).

Troppo spesso, tuttavia, vi é scarsa sensibilità  del singolo verso il patrimonio artistico con cui quotidianamente si confronta, elemento riscontrabile anche analizzando la situazione di degrado in cui vertono molti monumenti e opere d’arte di inestimabile valore. Non ultimo il caso del crollo del soffitto della Domus Aurea, a Roma, dovuto ai mancati lavori di impermeabilizzazione dell’area archeologica. La crisi economico finanziaria ha imposto una situazione ancor più grave: i tagli alla cultura hanno inciso nel settore, esponendo il patrimonio artistico al fondato rischio di un degrado profondo e irrimediabile.

Il coinvolgimento attivo dei cittadini per la tutela sia degli spazi storici e culturali a cielo aperto che all’interno dei musei diventa, allora, uno strumento con un duplice obiettivo: la diffusione del senso civico e della sensibilità  artistica nel singolo al nostro patrimonio culturale e la tutela e preservazione dello stesso ad opera proprio della collettività . La penetrazione del concetto di sussidiarietà  all’interno del museo fa leva sulla volontà  di includere il cittadino all’interno della vita culturale, degli eventi promossi dal museo e di promuovere lui stesso lo spazio in cui é inserito, in una logica di inclusione e di dialogo interculturale.

Il museo, allora, che riacquista il suo antico prestigio, di tradizione greco-romana, come luogo dove veniva impartita l’educazione, di promozione culturale, di condivisione e incontro tra menti eccelse.

Numerose sono le realtà  di musei provinciali che vengono apprezzati da un pubblico di nicchia per mancanza di divulgazione informativa delle collezioni che custodiscono. Dai musei più classici e famosi presenti nelle grandi città  italiane, a quelli più ricercati e particolari, a tema, specializzati in un determinato ambito, come il museo del cinema, dell’automobile, fino ai più curiosi quali il museo del cappello e del presepe: l’Italia ne offre per tutti i gusti.

Una forma d’arte importante, che potrebbe rappresentare una vera forma motrice dell’economia nazionale e una risorsa importante anche per le realtà  provinciali, se sfruttata a dovere. L’idea, quindi, di connettere i musei tra loro per favorire una maggiore condivisione dei saperi e permettere la collaborazione anche per progetti, laboratori rivolti alle scuole, seminari organizzati da associazioni culturali, università  e organizzazioni volte al sociale é strumentale alla volontà  di coinvolgimento del cittadino nella vita dei musei.

Quale coinvolgimento? Il museo, si evince anche dal documento programmatico di Icom Italia per il triennio 21-212, vuole essere un luogo di inclusione sociale, vuole dare voce alle istanze collettive, offrire uno spazio educativo al cittadino, proporre opportunità  di interazione nel territorio di riferimento.

à‰ duplice l’obiettivo posto dal seminario: il rafforzamento del coordinamento tra i musei per la condivisione del sapere, creando una rete che permetta aggiornamenti e partecipazione attiva anche degli spazi museali più piccoli e distanti, da una parte, e l’inclusione sociale del cittadino non più solo come visitatore del museo, ma anche e soprattutto come soggetto attivo, partecipativo e propositivo.

L’auspicio, quindi, è che i temi affrontati abbiano ripercussioni ben oltre il 14 aprile.

(1) L’Unesco ha incluso nella lista 43 siti presenti sul territorio nazionale, collocando l’Italia come il Paese con il più alto patrimonio culturale a livello mondiale, seguito da Spagna e Cina. Fonte dei dati: www.unesco.it