A Penne, trent'anni di imprenditoria per la natura

Si può crescere senza compromettere la possibilità  delle future generazioni di perdurare nello sviluppo, preservando qualità  e quantità  del patrimonio delle riserve naturali

Labsus torna a parlare di cooperative di comunità . Stavolta si tratta di un progetto nato molti anni prima dei casi riportati sino ad ora su Labsus.org (Melpignano, Cerreto), in Abruzzo, alle porte di Pescara, nella riserva naturale del lago di Penne.
Come abbiamo avuto modo di vedere con l’analisi dei suddetti casi, la cooperativa di comunità  nasce dal bisogno di una comunità , di auto-gestione delle proprie risorse. Con questo progetto, Legacoop, vuole promuovere in tutte le regioni d’Italia una rete di cooperative, al fine di mantenere e valorizzare comunità  nelle quali nè la mano pubblica, nè l’imprenditoria ordinaria, sono in grado di assicurare i servizi e le occasioni di lavoro necessarie per l’esistenza e la vita di una comunità  di persone.
Tali cooperative, che possono essere sociali, di lavoro, di utenti, miste, presentano un tratto comune: dare alle persone interessate, l’opportunità  di auto-organizzarsi in forma cooperativa, per risolvere problemi e bisogni delle comunità  in cui vivono. In un momento storico in cui, in tutte le società  avanzate, si discute di un diverso rapporto tra e stato e società  e si invoca un più forte protagonismo della società , queste storie confermano come la cooperativa, resta lo strumento più efficace per reagire positivamente ai problemi individuali e sociali che le crisi dell’intervento pubblico e i fallimenti del mercato possono determinare.

Un progetto comune

Il progetto nasce nel 198, con la gestione di centri sportivi e turistici all’interno della riserva naturale del lago di Penne a cui si affianca subito dopo la creazione di un gruppo di ricerca ecologica che ha per obiettivo principale, quello di riuscire a mantenere uno sviluppo economico compatibile con l’equità  sociale e gli ecosistemi ed operante quindi in un regime di equilibrio ambientale. CosìFernando Di Fabrizio, presidente di Cogecstre, la cooperativa che cura tutti i servizi dell’oasi abruzzese in provincia di Pescara, spiega come si può “crescere senza compromettere la possibilità  delle future generazioni di perdurare nello sviluppo, preservando la qualità  e la quantità  del patrimonio e delle riserve naturali”.
Dopo sette anni dalla sua nascita, la cooperativa si è infatti specializza nella gestione di aree naturali protette e nella redazione di progetti per il recupero della flora e della fauna a rischio. Parallelamente alla gestione delle aree naturali protette, la Cogecstre ha poi sviluppato una serie di attività  economiche compatibili con la tutela ambientale, nel settore agricolo, artigianale, turistico e nei servizi.
La riserva naturale del Lago di Penne, oltre a tutelare il territorio di questa fascia collinare della provincia di Pescara, a ridosso del Gran Sasso d’Italia, ha dato cosìla possibilità  a cinquanta persone, di lavorare a tempo pieno nell’ambito della natura, a partire ad esempio dal settore agricolo, recuperando la collina con cinquanta ettari coltivati a farro ed altri cereali con il metodo biologico, nella ristorazione e quindi nel turismo con il CEA (Centro Educazione Ambientale) Antonio Bellini (ristorante a chilometro zero), per il quale la filiera corta è stata attivata con notevole successo.

La riserva ha dato la possibilità  a questo gruppo di cooperative, nate in una comunità  di circa dodicimila abitanti, di creare un’azienda articolata e complessa, con un ruolo importante per lo sviluppo economico della comunità  stessa attraversi le otto cooperative che ricoprono numerosi campi del sociale, dall’agricoltura al turismo responsabile, alla filiera del lino con i laboratori di tessitura, all’editoria naturalistica, al settore delle tecnologie digitali e della realizzazione di documentari naturalistici.
Il risultato è stato positivo ed è stata data una risposta all’occupazione, che altrimenti sarebbe probabilmente mancata in questa terra.
Il messaggio innovativo di questo progetto, è dunque quello che tutelando si può dare occupazione, soprattutto se il lavoro viene svolto in simbiosi, aumentando la possibilità  di avere dei risultati nel sociale e soddisfando cosìle numerose e variegate esigenze dell’intera comunità .



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