Scambi incrociati di sconti e servizi

Le aziende scambiano in rete reciprocamente sconti e benefit da offrire ai propri dipendenti

Il welfare in azienda continua a rappresentare un tema di grande attualità  e può essere ritenuto uno strumento di contenimento della crisi economica, come ha fatto notare la professoressa Maria Cristina Marchetti analizzando il rapporto sul ” Lavoro a Milano ” .

Nell’ambito del welfare aziendale si sono sviluppate modalità  di retribuzione del lavoro dipendente chiamate “flexible benefits“; parte della retribuzione accessoria dei dipendenti viene sostituita o integrata da pacchetti di servizi e sconti. Il risultato è duplice: aumento del potere d’acquisto dei lavoratori e risparmio fiscale per l’azienda che può detrarre in tutto o in parte i benefit.

Questa pratica importata dagli Stati Uniti si sta radicando anche in Italia, soprattutto nel contesto economico attuale. Le imprese puntano sempre più sul welfare per i dipendenti, spesso considerato una necessità  e un aspetto determinante per la costruzione e la comunicazione della propria immagine(1).

Polizza sanitaria e contributi per l’istruzione dei figli per ora i più utilizzati, ma anche beni di consumo a prezzi scontati; alcune aziende hanno deciso recentemente di creare una piattaforma digitale su cui è possibile condividere i benefit con i rispettivi dipendenti, utilizzando la produzione interna.

Coordinate tecnicamente dalla Eudaimon, diverse industrie italiane, tra cui Edison, Mediaset, Wind, De Agostini, Telecom Italia, Merck Serono, Martini & Rossi, Lavazza, Sfk, Intesa Sanpaolo, hanno messo in Rete il welfare aziendale.

Qualcuno lo ha definito una forma di baratto 2.: c’è chi offre tariffe telefoniche agevolate, chi sconti sull’acquisto dei libri oppure sul caffè e sulle macchinette. L’obiettivo è quello di ampliare il paniere dei beni scontati e dei servizi in base all’interesse e al gradimento dei destinatari, con l’intento di migliorare anche il clima aziendale.

Uno scambio incrociato che coinvolge imprese e persone, da qui il nome del network: Iep.

Attualmente il bacino d’utenza è rappresentato da circa 2 mila lavoratori.

(1) Gregorio Arena, nel suo editoriale “Responsabilità  civile individuale” (www.labsus.org) lascia intendere che anche le imprese, cosìcome i cittadini, sono chiamate ad attivarsi per assumersi delle responsabilità  sociali, vale a dire delle responsabilità  nei confronti della comunità .