Esempi di buone prassi in materia di gestione responsabile dei rifiuti

Educare all'ambiente e valorizzare le potenzialità  dei cittadini per crare modelli di amministrazione condivisa

Se fosse emigrato in Australia ai nostri giorni, Amedeo Battipaglia, alias Alberto Sordi nel film di Luigi Zampa del 1971 “Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata”, non avrebbe di certo avuto tempo di cercar moglie per corrispondenza, essendo piuttosto impegnato a prendersi cura dell’ambiente.

Il maggior Stato dell’Oceania, infatti, da anni pone in essere un’attenta attività  di riciclaggio dei rifiuti e di pulizia degli spazi pubblici grazie all’operare congiunto di istituzioni e società  civile. In particolare, nella regione della Sunshine Coast, Queensland, opera la Noosa Integrated Catchment Association (NICA), un’associazione no profit che ha come scopo quello di tutelare l’ecosistema acquatico e terrestre della regione attraversata dal fiume Noosa.

Tra i membri dell’organizzazione, che vede coinvolti amministratori locali e statali, esperti di botanica e zoologia, oltre che comuni cittadini, si contano anche scienziati provenienti dalla University of the Sunshine Coast e dalla University of Queensland. E un’italiana, Serena Lucrezi, dottore di ricerca in ecologia marina, coordina molte delle attività  poste in essere dall’associazione.

La gestione responsabile dei rifiuti

Parte preponderante dei progetti portati avanti dalla studiosa riguardano la gestione responsabile dei rifiuti e comprendono attività  di tipo sia educativo che operativo.

Nell’ambito di queste ultime, si segnalano ad esempio le iniziative di “beachsweep and streetsweep“, dove i volontari dell’associazione si adoperano per ripulire le spiagge e le strade dai rifiuti, cosìcome l’attività  di “butthunters“, ossia una vera e propria caccia ai mozziconi di sigarette.

Grande rilievo riveste anche il “Noosa river ranger program“, progetto che, una volta a settimana, vede un gruppo di volontari utilizzare la barca messa a disposizione dall’associazione per raccogliere i rifiuti dalle acque del fiume Noosa e portarli, dopo attenta selezione, nei centri di riciclaggio presenti nella regione della Sunshine Coast.

Attività  di questo tipo sono state – ricorda la studiosa – lo spunto che ha portato le istituzioni del Governo centrale ad istituire il Clean up Australia day, ossia un giorno all’anno deputato alla raccolta dei rifiuti in tutto il territorio dell’Australia.

Nell’ambito di questa iniziativa, la NICA coordina l’organizzazione del Clean up day nella regione di Noosa, dove, secondo dati ufficiali i rifiuti, riciclabili e non, raccolti nell’edizione 211 della manifestazione ammontano ad oltre tre tonnellate (dato ragguardevole, se rapportato alla densità  di popolazione).

L’amministrazione, inoltre, offre alla popolazione anche un servizio di supporto nella gestione dei rifiuti di tipo continuativo attraverso l’associazione Planet Ark.

Grazie alla semplice consultazione di un sito web, infatti, i cittadini possono conoscere il luogo più vicino alla loro abitazione dove portare i diversi tipi di rifiuti, affinché gli stessi possano essere riciclati.

In questo modo si realizza una politica di informazione, preordinata ad educare i singoli al rispetto dell’ambiente, poiché si insegna loro come disfarsi dei propri rifiuti in maniera responsabile.

Sensibilizzare, informare, educare

Finalità  analoghe animano anche alcuni dei progetti della NICA coordinati dalla scienziata italiana, quale ad esempio il Noosa stormwater and waste wise program.

In base a tale programma, i membri dell’associazione svolgono attività  di informazione e sensibilizzazione nei confronti sia degli studenti delle scuole superiori, sia dei proprietari e dei gestori di attività  commerciali.

Mentre ai primi sono impartite lezioni di educazione ambientale, volte a spiegare loro come rispettare l’ambiente attraverso i piccoli gesti della vita quotidiana (ad esempio, lavare l’automobile senza sprecare acqua e senza utilizzare detersivi tossici), i secondi vengono resi edotti su come smaltire le ingenti quantità  di rifiuti prodotti nell’esercizio delle proprie attività  commerciali o di ristorazione.

Educazione, inoltre, è anche la parola chiave di un’altra iniziativa organizzata dalla NICA e denominata Eumundi market green corner and waste minimization.

In particolare, questo progetto vede i volontari dell’associazione impegnati presso il mercato di Eumundi nel fornire informazioni alla comunità  cittadina e ai turisti su come gestire in modo responsabile i rifiuti.

All’ombra di un gazebo, infatti, trovano posto tre contenitori di differenti colori recanti, rispettivamente, le scritte “reduce“, “reuse” e “recycle“. Nel primo, si invita a gettare i rifiuti non riutilizzabili; nel secondo deve essere collocato l’umido, utile per la produzione del composto organico, ed infine, nel terzo, vengono introdotti tutti quei rifiuti (ad esempio, carta, vetro, plastica) che possono vivere una seconda vita attraverso il riciclo.

Tale attività , inoltre, vede coinvolte anche alcune scuole locali nelle quali è stata allestita una worm farm, ossia una fattoria dove gli studenti allevano vermi da impiegare ai fini della trasformazione dell’umido in composto organico.

Infine – puntualizza Lucrezi – a completamento del progetto poc’anzi descritto, è stato da ultimo istituito il programma Keeping our biosphere beautiful, volto a sensibilizzare i commercianti dei mercati all’aperto a non vendere prodotti imballati con plastica e polistirolo e a sostituire detti involucri con quelli realizzati mediante impiego di carta riciclata.

Del pari, per ciò che concerne le cibarie “take away” i ristoratori vengono esortati a servire i propri prodotti su piatti e bicchieri biodegradabili che i clienti, una volta consumate le vivande, devono gettare in appositi contenitori posti all’interno del mercato stesso.

Il circolo virtuoso della cittadinanza attiva

Al di là  della varietà  delle attività  descritte, ciò che colpisce positivamente è senza dubbio il coinvolgimento dei comuni cittadini nella realizzazione concreta dei diversi progetti.

Il desiderio di vivere in un ambiente salubre spinge, infatti, un grande numero di volontari ad impiegare il proprio tempo libero in attività  dedite alla cura delle strade e delle spiagge, cosìcome del fiume che attraversa la regione in cui abitano.

Cosìfacendo, i singoli partecipano attivamente alla ottimale gestione del bene ambiente, mettendo a disposizione della comunità  le proprie competenze, e la pubblica amministrazione si trova ad essere coadiuvata da preziosi alleati nello svolgimento di alcune delle attività  di sua competenza.

La Noosa Integrated Catchment Association costituisce, dunque, un esempio di come attraverso un’attenta opera di informazione e la valorizzazione delle potenzialità  dei cittadini, sia possibile dare vita a modelli di amministrazione condivisa capaci di assicurare al meglio la cura dei beni comuni.

Con ciò non si vuol guardare lontano, minimizzando l’importanza di quanto ogni giorno in Italia centinaia di cittadini fanno per consegnare alle future generazioni un ambiente sano. Più semplicemente, si vuol ribadire, con le parole di Gregorio Arena, che “la soluzione sta nell’allearsi”!



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