Adozione delle aree verdi: quando cittadini e pubblica amministrazione lavorano insieme

I regolamenti per l'adozione delle aree verdi sono un esempio concreto di come applicare il principio di sussidiarietà 

Diverse realtà  comunali, dai grandi centri ai piccoli comuni, hanno approvato negli ultimi anni specifici regolamenti comunali che permettono da parte di cittadini o associazioni “l’adozione” di spazi verdi o pubblici per garantirne un’adeguata manutenzione ordinaria, pulizia e decoro, il tutto a titolo gratuito con la possibilità  di pubblicizzare tramite specifica cartellonistica l’adozione e l’adottante. A titolo esemplificativo di come può strutturarsi un regolamento per l’adozione degli spazi verdi e i beni pubblici si prenderà  in analisi il regolamento adottato dal Comune di Albano Laziale, in provincia di Roma, mettendone in evidenza nel corso dell’analisi aspetti positivi e criticità .

Obiettivi e soggetti a cui si rivolge il regolamento

In generale i regolamenti per l’adozione delle aree verdi di pertinenza comunale si basano su principi ispiratori comuni e cosìfa il regolamento del Comune di Albano Laziale che si pone l’obiettivo da un lato di coinvolgere la cittadinanza nella gestione e tutela dei beni comuni, per cui una particolare attenzione viene rivolta agli studenti nella sensibilizzazione alla tutela dell’ambiente e dei beni comuni e dall’altro alcuni fini di carattere più ampio quale il miglioramento del decoro cittadino, l’aggregazione sociale e il senso di appartenenza comunitaria. Come riferimento di carattere giuridico il Regolamento albanense fa riferimento all’articolo 9 della Costituzione Italiana per quanto riguarda la tutela del paesaggio, ma non si cita il principio di sussidiarietà  e il relativo articolo 118.4 della nostra Costituzione che invece è alla base della compartecipazione tra cittadini e pubblica amministrazione nella gestione del bene comune. I soggetti a cui il regolamento si rivolge vengono catalogati in quattro categorie: le organizzazioni di volontariato, cittadini in varie forme associative riconosciute e non come condomini, circoli e comitati; le istituzioni scolastiche e le parrocchie con gli enti religiosi e in ultimo imprese, operatori commerciali e professionisti. In queste categorie è da mettere in evidenza come si predilige l’elemento associativo rispetto al singolo cittadino che non è ammesso all’adozione. Vengono anche coinvolti in questo regolamento aziende e operatori commerciali che esulano dalla consueta attribuzione della possibilità  di adozione a sole organizzazioni no profit e per i quali più che di adozione è maggiormente corretto parlare di “sponsorizzazione” in quanto possono ricavare un’indiretta utilità  nella gestione di uno spazio verde essendovi possibile apporre dei supporti di cartellonistica secondo quanto precisato dal regolamento stesso.

Modalità  e durata dell’affidamento

Le aree verdi e gli spazi adottabili vengono stabiliti con apposita delibera della Giunta Comunale e ne viene poi pubblicato apposito bando comunale dove vengono specificate le modalità  e il termine per la presentazione delle domande, di cui viene stilata precisa graduatoria dagli uffici comunali competenti per materia secondo le tempistiche nella presentazione della domanda, la completezza della documentazione richiesta, la qualità  e la pertinenza del progetto presentato rispetto al regolamento vigente nonché la vicinanza fisica tra l’adottante e lo spazio adottato. Nella documentazione che l’aspirante adottante dovrà  presentare all’atto della richiesta di adozione dovrà  essere allegata una relazione sia dattiloscritta che fotografica dell’attuale stato dell’area in oggetto per metterne in evidenza la conoscenza che l’adottante ha del luogo di cui chiede di prendersi cura. Gli interventi di cuil’adottante può farsi carico riguardano la manutenzione ordinaria, nonché le riconversioni dell’area con successiva manutenzione ordinaria o la posa in essere di materiale di arredo urbano e realizzazioni di infrastrutture di rete o piste ciclabili o pedonali. A seconda che l’adottante scelga uno di questi interventi diversi potranno essere in sede di attuazione del regolamento i bandi pubblici a cui fare riferimento e diversa è sicuramente la durata dell’adozione. Quest’ultima è stipulata con apposita convenzione secondo un modello predisposto dall’amministrazione comunale e ha una durata di tre anni tranne nei casi in cui si decida di donare elementi floreali, essenze arboree o elementi di arredo urbano (facoltà  stabilità  dal regolamento) o si voglia realizzare piste ciclabili o pedonali o infrastrutture di rete dove in tal caso la convenzione durerà  in base ai tempi tecnici di realizzazione dell’intervento. Da segnalare come il regolamento del comune di Albano Laziale ponga un’attenzione particolare al ruolo del giardino scolastico, considerato luogo didattico favorendone l’adozione da parte delle istituzioni scolastico per interventi di carattere formativo e sociale con l’installazione di aree gioco e orti botanici.

Condizioni e requisiti per le adozioni

Tutti gli interventi per l’adottante sono a titolo gratuito e vengono privilegiati i progetti di interventi che prevedono l’uso di materiali naturali e riciclati, nonché iniziative che possano garantire il risparmio energetico e l’uso di fonti energetiche rinnovabili e biocompatibili. L’aspetto ecologista dell’ambiente si ritrova anche nel divieto di usare disserbanti chimici o prodotti assimilabili. L’adottante deve salvaguardare l’uso pubblico dell’area adottata consentendone il libero e gratuito accesso. E’ da segnalare come elemento ricorrente in numerosi regolamenti simili a quello approvato dal Consiglio comunale di Albano Laziale, la necessità  per l’adottante di stipulare idonea polizza assicurativa per gli infortuni occorsi alle persone impiegate nelle attività  di gestione dell’area adottata, non è prevista l’assicurazione per danni a terzi e da responsabilità  civile. In caso di controversie con l’amministrazione comunale è prevista che la soluzione venga affidata a un collegio composto da tre membri scelti due da ciascuna delle parti e il terzo che funge da presidente in modo congiunto.

 

Francesca Ragno