A Roma il comitato di quartiere risponde all'assedio della movida

Le iniziaive sono numerose e motivate dalla volontà  dei residenti di non essere semplici sudditi

Nato spontaneamente nel marzo 27, per contrastare il degrado del territorio e l’indifferenza di chi lo abita, il Comitato decoro urbano è diventato, nel corso di questi anni, una realtà  attiva e presente sul territorio, un riferimento quotidiano per tutti coloro che nel terzo Municipio romano vogliano prendersi cura del bene comune esercitando spontaneamente il principio di sussidiarietà .
Costituito sulla base di un progetto depositato presso la Presidenza del terzo Municipio di Roma, il Comitato ha sviluppato negli anni un’attività  libera e indipendente da quella delle altre istituzioni e amministrazioni del Municipio (che include il rione Castro Pretorio e i quartieri Nomentano e Tirburtino), distinguendosi per l’attenzione particolare dedicata alla manutenzione del verde pubblico e alla pulizia di strade e palazzi, attività  che hanno visto i residenti più volenterosi coinvolti in prima persona in un azione volta a migliorare la qualità  della vita all’interno del quartiere.

L’ultima sfida del Comitato

L’ultima minaccia alla vivibilità  del quartiere, in ordine temporale, deriva dai numerosi problemi causati dai nuovi habituè notturni della zona che hanno cambiato indirettamente le abitudini e lo stile di vita del rione. Il fenomeno della movida ha infatti superato i confini di piazza Bologna, provocando un malcontento diffuso tra i residenti che lamentano la maggiore sporcizia per le strade, la chiusura di pub e locali effettuata in tarda notte, la presenza sempre più diffusa di pusher e la conseguente insicurezza (1) del quartiere. Il timore principale è che la zona diventi area di spaccio e risse, come purtroppo già  succede nel vicino quartiere di San Lorenzo.

Schiamazzi, urla e movimenti sospetti popolano la vita notturna del rione e i cittadini, che vorrebbero più attenzione da parte delle istituzioni rispetto al problema, non perdono tempo e si organizzano, attraverso il comitato, per riparare durante il giorno i danni della notte passata.
Di recente, ad esempio, sono stati ripuliti i muri di alcuni edifici (tra cui quello delle Poste) e sono stati curati gli spazi verdi di via Ravenna e via Padova. (2)
Le iniziative sono dunque numerose e motivate dalla volontà  dei residenti di non essere semplici sudditi – come racconta Anna Maria Palaia, del Comitato decoro urbano – ma di rendere vivibile il proprio quartiere attraverso il contributo libero, spontaneo ed immediato di ognuno.

(1) Sul concetto di sicurezza si osservi quanto scritto da Gregorio Arena nell’editoriale del 21 settembre 29, in cui si legge “Sicurezza è lo stato d’animo di chi si sente sicuro. Garantire la sicurezza di una comunità  significa quindi adottare misure tali per cui tale comunità  può permanere in uno stato d’animo di tranquillità , di assenza di timori e, permanendo tale stato, può attendere alle proprie attività  serenamente”.
(2) Siamo nella seconda fase del rimedio proposto da Gregorio Arena nell’editoriale “La manutenzione civica dei beni comuni” del 3 marzo 28, in cui si legge “L’esempio convince più delle parole. Dopo che un certo numero di cittadini avrà  dato la propria disponibilità  si tratterà  di passare alla seconda fase, quella operativa, in cui cittadini, imprese e amministrazioni si prenderanno cura di alcuni fra i beni comuni presenti sul territorio”.