Soggetti e modalità  d'azione del mondo dell'usato

L ' Italia deve diventare un laboratorio comune, dove gli uni apprendono dagli errori e dal successo degli altri, e dove ogni passo compiuto a livello locale sia un passo avanti per tutti.

Il lato informale del settore dell'usato 

Il primo rapporto nazionale sul riutilizzo nasce dall'esigenza degli operatori dell'usato di sensibilizzare l'opinione pubblica riguardo alla loro attività ed i benefici ambientali a cui essa conduce. Nonostante la crisi economica, le imprese che vendono merci usate sono cresciute del 13 percento dal 24 al 27 con l'unica eccezione della rigatteria tradizionale la quale trova come ostacolo la capillare presenza degli operatori ambulanti. Questi ultimi costituiscono un tassello del variegato mosaico che dà vita al versante informale del mondo dell'usato. La gestione dell’informalità è proprio una delle urgenti richieste che provengono dal settore del riutilizzo. L'associazione Vivibalon , insieme alla collaborazione del Comune di Torino, ha redatto un regolamento per gli operatori ambulanti del più grande mercato delle pulci della città. Tale progetto di pianificazione purtroppo ancora non trova alcuna realizzazione nel famoso mercato romano di Porta Portese presso cui non sono mancati scontri e manifestazioni di disagio. Il rapporto mostra come il 1 percento dei rom presenti in Italia siano dediti all'usato informale con benefici economici ed ambientali da non sottovalutare. La loro azione consiste nel ripescaggio di oggetti di vario tipo all'interno dei cassonetti indifferenziati; ciò significa sottrarre milioni di merci al flusso dei rifiuti destinati allo smaltimento implicando anche un risparmio per le amministrazioni pubbliche sul costo del conferimento in discarica. Tuttavia, una mancata consapevolezza da parte delle amministrazioni locali riguardo ai vantaggi del settore dell’usato, porta a considerare l’attività di tali rom come una piaga da estirpare e come tale viene scoraggiata.

Cittadini attivi gestiscono il riutilizzo 

Nel documento sono elencate una serie di associazioni sviluppate a livello locale, nazionale ed europeo per propagare informazioni riguardo al settore dell'usato e riguardo la sua funzione sociale, ambientale ed economica. Ad esempio, l'associazione ambientalista europea Mondo da Ri-Usare , si occupa di recupero e riciclaggio di materiali impiegando soggetti che versano in condizioni sociali ed economiche di svantaggio. Nonostante che a livello locale sia molto diffusa la pratica del baratto, non mancano alcuni progetti di riutilizzo promossi dai cittadini. Tra i vari casi elencati nel rapporto, segnaliamo il progetto realizzato in alcune città dell’Italia settentrionale che prende il nome di Rifiuto con affetto : il mezzo attraverso cui avviene lo scambio è un particolare cassonetto posizionato nelle strade della città o negli spazi pubblici, di colore giallo e dotato di ante scorrevoli trasparenti in maniera tale da rendere visibile il contenuto lasciato dai diversi fruitori per essere scambiato con altri beni. Infine occorre indicare i vantaggi di tipo occupazionale cui condurrebbe un settore dell'usato pianificato ed organizzato. Secondo i dati del rapporto, nella città di Roma un regolare svolgimento di operazioni di riutilizzo comporterebbe la creazione di quasi 3 posti di lavoro nelle apposite isole ecologiche e permetterebbe di riusare 5.14 tonnellate l'anno di rifiuti che altrimenti sarebbero destinati allo smaltimento. I benefici indicati nel rapporto, tuttavia, possono trovare un’attuazione concreta solo se sostenuti da interventi di controllo e gestione; la mancanza di politiche che regolamentino gli ambulanti, ad esempio, produce abusivismo e precarietà. Le immense potenzialità economiche del riutilizzo lo rendono in grado di aumentare i saldi economici della raccolta differenziata e le sue possibilità d’integrazione socio-lavorativa lo presentano come uno strumento prezioso per politiche di grande e immediato impatto, come ad esempio la soluzione dell’emergenza occupazionale del popolo rom e il superamento sostenibile del fenomeno del rovistaggio nei cassonetti.